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I libri che parlano di lui...

Ultimo Aggiornamento: 13/04/2014 13:33
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Dal blog di Lella...

Il Papa ipotizza le dimissioni

Raffaele Iannuzzi

Le polemiche sulle affermazioni di Benedetto XVI sono un genere letterario.
E' accaduto sempre con i Papi ma, con questo Papa, la curvatura dialettica dei mass-media non ha risparmiato nessuna piega.
La ragione è presto detta: Ratzinger rappresenta da decenni il baluardo della fede e dell'ortodossia cattoliche, ergo lotta dura senza paura.
Purtroppo, per i critici della Chiesa, Papa Ratzinger è davvero una rivoluzione permanente. Spariglia le carte e procede sicuro e «fortis in fide», sapendo che, da quella posizione, non c'è niente da temere.
L'ortodossia si coniuga con l'ortoprassi, con la retta e corretta azione, con l'etica cristiana. E l'etica cristiana, vissuta radicalmente nella fede e nella verità di Cristo, sorprende sempre il mondo. Che, invece, a partire dalla modernità, si nutre, come un bulimico mai sazio, di dialettica. La logica ideologica della modernità è interamente colonizzata dalla dialettica. Da Hegel a Marx: tesi-antitesi-sintesi. La morte del pensiero laico e la vittoria dell'ideologia. La storia è diventata dio e, con il tramonto delle «grandi narrazioni», il caso è diventato il dio degli imbecilli. Dalla fine degli anni '70 del secolo scorso, con l'uscita del prodotto mediatico definito «pensiero debole», la Chiesa ha dovuto fare i conti con interlocutori sempre più ignoranti e saccenti. Lascio ai filologi delle pieghe retoriche la diatriba sulla traduzione corretta di parte del cap.10 dell'ultimo libro di Benedetto XVI, con accenni all'uso del profilattico. Rimando soltanto alla visita del Santo Padre in Africa, nel 2009, e mi permetto di suggerire ai lettori de Il Tempo di visitare un blog: fidesetforma.blogspot.com/2010/11/traduzione-dellintero-passaggio-s...
Ecco il solito punto: la banalizzazione del pensiero di Ratzinger e, nella fattispecie, della sessualità. Ma vi è qualcosa di più grave in questo bailamme ideologico. Il Papa, di fronte ai Cardinali appena eletti, richiama al servizio umile e paterno; poi scandisce il nuvum assoluto: sono pronto a dimettermi, in caso di malattia. Perché il Papa è «Servus servorum», non è «la» Chiesa. La Chiesa è il Mistero di Dio che si fa comunione, prima di tutto comunione dei Santi. Benedetto XVI come Celestino V? No, perché non c'è mai stato il «grande rifiuto» del Soglio; sì, se pensiamo al modo di vivere e servire la Chiesa.
Non c'è il feticismo del corpo, né la medianicità ossessiva, ma c'è, eccome, la santità del pensiero e della vita. Ecco, allora, da dove scaturisce l'originalità del suo pensiero, così moderno e così cattolico; così aperto e così rigoroso; così plastico e così secco, tagliente. La parola «rivoluzione» significava originariamente volgere indietro, tornare all'Origine, era il ritorno di un pianeta, di un astro al punto dal quale era partito. Si attaglia perfettamente alla «rivoluzione» ratzingeriana: ritornare all'Origine. L'Origine è Cristo. Non c'è banalizzazione che tenga, questa è la sostanza del movimento teologico, spirituale, ecclesiale e culturale prodotto dalla fede e dall'intelligenza del Papa. Così si spiegano le aperture e le apparenti chiusure, in realtà posizioni rigorose di fronte alla Verità. Così si spiega l'interesse per l'Iran e per ogni segno religioso presente nel mondo islamico. Così si spiega perché, accanto a queste novità, ascoltiamo parole chiare sulla reciprocità che l'Islam deve tenere nei confronti della cristianità, perché chi crede deve poter pregare in piena libertà, non deve morire per mano dei fanatici. Pregare il Dio dei cristiani in terra islamica è libertà religiosa e laica, moderna; chi la nega, è fuori dal mondo, così pensa Ratzinger. Chi dice no alla cristianità, in modo pregiudiziale, è ideologico e settario, dunque né religioso, né laico. Soltanto figlio del '900: ideologico e violento. Non è più il tempo di permanere nell'alveo angusto delle ideologie novecentesche. Non possiamo più riciclare le diatribe anti-cattoliche in un mondo che cerca Dio e vuole Dio nella vita concreta, quotidiana, seppur senza il rigore dei nonni e dei padri (molti dei quali non sono riusciti a comunicare vitalmente la fede, come don Giussani sosteneva già negli anni '50 del secolo scorso). La «rivoluzione» (laica?) di Papa Ratzinger, dunque, riabilita questa triste parola moderna e novecentesca, per riconnetterla al ritorno all'Origine, al significato non violento e ideologico, ma dinamico e vitale dello sparigliamento delle carte false. Per essere religiosi e moderni. In una parola: cattolici.

© Copyright Il Tempo, 21 novembre 2010


Papa Ratzi Superstar









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