Google+
 

Discorsi, omelie, udienze, angelus e altri documenti

Ultimo Aggiornamento: 02/03/2013 17:43
Autore
Stampa | Notifica email    
03/02/2009 01:53
OFFLINE
Post: 8.362
Post: 125
Registrato il: 22/08/2006
Registrato il: 20/01/2009
Utente Comunità
Utente Junior
Discorso del Papa ai Vescovi della Turchia in visita “ad limina”



CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 2 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato da Benedetto XVI nel ricevere questo lunedì in udienza i Vescovi della Turchia in occasione della loro visita “ad limina Apostolorum”.






* * *





Cari Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,

Sono lieto di ricevervi questa mattina, mentre realizzate il vostro pellegrinaggio sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, segno eloquente della vostra comunione con il Successore di Pietro. Ringrazio il Presidente della vostra Conferenza episcopale, monsignor Luigi Padovese, Vicario Apostolico d'Anatolia, per le cordiali parole che mi ha rivolto a nome vostro. Attraverso la vostra presenza, sono anche le comunità dai molteplici volti a incontrare la Chiesa di Roma, mostrando così la loro unità profonda. Una volta tornati nel vostro paese, salutate affettuosamente a nome mio i sacerdoti, i religiosi e le religiose e tutti i fedeli delle vostre diocesi. Dite loro che il Papa, nel ricordo sempre presente nel suo cuore del suo pellegrinaggio in Turchia, resta vicino a ognuno di essi, alle loro preoccupazioni e alle loro speranze.

La vostra visita, che si svolge provvidenzialmente in questo anno dedicato a san Paolo, assume un'importanza particolare per voi che siete i Pastori della Chiesa cattolica in Turchia, terra in cui è nato l'Apostolo delle Genti e in cui ha fondato numerose comunità. Come ho dichiarato nella Basilica che accoglie la sua tomba, ho voluto indire questo anno paolino «per ascoltarlo e per apprendere ora da lui, quale nostro maestro, “la fede la verità”, in cui sono radicate le ragioni dell'unità tra i discepoli di Cristo» (Omelia, Basilica di San Paolo Fuori le Mura, 28 giugno 2008). So che nel vostro paese avete voluto dare un risalto particolare a questo anno giubilare e che molti pellegrini stanno visitando i luoghi cari alla tradizione cristiana. Auspico che l'accesso a questi luoghi significativi per la fede cristiana, come pure la celebrazione del culto, sia sempre più agevole per i pellegrini. Inoltre mi rallegro vivamente della dimensione ecumenica conferita all'anno paolino, mostrando così l'importanza di questa iniziativa per le altre Chiese e comunità cristiane. Possa questo anno permettere nuovi progressi lungo il cammino verso l'unità di tutti i cristiani!

L'esistenza delle vostre Chiese locali, nella loro diversità, si situa nel prolungamento di una ricca storia contraddistinta dalla crescita delle prime comunità cristiane. Tanti nomi, così cari ai discepoli di Cristo, restano legati alla vostra terra, a partire da san Giovanni, sant'Ignazio di Loyola, san Policarpo di Smirne e tanti altri illustri Padri della Chiesa, senza dimenticare il concilio di Efeso in cui la Vergine Maria fu proclamata «Théotokos». Più di recente, Papa Benedetto xv e il beato Giovanni xxiii hanno a loro volta segnato la vita della nazione e della Chiesa in Turchia. Desidero anche ricordare tutti i cristiani, sacerdoti e laici, che hanno testimoniato la carità di Cristo, a volte fino al dono supremo della loro vita, come Padre Andrea Santoro. Che questa storia prestigiosa sia per le vostre comunità, delle quali conosco il vigore della fede e l'abnegazione nelle prove, non solo il ricordo di un passato glorioso, ma anche un incoraggiamento a proseguire generosamente lungo la via tracciata, testimoniando fra i loro fratelli l'amore di Dio per ogni uomo.

Cari Fratelli, i Concili di Nicea e di Costantinopoli hanno dato al Credo la sua espressione definitiva. Che sia per voi e per i vostri fedeli un incitamento pressante ad approfondire la fede della Chiesa e a vivere, con sempre maggiore ardore, della speranza che ne scaturisce. Il popolo di Dio troverà in un'autentica comunione ecclesiale un sostegno efficace alla sua fede e alla sua speranza. Di fatto, «la Chiesa è una comunione organica, che si realizza nel coordinamento dei diversi carismi, ministeri e servizi, in ordine al conseguimento del fine comune che è la salvezza» (Pastores gregis, n. 44), e i vescovi sono i primi responsabili della realizzazione concreta di questa unità. La profonda comunione che deve regnare fra di essi, nella diversità dei riti, si esprime soprattutto attraverso una reale fraternità e una collaborazione reciproca che permettano loro di svolgere il proprio ministero in uno spirito collegiale e di rafforzare l'unità del Corpo di Cristo.

Questa unità trova una fonte vitale nella Parola di Dio, di cui il recente Sinodo dei Vescovi ha rimesso in luce l'importanza nella vita e nella missione della Chiesa. Vi invito dunque a formare i fedeli delle vostre diocesi, affinché la Sacra Scrittura non sia una Parola del passato, ma illumini la loro esistenza e permetta loro di accedere veramente a Dio. In questo contesto, mi è gradito ricordare che la meditazione della Parola di Dio da parte del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, è stato un momento importante di questa Assemblea sinodale.

Permettetemi anche di salutare i sacerdoti e i religiosi che collaborano con voi nell'annuncio del Vangelo. Provenendo in gran numero da altri paesi, il loro compito è spesso faticoso. Li incoraggio a essere sempre meglio inseriti nelle realtà delle vostre Chiese locali, al fine di poter dare a tutti i membri della comunità cattolica l'attenzione pastorale necessaria, senza dimenticare le persone più deboli e più isolate. L'esiguo numero di sacerdoti, spesso insufficiente per la vastità del lavoro, non può che spingervi a sviluppare una vigorosa pastorale delle vocazioni.

La pastorale dei giovani è una delle vostre maggiori preoccupazioni. È in effetti importante che possano acquisire una formazione cristiana che li aiuti a consolidare la loro fede e a viverla in un contesto spesso difficile. Nella stessa prospettiva, la formazione dei laici deve anche permettere loro di assumere con competenza ed efficacia le responsabilità affidate loro in seno alla Chiesa.

La comunità cristiana del vostro paese vive in una nazione retta da una Costituzione che afferma la laicità dello Stato, ma dove la maggior parte degli abitanti è musulmana. È dunque molto importante che cristiani e musulmani si possano impegnare insieme per l'uomo, per la vita, come pure per la pace e la giustizia. Inoltre, la distinzione fra la sfera civile e la sfera religiosa è certamente un valore che deve essere tutelato. Tuttavia, in questo ambito, spetta allo Stato assicurare in maniera effettiva ai cittadini e alle comunità religiose la libertà di culto e la libertà religiosa, rendendo inaccettabile qualsiasi violenza nei confronti dei credenti, qualunque sia la loro religione. In questo contesto, conosco il vostro desiderio e la vostra disponibilità a un dialogo sincero con le Autorità, al fine di trovare una soluzione ai diversi problemi che le vostre comunità devono affrontare, fra i quali il riconoscimento giuridico della Chiesa cattolica e dei suoi beni. Un simile riconoscimento non può che avere conseguenze positive per tutti. È auspicabile che si possano stabilire contatti permanenti, ad esempio tramite una Commissione bilaterale, per esaminare questioni ancora irrisolte.

Cari Fratelli, al termine del nostro incontro, desidero ripetervi le parole di speranza rivolte alle Chiese di Efeso e di Smirne nel libro dell'Apocalisse: «Sei costante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti... Non temere ciò che stai per soffrire... Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita» (Ap, 2, 3.10). Che l'intercessione di san Paolo e della Théotokos vi permetta di vivere questa speranza che viene da Cristo Risorto che è vivo in mezzo a noi! Di tutto cuore vi imparto un'affettuosa Benedizione apostolica, che estendo ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, e a tutti i fedeli delle vostre diocesi.

[Traduzione del testo originale in francese a cura de “L'Osservatore Romano”]







Il discorso di Benedetto XVI al nuovo Ambasciatore di Ungheria


Invito a difendere in Europa la famiglia da politiche aggressive




CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 2 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato da Benedetto XVI nel ricevere questo lunedì in udienza il signor János Balassa, Ambasciatore di Ungheria presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle lettere credenziali.







* * *

Eccellenza,

sono lieto di accoglierla all'inizio della sua missione e di accettare le Lettere che l'accreditano quale Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Ungheria presso la Santa Sede. La ringrazio per le cordiali parole e per i saluti che mi porge da parte del Presidente László Sólyom. La prego di trasmettergli i miei rispettosi buoni auspici e l'assicurazione delle mie preghiere per tutto il popolo della sua nazione.

Il ripristino da parte della Santa Sede di piene relazioni diplomatiche con i Paesi dell'ex blocco orientale, dopo gli eventi importantissimi del 1989, ha schiuso nuovi orizzonti di speranza per il futuro. Nei venti anni che sono trascorsi da allora, l'Ungheria ha compiuto grandi progressi nel creare le strutture di una società libera e democratica, desiderosa e capace di svolgere il proprio ruolo in una comunità mondiale sempre più globalizzata. Come ha osservato, le forze che governano gli affari economici e politici del mondo moderno devono essere gestite correttamente. In altre parole devono fondarsi su una base etica, accordando sempre priorità alla dignità e ai diritti della persona umana e al bene comune dell'umanità. In considerazione della sua forte eredità cristiana, che risale a più di mille anni fa, l'Ungheria si trova nella condizione di contribuire alla promozione di questi ideali umani nella comunità europea e in quella mondiale più ampia. Spero che le nostre relazioni diplomatiche saranno di sostegno a questa dimensione vitale del contributo del suo Paese agli affari internazionali.

A volte, l'esperienza di una recente libertà ha comportato il rischio che quegli stessi valori cristiani e umani, così profondamente radicati nella storia e nella cultura dei singoli popoli, e di fatto dell'intero continente europeo, potessero essere soppiantati da altri basati su visioni errate dell'uomo e della sua dignità e dannose per lo sviluppo di una società veramente prospera. Nel mio Messaggio in occasione della Giornata Mondiale della Pace del 2008, ho sottolineato l'importanza primaria della famiglia per l'edificazione di relazioni comunitarie pacifiche a ogni livello. In gran parte dell'Europa moderna il ruolo vitale di coesione che la famiglia deve svolgere nelle questioni umane viene messo in dubbio e addirittura a repentaglio come risultato di modi fuorviati di pensare, a volte espressi in strategie sociali e politiche aggressive. Spero sinceramente nell'elaborazione di modalità per tutelare questo elemento essenziale della nostra società, che è il cuore di ogni cultura e nazione. Un modo specifico con cui il Governo può sostenere la famiglia è assicurare che i genitori possano esercitare il loro diritto fondamentale di primi educatori dei propri figli, cosa che include la possibilità di scegliere di mandarli in scuole religiose, se lo si vuole.

La Chiesa cattolica in Ungheria ha vissuto con particolare intensità la transizione dal periodo del governo totalitario alla libertà di cui il suo Paese ora gode. Dopo decenni di oppressione, sostenuta dalla testimonianza eroica di così tanti cristiani, la Chiesa è emersa per prendere il proprio posto in una società trasformata, in grado di nuovo di proclamare liberamente il Vangelo. Non cerca privilegi per sé, ma desidera svolgere il proprio ruolo nella vita della nazione, fedele alla sua natura e alla sua missione. Mentre prosegue il processo di realizzazione degli accordi fra l'Ungheria e la Santa Sede, penso al memorandum firmato di recente sull'assistenza religiosa alle forze armate e alla polizia frontaliera. Confido nel fatto che qualsiasi questione straordinaria relativa alla vita della Chiesa nel suo Paese sarà risolta con lo spirito di buona volontà e di dialogo fecondo che caratterizza le nostre relazioni diplomatiche da quando sono state tanto felicemente ripristinate.

Eccellenza, prego affinché la missione diplomatica che comincia oggi rafforzerà ulteriormente i vincoli di amicizia già esistenti fra la Santa Sede e la Repubblica di Ungheria. L'assicuro del fatto che i vari dicasteri della Curia Romana saranno sempre pronti a offrire aiuto e sostegno nello svolgimento dei suoi compiti. Con i miei sinceri buoni auspici, invoco su di Lei, sulla sua famiglia e su tutti i suoi concittadini abbondanti benedizioni di pace e prosperità. Che Dio benedica l'Ungheria!

[Traduzione del testo originale in inglese de “L'Osservatore Romano”]









Messaggio di Benedetto XVI per il Patriarca Kirill di Mosca



CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 2 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il testo del messaggio che Benedetto XVI ha inviato in occasione delle solenni celebrazioni di intronizzazione del nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill.






* * *

A Sua Santità Cirillo

Patriarca di Mosca e di tutte le Russie

La saluto con gioia mentre assume la responsabilità di pastore della venerata Chiesa Ortodossa Russa. Ricordo bene la buona volontà che ha caratterizzato i nostri incontri durante il suo servizio come Presidente del Dipartimento delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca. In occasione della sua intronizzazione desidero, quindi, riaffermare la mia stima e la mia vicinanza spirituale. Prego affinché il nostro Padre celeste le conceda i doni abbondanti dello Spirito Santo nel suo ministero e le permetta di guidare la Chiesa nell'amore e nella pace di Cristo.

Lei è ora il successore del nostro amato fratello di venerata memoria, Sua Santità Alessio ii, che ha lasciato al suo popolo un'eredità profonda e duratura di rinnovamento e di sviluppo ecclesiale, poiché ha guidato la Chiesa Ortodossa Russa fuori dal lungo e difficile periodo della sofferenza causata dal sistema totalitario e ateo verso una presenza e un servizio nuovi e attivi nella società di oggi. Il Patriarca Alessio ii ha operato assiduamente per l'unità della Chiesa Ortodossa Russa e per la comunione con le altre Chiese Ortodosse. Parimenti ha conservato uno spirito di apertura e cooperazione con altri cristiani e con la Chiesa cattolica in particolare, per la difesa dei valori cristiani in Europa e nel mondo. Sono certo che Lei, Santità, continuerà a edificare su questa solida base per il bene del suo popolo e a beneficio dei Cristiani ovunque.

Quale Presidente delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca, lei stesso ha svolto un ruolo eccezionale nell'instaurare un nuovo rapporto fra le nostre Chiese, un rapporto basato su amicizia, accettazione reciproca e dialogo sincero nell'affrontare le difficoltà del nostro cammino comune. Spero con fervore che continueremo a cooperare per elaborare modalità per promuovere e rafforzare la comunione nel Corpo di Cristo, in fedeltà alla preghiera del nostro Salvatore che tutti siano una cosa sola perché il mondo creda (cfr. Gv 17, 21).

Consapevole delle enormi responsabilità che accompagnano il ministero spirituale e pastorale a cui lo Spirito Santo l'ha chiamata, le rinnovo, Santità, l'assicurazione delle mie preghiere e della mia buona volontà fraterna. Chiedo a Dio Onnipotente di benedirla con il suo amore, di vegliare sull'amata Chiesa russa e di sostenere i Vescovi, i sacerdoti e tutti i fedeli nella speranza incrollabile che è nostra in Gesù Cristo.

Dal Vaticano, 28 gennaio 2009

Benedetto PP. XVI

[Traduzione del testo originale in inglese de “L'Osservatore Romano”]

Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:29. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com