Viaggio apostolico in Cipro

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Paparatzifan
00venerdì 5 febbraio 2010 11:16
Paparatzifan
00venerdì 5 febbraio 2010 11:17
Dal blog di Lella...

Vedrà il confine

Benedetto XVI dal 4 al 6 giugno nell'isola "dimezzata"

Si svolgerà dal 4 al 6 giugno di quest'anno la visita apostolica di Benedetto XVI a Cipro, la prima di un Pontefice nell'isola, la terza del Mediterraneo per estensione (dopo Sicilia e Sardegna). Un viaggio che si potrebbe definire "nel segno del Medio Oriente". L'isola rientra, infatti, sotto la giurisdizione del Patriarcato latino di Gerusalemme. Senza dimenticare che Pio XII nel creare, l'11 febbraio 1948, la Delegazione apostolica per Gerusalemme e la Palestina, volle includervi anche il territorio cipriota. Il viaggio, di fatto, si collega al Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente che si svolgerà a Roma dal 10 al 24 ottobre 2010 sul tema "La Chiesa cattolica nel Medio Oriente: Comunione e testimonianza. 'La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola' (Atti, 4, 32)". Il "Documento di lavoro" ("Instrumentum laboris") di questa assemblea sarà consegnato da Benedetto XVI ai vescovi e patriarchi mediorientali proprio durante la sua visita a Cipro. Sui preparativi e significati del viaggio papale, SIR Europa ha intervistato padre Umberto Barato, vicario generale patriarcale dei cattolici latini di Cipro.

Come procedono i preparativi per questo importante appuntamento?

"Abbiamo una commissione centrale, formata dall'arcivescovo maronita, Josef Souaef, da me e da 10 laici, coordinatori delle sottocommissioni che si occupano di settori ed aspetti particolari della visita. Siamo solo all'inizio, abbiamo fatto una riunione il 14 gennaio alla quale erano presenti circa 250 persone. Tra i primi compiti c'è quello di cercare i volontari. Le cose da preparare sono molte ma stiamo lavorando per farci trovare pronti. Il tutto avviene in coordinamento col Governo e con la locale Chiesa ortodossa con la quale collaboriamo e lavoriamo in grande spirito di dialogo ecumenico".

Avete già individuato i luoghi dove si recherà il Pontefice e messo a punto il programma?

"La Commissione vaticana è venuta a Cipro all'inizio di dicembre scorso ed abbiamo individuato alcuni luoghi. Il programma deve essere ancora definito nei particolari che saranno sistemati nelle prossime visite della Commissione vaticana. Si parla, tuttavia, dell'arrivo, il 4 giugno, di Benedetto XVI a Paphos, teatro della predicazione dell'apostolo Paolo, dove si terrà una funzione ecumenica con l'arcivescovo ortodosso, Chrysostomos II. La stessa sera il trasferimento a Nicosia dove continuerà il programma. Nella grande celebrazione di domenica, 6 giugno, il Papa dovrebbe consegnare l'Instrumentum laboris del Sinodo ai vescovi e patriarchi mediorientali. Cipro fa parte della Terra Santa e questo è un gesto altamente significativo".

A Nicosia Benedetto XVI vedrà quella "linea verde" che segna il confine tra la parte greca e quella turca tagliando l'isola da est a ovest?

"Vedrà senz'altro il confine, ma varcarlo è un altro discorso".

La comunità cattolica locale, formata da latini e maroniti, è piuttosto piccola, tuttavia, vi attendete una grande presenza di fedeli nei giorni della visita?

"Certamente. Ma devo dire che la Chiesa locale non comprende solo latini e maroniti, ma anche tutte quelle migliaia di persone, circa 20 mila, che sono a Cipro per lavoro e che vengono dall'Asia e dall'Africa soprattutto. Anche loro sono nostri parrocchiani, anche loro sono la nostra Chiesa. Non si può distinguere tra locali e stranieri che lavorano qui. Per non parlare, poi, degli immigrati clandestini, che sono tantissimi. Siamo tutti membra della Chiesa e tutti ci stringeremo intorno al Pontefice".

Cosa si aspetta la Chiesa cattolica cipriota da questa visita?

"Molto dipenderà dalla nostra preparazione spirituale. In questo senso una delle sotto-commissioni di lavoro ha proprio il compito di preparare spiritualmente i nostri fedeli all'arrivo del Papa. Non vogliamo che questo viaggio abbia solo una valenza sociale o che resti superficiale, su un piano esteriore. Dobbiamo essere pronti a ricevere le parole di Benedetto XVI, a recepire i suoi consigli per essere sempre più fedeli al messaggio evangelico. Da questo viaggio mi attendo che la Chiesa cipriota riceva un nuovo slancio, nuovo entusiasmo e vitalità. Spero anche che questa rappresenti un'occasione privilegiata per avvicinare i 'lontani'. Stiamo per vivere un avvenimento spirituale e pastorale".

Scheda

La comunità cattolica di Cipro è formata dai maroniti e dai latini. Secondo dati forniti dal centro editoriale della Custodia di Terra Santa, i maroniti in tutta l'isola oggi sono circa 6000. Le loro otto parrocchie formano una diocesi, affidata nell'ottobre 2008 all'arcivescovo mons. Josef Souaef (47 anni). La liturgia viene celebrata in lingua araba e aramaica, ma molte parti sono ora tradotte in greco. I latini sono sotto l'autorità pastorale del patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal. I latini con cittadinanza cipriota sono circa 2000, ai quali vanno aggiunti altri 7000 che risiedono permanentemente nell'isola ma non sono ciprioti e circa 20 mila lavoratori stranieri temporanei. A Cipro operano i frati minori della Custodia di Terra Santa. A Nicosia, Larnaca e Limassol, hanno la responsabilità di tre delle quattro parrocchie latine dell'isola e del Terra Sancta College. L'ultima parrocchia creata è quella di Paphos, affidata alla responsabilità del patriarcato latino. Fondamentale è il contributo delle suore, impegnate nelle scuole cattoliche, nella catechesi e nell'assistenza a poveri, immigrati e anziani.

© Copyright Sir Europa


+PetaloNero+
00sabato 10 aprile 2010 15:45
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A CIPRO (E PUBBLICAZIONE DELL’INSTRUMENTUM LABORIS DELL’ASSEMBLEA SPECIALE PER IL MEDIO ORIENTE DEL SINODO DEI VESCOVI) (4 - 6 GIUGNO 2010) - PROGRAMMA

Venerdì, 4 giugno 2010

Roma

09.30
Partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino (Roma) per Paphos.

Paphos

14.00
Arrivo all’Aeroporto Internazionale di Paphos.


CERIMONIA DI BENVENUTO all’Aeroporto Internazionale di Paphos. Discorso del Santo Padre.

15.15
Arrivo alla Chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa di Paphos.

15.30
CELEBRAZIONE ECUMENICA nell’aerea archeologica della Chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa di Paphos. Discorso del Santo Padre.



Sabato, 5 giugno 2010

Nicosia

09.15
VISITA DI CORTESIA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA nel Palazzo Presidenziale di Nicosia.

09.45


INCONTRO CON LE AUTORITÀ CIVILI E CON IL CORPO DIPLOMATICO nel grande giardino del Palazzo Presidenziale di Nicosia. Discorso del Santo Padre.

10.45


INCONTRO CON LA COMUNITÀ CATTOLICA DI CIPRO nel Campo sportivo della Scuola elementare di St. Maron di Nicosia. Discorso del Santo Padre.

12.15
VISITA DI CORTESIA A S.B. CHRYSOSTOMOS II, ARCIVESCOVO DI CIPRO nell’Arcivescovado Ortodosso di Nicosia. Saluto del Santo Padre.

13.30
PRANZO CON S.B. CHRYSOSTOMOS II, ARCIVESCOVO DI CIPRO e con le rispettive Delegazioni nell’Arcivescovado Ortodosso di Nicosia.

17.30


SANTA MESSA con Sacerdoti, Religiosi, Religiose, Diaconi, Catechisti ed Esponenti di Movimenti ecclesiali di Cipro nella Chiesa parrocchiale latina di Holy Cross di Nicosia. Omelia del Santo Padre.



Domenica, 6 giugno 2010

09.30


SANTA MESSA in occasione della pubblicazione dell’Instrumentum Laboris dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi nel Palazzo dello Sport Elefteria di Nicosia. Omelia del Santo Padre. RECITA DELL’ANGELUS DOMINI. Parole del Santo Padre.

13.00


Pranzo con i Patriarchi e Vescovi del Consiglio Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, con S.B. Chrysostomos II, Arcivescovo di Cipro e con i Membri del Seguito Papale nella Nunziatura Apostolica di Nicosia.

16.00
Congedo dalla Nunziatura Apostolica di Nicosia.

16.30
VISITA ALLA CATTEDRALE MARONITA DI CIPRO a Nicosia. Saluto del Santo Padre.

Larnaca

17.45
CERIMONIA DI CONGEDO all’Aeroporto Internazionale di Larnaca. Discorso del Santo Padre.

18.15
Partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale di Larnaca per Roma.

Roma

20.45
Arrivo all’Aeroporto di Ciampino (Roma).


Fuso orario
Roma: + 2 UTC
Cipro: + 3 UTC

+PetaloNero+
00domenica 11 aprile 2010 15:28
Pubblicato il programma della visita apostolica del Papa a Cipro


Un viaggio ecumenico nel cuore del Mediterraneo orientale, per incontrare la piccola Chiesa di Cipro e, attraverso di essa, tutte le Chiese orientali che saranno protagoniste al prossimo Sinodo di ottobre. Sarà questa la linea della visita apostolica che Benedetto XVI compirà a Cipro tra due mesi. Il Papa atterrerà il 4 giugno all’aeroporto internazionale di Paphos e poco dopo sarà impegnato nella celebrazione ecumenica nell’aerea archeologica della Chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa, sempre a Paphos. La mattina del giorno successivo, a Nicosia, vedrà in agenda una serie di incontri: con il presidente della Repubblica cipriota, le autorità civili e il corpo diplomatico, la comunità cattolica locale. Poco dopo mezzogiorno, Benedetto XVI incontrerà Sua Beatitudine Chrysostomos II, arcivescovo ortodosso di Cipro, con il quale si tratterrà a pranzo. Nel pomeriggio, il Papa presiederà la Messa con il clero diocesano e religioso, le suore e tutte le forze della piccola Chiesa locale.

Domenica 6 giugno, il Palazzo dello Sport Elefteria di Nicosia sarà teatro della Messa solenne che Benedetto XVI presiederà in occasione della pubblicazione dell’Instrumentum Laboris del Sinodo per il Medio Oriente. Nel pomeriggio il Pontefice visiterà la cattedrale maronita di Cipro. Quindi, alle 17.45 è in programma la cerimonia di congedo all’aeroporto Internazionale di Larnaca e la partenza verso lo scalo romano di Ciampino dove l’aereo papale verso le 20.45. (A cura di Alessandro De Carolis)

+PetaloNero+
00venerdì 23 aprile 2010 15:46
Visita del Papa a Cipro: un avvenimento "di grande importanza storica"
Secondo l'ambasciata del Paese presso la Santa Sede



ROMA, venerdì, 23 aprile 2010 (ZENIT.org).- Le autorità della Repubblica di Cipro ritengono che la visita di Benedetto XVI nel Paese, dal 4 al 6 giugno prossimi, sia un avvenimento "di grande importanza storica".

Il Papa è stato invitato dal Presidente Demetris Christofias in occasione della sua visita in Vaticano il 27 marzo 2009, e ha ricevuto anche l'invito della Chiesa locale.

Secondo l'ambasciata di Cipro presso la Santa Sede, si tratta di un "avvenimento di grande importanza storica perché è la prima volta che ha luogo una visita di questo tipo".

"Papa Benedetto XVI avrà incontri ufficiali - segnala il comunicato - con il Presidente della Repubblica e con altri rappresentanti dello Stato, con l'Arcivescovo di Cipro e con rappresentanti della comunità cattolica del Paese".

"Durante il suo soggiorno a Cipro, il Pontefice si recherà in pellegrinaggio al Pilastro di San Paolo a Paphos", aggiunge.

Una soluzione alla crisi di Cipro

Nel suo discorso al corpo diplomatico del 7 gennaio 2008, il Papa ha ricordato la divisione dell'isola, dicendo: "Esprimo l'augurio che, nel contesto dell'Unione Europea, non si risparmi alcuno sforzo per trovare soluzione ad una crisi che dura da troppo tempo".

L'occupazione del nord dell'isola da parte dell'esercito turco rappresenta uno dei principali ostacoli all'integrazione della Turchia nell'Unione Europea.

Nel suo discorso dell'8 gennaio 2009, il Papa ha constatato con piacere che "le aspirazioni alla pace sono vive a Cipro, dove sono ripresi i negoziati in vista di eque soluzioni ai problemi legati alla divisione dell'Isola".

La seconda tornata elettorale, domenica 25 aprile, del prossimo Presidente della Repubblica Turca del Nord di Cipro (RTCN), riconosciuta solo dalla Turchia e sotto occupazione turca, potrebbe tuttavia modificare tutto ciò.

Il leader del partito di unità nazionale (UBP, conservatore), M. Dervis Eroglu, arriva effettivamente al potere dopo il primo turno elettorale di domenica scorsa.

I negoziati per la difficile riunificazione dell'isola sono stati iniziati da M. Mehmet Ali Talat, ma il suo avversario si mostra favorevole a una soluzione a due Stati.

Il viaggio del Papa a Cipro sarà anche l'occasione, il 6 giugno, per pubblicare l'Instrumentum laboris dell'Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente, che si celebrerà in Vaticano dal 10 al 24 ottobre prossimi.
+PetaloNero+
00sabato 29 maggio 2010 15:31
Il viaggio del Papa a Cipro: editoriale di padre Lombardi


Un viaggio in ideale prosecuzione con il pellegrinaggio in Terra Santa di un anno fa. E’ questo uno dei motivi che tra una settimana, dal 4 al 6 giugno, porterà Benedetto XVI a visitare l’Isola di Cipro. Un tempo, rotta dei primi viaggi apostolici, e oggi importante centro di dialogo ecumenico, Cipro vedrà il Papa porre in qualche modo la “prima pietra” del prossimo Sinodo di ottobre in Vaticano, con la consegna ai vescovi del Medio Oriente dell’Instrumentum laboris sinodale. Lo spiega il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

Molti si domandano perché il Papa debba andare proprio a Cipro per incontrare i Vescovi del Medio Oriente e consegnare loro il documento di lavoro del prossimo Sinodo, il grande incontro ecclesiale del mese di ottobre. La risposta è facile. Basta leggere gli Atti degli Apostoli, il racconto dei primi passi dell'annuncio del Vangelo nel mondo dopo la Risurrezione di Gesù. Cipro vi compare almeno sei volte. Da Cipro proviene Barnaba, uno dei primi ad unirsi alla comunità degli apostoli a Gerusalemme. Cipro è la prima tappa – insieme travagliata e feconda – del primo viaggio missionario di Paolo, Barnaba e del futuro evangelista Marco. Ad evangelizzare Cipro ritorna Barnaba dopo essersi separato da Paolo. Lungo le coste di Cipro passa e ripassa Paolo nei suoi viaggi successivi, compreso quello finale, che lo porta a Malta e a Roma. Del resto, basta uno sguardo alla carta geografica per capire che Cipro è crocevia strategico, e quindi anche culturale e spirituale nella regione, con una storia per noi strettamente congiunta a quella della Terra Santa. Di qui passavano le rotte dei pellegrini ebrei e cristiani verso e da Gerusalemme, le rotte dei navigatori fra Oriente e Occidente, fra Asia ed Europa. Se da una parte dunque ci sorprende che Giovanni Paolo II non vi abbia mai messo piede, non ci può sorprendere che Benedetto XVI abbia volentieri accolto l'invito a recarvisi, visitatore e pellegrino, con un viaggio che idealmente continua quello di Malta, risalendo il Mediterraneo verso Oriente, e si ricollega pure a quello fondamentale dell'anno scorso nella Terra Santa stessa. Da Cipro, dunque, non si può non guardare attorno, non si può non pregare e sperare per un annuncio e servizio del Vangelo che sia fonte di dialogo, di comunione ecclesiale, di crescita umana e di pace per tutti, in una regione immensamente cara a tutti i credenti, ma ancora attraversata da troppe sofferenze e divisioni.
Paparatzifan
00sabato 29 maggio 2010 19:28
Dal blog di Lella...

PAPA A CIPRO: ARCIVESCOVO,FUORI DA SINODO I CONTRARI A VISITA

(di Furio Morroni)

(ANSAmed) - NICOSIA

L'arcivescovo Chrisostomos II, primate della potente Chiesa greco-ortodossa di Cipro, non ne puo' proprio piu' di coloro che non gradiscono la visita del Papa sull'isola e - con uno stile che non gli e' insolito - ha detto a chiare note che, se non cambieranno atteggiamento, li espellera' per un anno dal Santo Sinodo, la massima autorita' della Chiesa locale.
E' questo l'ultimo sviluppo della vicenda che vede opposti da giorni almeno cinque alti prelati del Sinodo e il primate in quella che e' la prima grave spaccatura nell'ambito delle alte sfere della Chiesa di Cipro dall'elezione di Chrisostomos nel 2006. Chrisostomos, come ha dichiarato al diffuso giornale locale Phileleftheros, e' dunque deciso a riportare drasticamente l'ordine tra i ribelli (in particolare si distingue il battagliero arcivescovo di Limassol, Athanasios, che ha definito il Papa ''un eretico'') che si sono dichiarati contrari alla venuta sull'isola di Benedetto XVI. Cosi', ha deciso il primate, chiunque boicottera' i festeggiamenti per il benvenuto al Papa e non sara' presente alla cerimonia in programma il pomeriggio del 4 giugno a Pafos verra' espulso dal Sinodo per un anno. Nonostante la maggioranza della popolazione di Cipro sia di fede greco-ortodossa, la visita del Papa (la prima di un pontefice in 2000 anni) e' comunque sentita come un fatto storico e di prestigio per tutta l'isola la cui stampa segue con attenzione tutte le questioni connesse all'arrivo di Ratzinger. La sicurezza e' uno dei temi piu' seguiti, soprattutto da quando, 48 ore fa, hanno cominciato a diffondersi voci secondo cui gruppi di fanatici greco-ortodossi potrebbero arrivare dalla Grecia a dar manforte ai locali contestatori del Papa. In questo contesto le autorita' cipriote hanno predisposto rigide misure di sicurezza per garantire che la visita si svolga al meglio, mobilitando 400 agenti di polizia. Intorno al pontefice, inoltre, sono state predisposte diverse ''aree di sicurezza''. La prima, denominata ''Prima zona'', e' lo spazio fisico immediatamente intorno alla persona di Ratzinger: a vegliare sulla sua sicurezza, scrive la stampa cipriota, saranno uomini dei servizi Vaticani. Subito intorno alla ''Prima zona'', c'e' la ''Seconda zona'' che sara' sotto la responsabilita' di decine di agenti dell'antiterrorismo armati (ma non si sa se in uniforme o in borghese) e dei servizi segreti ciprioti (il Kyp). Per finire tiratori scelti dell'antiterrorismo saranno appostati sui tetti degli edifici circostanti tutti i luoghi aperti che il pontefice andra' a visitare.

© Copyright (ANSAmed)


Paparatzifan
00domenica 30 maggio 2010 21:59
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PAPA: VENERDI' VOLA A CIPRO, PAESE DIVISO MA ANCHE AVAMPOSTO UE VERSO MEDIO ORIENTE

(AGI) - CdV, 30 mag.

(di Salvatore Izzo)

"Cipro è un avamposto dell’Unione Europea verso il Medio Oriente e l’Africa". Georgios Poulides, ambasciatore di Cipro presso la Santa Sede dal 2003, presenta cosi' la meta del prossimo viaggio apostolico di Benedetto XVI, che giungerà in visita nell’isola venerdi' 4 giugno e domenica prossima consegnera' ai vescovi della Terra Santa l’Instrumentum Laboris dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo, nel corso di una celebrazione nel Palazzo dello Sport Elefteria di Nicosia nella quale si preghera' per la pace in Terra Santa e in tutta l'area.
"Il ruolo di Cipro è emerso con chiarezza durante la crisi del Libano nell’estate 2006, quando ha sostenuto l’invio di una forza di pace europea lungo la frontiera tra Israele e Libano", ma questo e' anche un paese diviso in due, l'ultimo in Europa dopo la caduta del Muro di Berlino: "quasi un terzo del territorio - ricorda il diplomatico - si trova, fin dal lontano 1974, sotto occupazione militare turca.
In tale area i militari di Ankara hanno concentrato tutta la minoranza turco-cipriota (circa il 18 per cento della popolazione, prima sparsa lungo tutta l’isola), hanno cacciato con la forza i greco-ciprioti e tutti i cristiani, vi hanno trasferito centinaia di migliaia di coloni anatolici, infine hanno orchestrato l’autoproclamazione di uno stato-fantoccio, riconosciuto solo dalla Turchia".
Già al momento dell’adesione di Cipro nel 2004 l’Unione Europea ha preso posizione su questa situazione: "è tutta Cipro che - spiega Poulides in un'intervista a "Tempi" - ha aderito alla Ue e tutti i cittadini di Cipro sono cittadini europei. Nei territori occupati le regole
comunitarie sono sospese in attesa della riunificazione".
Una situazione di stallo - nella quale continua la profanazione degli edifici sacri e dei segni cristiani - che in passato ha impedito a Papa Wojtyla di visitare Cipro.
"Se da una parte ci sorprende che Giovanni Paolo II non vi abbia mai messo piede, non ci può sorprendere - sottolinea da parte sua il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi - che Benedetto XVI abbia volentieri accolto l'invito a recarvisi, visitatore e pellegrino, con un viaggio che idealmente continua quello di Malta, risalendo il Mediterraneo verso Oriente, e si ricollega pure a quello fondamentale dell'anno scorso nella Terra Santa stessa.
Molti - rileva Lombardi ai microfoni della Radio Vaticana - si domandano perché il Papa debba andare proprio a Cipro per incontrare i vescovi del Medio Oriente e consegnare loro il documento di lavoro del prossimo Sinodo, il grande incontro ecclesiale del mese di ottobre. La risposta è facile: basta leggere gli Atti degli Apostoli, Cipro vi compare almeno sei volte. E basta uno sguardo alla carta geografica per capire che Cipro è crocevia strategico, e quindi anche culturale e spirituale nella regione, con una storia per noi strettamente congiunta a quella della Terra Santa.
Di qui passavano le rotte dei pellegrini ebrei e cristiani verso e da Gerusalemme, le
rotte dei navigatori fra Oriente e Occidente, fra Asia ed Europa: da Cipro, non si può non guardare attorno, non si può non pregare e sperare per un annuncio e servizio del Vangelo che sia fonte di dialogo, di comunione ecclesiale, di crescita umana e di pace per tutti, in una regione immensamente cara a tutti i credenti, ma ancora attraversata da troppe sofferenze e divisioni".
“Chiedo - ha detto oggi Papa Ratzinger ai 50 mila fedeli presenti in piazza San Pietro per l'Angelus - la vostra preghiera per la pace e la prosperità di tutto il popolo di Cipro, nonché per la preparazione dell'Assemblea Speciale del Sinodo".
"La visita del Papa - commenta l'ambasciatore - è di importanza storica per Cipro. È la prima volta che un vescovo di Roma visita il nostro paese ed è la prima visita in assoluto di Benedetto XVI in un paese ortodosso. La visita costituisce il coronamento di un lungo sostegno che la Santa Sede ha sempre fornito alla causa di Cipro. La diplomazia vaticana tiene sempre nella massima considerazione la legalità internazionale, quindi le risoluzioni delle Nazioni Unite e di altri rilevanti organismi internazionali, che chiedono alla Turchia di ritirare le sue truppe da Cipro. La Santa Sede ci ha sempre sostenuto perché Cipro è un piccolo paese che subisce l’aggressione di un potente vicino. Perché è la lotta della ragione contro la violenza. Per questo Papa Benedetto ha accettato ben volentieri l’invito a visitare l’isola che gli hanno rivolto sia il presidente Christofias che l’arcivescovo Chrysostomos II". Quest'ultimo, a sua volta, ha risposto ai cinque membri del Santo Sinodo che boicotteranno la cerimonia di benvenuto.
"Le persone possono pensare ciò che vogliono, ma questo non significa poter offendere un ospite", ha detto mettendo al riparo il carattere ecumenico del viaggio: per la prima volta Papa Ratzinger sara' infatti in un Paese a maggioranza Ortodossa.
"La visita del Papa - dice in proposito l'ambasciatore - è importante anche dal punto di vista del dialogo ecumenico.
La Chiesa di Cipro svolge un ruolo importante nell’ambito delle Chiese ortodosse e da tempo desiderava svolgere un ruolo egualmente importante anche nel dialogo ecumenico. Subito dopo la sua elezione, il nuovo arcivescovo Chrysostomos II ha voluto visitare il Vaticano e iniziare così una nuova era di rapporti con i cattolici. Pochi mesi dopo Chrysostomos è tornato in Italia per partecipare alle giornate mondiali per la pace organizzate dalla Comunità di Sant’Egidio, con la presenza del Pontefice il primo giorno dei lavori.
Poi, nel novembre 2008, queste giornate si sono tenute a Cipro e poco tempo dopo si è riunita a Pafos la commissione teologica mista cattolici-ortodossi che esamina la questione del primato papale. Con la partecipazione attiva della Chiesa di Cipro al dialogo ecumenico non solo tutte le Chiese e i Patriarcati di lingua greca partecipano pienamente al dialogo con la Chiesa cattolica, ma Cipro ha anche aiutato ad aprire la strada verso le Chiese ortodosse slave, poiché ha sempre mantenuto ottimi rapporti con il Patriarcato di Mosca".

© Copyright (AGI)


+PetaloNero+
00lunedì 31 maggio 2010 00:15
Padre Lombardi: il Papa a Cipro come pellegrino
L'editoriale del portavoce vaticano sul prossimo viaggio di Benedetto XVI



CITTA' DEL VATICANO, domenica, 30 maggio 2010 (ZENIT.org).- Prima di ogni altra ragione, Benedetto XVI si recherà dal 4 al 6 giugno a Cipro, isola degli Atti degli Apostoli, come pellegrino, spiega il portavoce vaticano.

"Molti si domandano perché il Papa debba andare proprio a Cipro per incontrare i Vescovi del Medio Oriente e consegnare loro il documento di lavoro del prossimo Sinodo, il grande incontro ecclesiale del mese di ottobre", ammette padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, nell'editoriale dell'ultimo numero di "Octava Dies", il settimanale del Centro Televisivo Vaticano.

La risposta, ha detto, "è facile: basta leggere gli Atti degli Apostoli, il racconto dei primi passi dell'annuncio del Vangelo nel mondo dopo la Risurrezione di Gesù. Cipro vi compare almeno sei volte".

"Da Cipro proviene Barnaba, uno dei primi ad unirsi alla comunità degli apostoli a Gerusalemme. Cipro è la prima tappa - insieme travagliata e feconda - del primo viaggio missionario di Paolo, Barnaba e del futuro evangelista Marco", osserva il portavoce vaticano nell'illustrare il contesto del primo viaggio di un Papa in quest'isola.

"Ad evangelizzare Cipro - continua ancora - ritorna Barnaba dopo essersi separato da Paolo. Lungo le coste di Cipro passa e ripassa Paolo nei suoi viaggi successivi, compreso quello finale, che lo porta a Malta e a Roma".

"Del resto, basta uno sguardo alla carta geografica per capire che Cipro è crocevia strategico, e quindi anche culturale e spirituale nella regione, con una storia per noi strettamente congiunta a quella della Terra Santa".

"Di qui passavano le rotte dei pellegrini ebrei e cristiani verso e da Gerusalemme, le rotte dei navigatori fra Oriente e Occidente, fra Asia ed Europa".

"Se da una parte dunque - ha aggiunto padre Lombardi - ci sorprende che Giovanni Paolo II non vi abbia mai messo piede, non ci può sorprendere che Benedetto XVI abbia volentieri accolto l'invito a recarvisi, visitatore e pellegrino, con un viaggio che idealmente continua quello di Malta, risalendo il Mediterraneo verso Oriente, e si ricollega pure a quello fondamentale dell'anno scorso nella Terra Santa stessa".

Rivolgendo un pensiero alla maggioranza ortodossa presente su quest'isola del Mediterraneo e alla presenza turca, padre Lombardi ha affermato che "da Cipro, dunque, non si può non guardare attorno, non si può non pregare e sperare per un annuncio e servizio del Vangelo che sia fonte di dialogo, di comunione ecclesiale, di crescita umana e di pace per tutti, in una regione immensamente cara a tutti i credenti, ma ancora attraversata da troppe sofferenze e divisioni".
Paparatzifan
00lunedì 31 maggio 2010 20:05
Dal blog di Lella...

CIPRO - Nell'isola divisa

I maroniti e i cattolici aspettano Benedetto XVI

Mancano pochi giorni all’atteso viaggio a Cipro di Benedetto XVI che, domenica 30 maggio, all’Angelus, ha chiesto ai fedeli radunati in piazza San Pietro, preghiere per la pace e la prosperità dell’intero Paese e per il prossimo Sinodo per il Medio Oriente.
Si tratta della prima visita di un Pontefice nell’Isola: ricco il programma che vede già all’arrivo a Paphos (4 giugno) una celebrazione ecumenica, seguita, il giorno dopo a Nicosia, da una serie di incontri istituzionali e religiosi, tra i quali spicca quello con la comunità cattolica locale. Momento cardine del viaggio apostolico sarà la messa di domenica 6 giugno, con la consegna dell’“Instrumentum laboris” dell’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi (10-24 ottobre). “Un programma pieno di momenti importanti per una visita che lascerà un'impronta profonda in tutta l'Isola”, dice al SIR padre Umberto Barato, vicario patriarcale di Cipro, Isola che ecclesiasticamente appartiene al Patriarcato latino di Gerusalemme. La minoranza cattolica (maroniti e latini), il 3,15% della popolazione che è a maggioranza ortodossa, attende il Papa e si sta preparando nel migliore dei modi a riceverlo. Tutte le parrocchie sono state coinvolte e molti fedeli presteranno opera come volontari. Recentemente, in una nota congiunta, la Chiesa cattolica maronita e quella latina di Cipro, hanno parlato della presenza di Benedetto XVI nell’Isola come di “una benedizione e di una grande opportunità per promuovere i principi e valori umani e cristiani, basati sulla libertà, il perdono, la pace e la riconciliazione”. Ma chi i sono i cattolici ciprioti? Quanti sono e qual è la loro storia? Risponde padre Barato.

Tre minoranze. “La Costituzione del 1960 riconosce che Cipro è formato dall’etnia greca e dall’etnia turca. Si riconoscono poi tre minoranze: i maroniti, gli armeni e latini cattolici. Al tempo dell’indipendenza, queste tre minoranze furono invitate a scegliere a quale delle due etnie volessero appartenere e tutte e tre scelsero l’etnia greca. Le tre minoranze hanno il diritto di eleggere un loro rappresentante al Parlamento. Il rappresentante non ha diritto di parola, se non in sede di Commissione o quando ne viene richiesto”.

Maroniti. “I maroniti approdarono a Cipro nei secoli VII-VIII. Nel passato erano un’importante componente della popolazione dell’Isola. Arrivarono ad avere circa 60 villaggi, con chiese e istituzioni proprie. Oggi sono poco più di 5 mila persone in 4 villaggi tutti nella parte nord occidentale dell’Isola, quella occupata dai turchi: Kormakiti, Assomatos, Karpasha e Ayía Marina. Durante l’invasione del 1974, la maggior parte dei maroniti, specialmente i giovani, fuggirono dai loro villaggi e si stabilirono nella parte sud dell’isola, dove un po’ alla volta ricostruirono la loro vita. Dal 1988 Cipro dei Maroniti è una diocesi del Patriarcato Maronita del Libano. Mons. Joseph Soueif è l'attuale arcivescovo, che nel prossimo Sinodo per il Medio Oriente ricoprirà la carica di segretario speciale. I maroniti attualmente hanno 8 parrocchie: 3 nella parte nord; 3 nell’area di Nicosia; 1 a Larnaca e 1 a Limassol. Sono servite da 5 sacerdoti diocesani e da 3 monaci antonini. Ci sono anche tre suore antonine libanesi, al servizio dell’arcivescovo. La liturgia viene celebrata in lingua araba e aramaica, ma molte parti sono ora tradotte in greco”.

Latini. “La storia dei cattolici latini a Cipro comincia con l’occupazione dell’Isola da parte dei Templari alla fine del secolo decimo per terminare con la prima invasione della Turchia (1571). I turchi allora permisero di rimanere nell’isola solo agli ortodossi e ai maroniti. I cattolici dovettero abbandonare monasteri e chiese, trasformate in moschee, o occupate dagli ortodossi. Nel 1593 i francescani di Terra Santa ottennero dal Sultano di Istanbul di ritornare a Cipro. I latini nativi di Cipro sono pochi e vanno sempre più diminuendo, soprattutto a causa dei matrimoni misti. La Chiesa latina, nell’ultimo scorcio del XX secolo, si è arricchita di nuovi membri dall’Asia, filippini, cingalesi, indiani, soprattutto donne che lavorano presso famiglie cipriote, ambasciate o l’Onu. Difficile accertare il numero preciso dei fedeli latini di Cipro. Sembra che i ciprioti autoctoni siano 350. Secondo le liste elettorali, i latini che possono votare sono 600. A questi si devono aggiungere almeno altre 300 o 400 persone, membri delle loro famiglie. Quindi circa mille persone in tutto. A questo numero bisogna aggiungere un nutrito gruppo di persone, tecnici, professori, uomini d’affari occidentali che vivono a Cipro per qualche anno. Molto probabilmente arrivano a 2 mila persone circa. Poi c’è il rebus dei lavoratori stranieri. I filippini sono quasi tutti cattolici e si suppone che siano 7 mila. I cingalesi sono circa 1.500 e gli indiani circa 300 persone. Ultimamente hanno cominciato ad arrivare molti africani provenienti dal Camerun e dalla Nigeria, qualcuno dal Congo. Molti di loro sono cattolici, ma non è possibile dare un numero esatto. Non si conosce il numero degli illegali. In conclusione, si stima che il numero dei lavoratori stranieri cattolici a Cipro si aggiri tra le 9 e 10 mila persone, poco più”.

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+PetaloNero+
00martedì 1 giugno 2010 15:53
BRIEFING DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

Questa mattina, alle ore 11.30, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, il Direttore P. Federico Lombardi, S.I., ha tenuto un Briefing per illustrare il Programma del Viaggio Apostolico di Sua Santità Benedetto XVI a Cipro (e pubblicazione dell’Instrumentum laboris dell’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi) (4-6 giugno 2010).



Presentato in Sala Stampa Vaticana il viaggio apostolico del Papa a Cipro, dal 4 al 6 giugno



Grande attesa a Cipro per l’arrivo venerdì prossimo di Benedetto XVI, che si tratterrà nella piccola isola del Mediterraneo tre giorni, fino alla domenica, giornata "clou" del viaggio apostolico con la consegna pubblica da parte del Papa dell’Instrumentum laboris dell’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi, previsto in ottobre. Stamani, il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi ne ha parlato con i giornalisti. Il servizio di Roberta Gisotti:

Per la prima volta nella storia un Papa a Cipro, ha ricordato padre Lombardi, sottolineando che questa isola è stata anche la prima tappa del primo viaggio apostolico di San Paolo. Per Benedetto XVI si tratta invece del 19.mo Paese visitato, nell’ambito del suo 16.mo viaggio apostolico. “La vogliamo accanto a noi…” aveva detto al Papa l’arcivescovo ortodosso di Cipro Chrisostomos, incontrandolo in Vaticano nel giugno 2007. E il momento è arrivato, su invito oltre che della Chiesa ortodossa anche delle autorità statali e naturalmente della Chiesa cattolica di piccola minoranza. Tre giorni intensi di incontri con personalità religiose e civili, in un clima che si annuncia - ha detto padre Lombardi - di grande cordialità, all’insegna della pace e dell’ecumenismo.

“Come impostazione c’è naturalmente l’aspetto dei rapporti con il Paese, con la comunità cipriota, che è importante data anche la situazione del Paese. C’è infatti un piccolo simbolo sia alla cerimonia di arrivo sia alla cerimonia di partenza: la benedizione di un albero di ulivo; quindi il messaggio vuole evidentemente essere un messaggio di pace. Per quanto riguarda gli aspetti di carattere pastorale, ricordo l’aspetto paolino che può rimandare anche alla visita a Malta di quest’anno, e l’aspetto ecumenico - in particolare i rapporti con gli ortodossi , la visita alla comunità cattolica che è multirituale e poi la consegna nella domenica dell’Instrumentum laboris del Sinodo, che è - come sappiamo - una delle occasioni importanti di questo viaggio”.
La visita avrà dunque il suo culmine con la Messa domenicale nella festa del Corpus Domini, ospitata nel Palazzo dello Sport Elefteria della capitale Nicosia, che il Papa presiederà in occasione della pubblicazione l’Instrumentum laboris del prossimo Sinodo per il MedioOoriente, che verrà consegnata in quattro lingue (inglese, francese, italiano e arabo) nelle mani Consiglio presinodale, composto dai sette patriarchi mediorientali e dai tre capi dei dicasteri vaticani, per l’Unità dei cristiani, per le Chiese orientali e per il Dialogo interreligioso.
Padre Lombardi, ha chiarito – su domande dei giornalisti – che non vi saranno cambiamenti nel programma del Papa a Cipro, a seguito dell’attacco israeliano alla flottiglia di pacifisti, “un evento – ha sottolineato – molto triste e preoccupante”. Per quanto attiene la logistica Benedetto XVI alloggerà nella nunziatura di Nicosia, che si trova sulla linea verde, ovvero la zona cuscinetto – sotto il controllo dell’Onu – tra la Repubblica greco-cipriota e i territori occupati a nord dalle truppe turche nel 1974, un terzo dell’intera isola, mai riconosciuti dalla comunità internazionale. Una situazione complessa, che grava fortemente sulla vita dell’isola e sulla popolazione divisa.






Papa a Cipro: per mons. Fortino sarà accolto in un'atmosfera positiva



E’ in una “atmosfera di positivo impegno” tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa di Cipro che si inserisce la visita del Papa all’arcivescovo Chrysostomos nel contesto del suo viaggio apostolico a Cipro, dal 4 al 6 giugno. A sottolineare l’aspetto ecumenico del viaggio è mons. Eleuterio Fortino del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani in un articolo scritto per l’Osservatore Romano. “La Chiesa di Cipro – fa sapere - partecipa attivamente alle iniziative ecumeniche in Medio Oriente, nelle commissioni interortodosse, nell'ambito di consiglio ecumenico delle Chiese. Con la Chiesa cattolica ha mantenuto, con perseveranza, contatti positivi e calorosi”, accogliendo a Paphos l’ultimo incontro della Commissione mista internazionale. “Forse memore di una sparuta manifestazione contro il dialogo ortodosso-cattolico”, che aveva avuto luogo in quella occasione, il Santo Sinodo ha divulgato in maggio una lettera enciclica “per richiamare – dice mons. Fortino - l'importanza della visita del Papa di Roma e il dovere di accoglierlo con rispetto. Ha anche invitato a superare recriminazioni per il passato”. "Pensiamo - affermano i membri del Sinodo - che non possiamo rimanere legati al passato, specialmente in un mondo in cui i cristiani rischiano di diventare minoranza. La preghiera del Cristo "che siano una cosa sola" è indirizzata anche a noi". (R.P.)




Paparatzifan
00martedì 1 giugno 2010 20:15
Dal blog di Lella...

PAPA A CIPRO: P.BARATO (VICARIO LATINI), “CHIESA ORTODOSSA HA APPROVATO LA VISITA”

“Non bisogna dare peso alle critiche. La Chiesa ortodossa cipriota ha approvato all’unanimità la visita”.
Risponde così padre Umberto Barato, vicario generale patriarcale dei cattolici latini di Cipro, alle dichiarazioni, riportate dai media locali, di alcuni vescovi ortodossi ciprioti contrari all’imminente viaggio di Benedetto XVI nell’isola (4-6 giugno). Uno di loro si è spinto a dichiarare che il Papa è eretico e che non è un vescovo, dal momento che la Chiesa Latina “si è separata dalla vera Chiesa”.
“Si tratta di dichiarazioni che contraddicono la decisione presa all’unanimità dal Sinodo ortodosso di proporre la visita del Papa – spiega al SIR il vicario – adesso vengono fuori queste frasi”. L’arcivescovo ortodosso Chrysostomos II di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro ha reagito alle critiche dichiarando che “tutti i vescovi ortodossi devono accettare il Papa e devono presenziare al suo ricevimento, dal momento che il Sinodo ortodosso ha approvato la visita. Inoltre ha minacciato di sospensione dalla partecipazione alle riunioni del Sinodo ortodosso per un anno quanti si rifiuteranno di essere presenti”.
A tentare di guastare il clima di attesa nell’isola anche l’iniziativa di un’associazione locale che ha accusato il Pontefice di aver taciuto sugli scandali di alcuni sacerdoti e per questo ha chiesto al Procuratore generale della Repubblica di arrestare il Papa non appena atterrerà a Cipro. “Le accuse e il modo in cui sono state formulate non meritano risposta – afferma padre Barato – perché sono dettate dal pregiudizio”. Il francescano si dice convinto che la visita del Papa “porterà parole di speranza, di riconciliazione e di pace. Ci sarà anche un messaggio di consolazione rivolto ai tanti migranti che vivono qui nell’isola”.

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Paparatzifan
00mercoledì 2 giugno 2010 12:56
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Visita del pontefice nell’isola divisa, in una fase ad alta intensità di conflitti nella regione mediterranea

E il papa sbarca a Cipro. Slalom tra ortodossi, turchi, islamici e israeliani

Lorenzo Biondi

Il viaggio a Cipro rischia di trasformarsi, per Benedetto XVI, in una difficile corsa a ostacoli. Non bastavano i problemi legati alle divisioni tra la comunità greco-cipriota e quella turco-cipriota, né l’ostilità della parte più intransigente della Chiesa ortodossa dell’isola nei confronti del Pontefice. A complicare le cose ci si è messa anche la tragedia dell’arrembaggio israeliano ai trasporti umanitari diretti a Gaza: navi battenti bandiera turca e salpate dai porti di Cipro Nord. Il papa cercherà di portare un messaggio di pace per il Medio Oriente, ma una sola parola di troppo potrebbe scatenare una bufera simile a quella del 2006, dopo la famosa lezione all’università di Ratisbona.

Gli ortodossi intransigenti

E pensare che papa Ratzinger aveva in mente un viaggio all’insegna dell’ecumenismo.
L’invito era arrivato dalle autorità religiose cipriote e poi dal presidente della Repubblica di Cipro (la parte meridionale dell’isola, a maggioranza greca), il comunista Dimitris Christofias. Già, comunista: perché a Nicosia c’è un sistema politico che ricorda l’Italia degli anni Settanta, coi comunisti e i democristiani a contendersi la maggioranza relativa intorno al 30% dei voti.
Ma tornando al papa. Benedetto XVI aveva accettato l’invito anche in vista del grande Sinodo dei vescovi del Medio Oriente, che si terrà a Roma a ottobre. Tra venerdì e domenica prossimi, il pontefice consegnerà ai prelati mediorientali le linee guida per l’incontro, sui luoghi della predicazione degli apostoli Paolo e Barnaba. Un messaggio di pace e di unità dei cristiani, che ha suscitato qualche protesta preventiva tra gli ortodossi intransigenti.
«È un eretico, non dovremmo accoglierlo », ha tuonato il vescovo di Limassol, Athanasios, subito zittito dall’arcivescovo Chrisostomos. Il leader religioso dei grecociprioti ha minacciato di espellere i dissidenti dal sinodo della Chiesa di Cipro, se dovessero protestare in modo plateale. «Ma sono solo pochi fanatici – spiega a Europa padre Umberto Barato, vicario generale dei cattolici latini di Cipro –, questo è il paese ortodosso in cui la Chiesa cattolica è trattata meglio; siamo benvoluti e stimati».
Rimarrà esclusa dal viaggio di Benedetto la parte turca del paese, perché Cipro Nord non è riconosciuto da nessuno stato occidentale.
Ma il papa teologo dovrà tenere sempre a mente l’altra metà dell’isola; per non ripetere l’errore di Ratisbona, quando per una citazione troppo colta scatenò le ire di mezzo mondo musulmano. Di tensioni tra la comunità cristiana e quella musulmana di Cipro ce ne sono fin troppe. Le divisioni non sono semplicemente religiose, ma etniche e politiche.
L’isola è spaccata in due dal 1974, quando – in reazione ad un colpo di stato che prometteva di annettere Cipro alla Grecia dei Colonnelli – l’esercito turco invase la parte settentrionale del paese, per non andarsene più. Il processo di pace ha compiuto in tempi recenti notevoli passi avanti verso la riunificazione delle due Repubbliche, ma si è andato ad incagliare sulla questione delle terre sottratte ai greci-ciprioti al tempo dell’invasione.

Le parole che dovrà evitare

Su alcuni di quei terreni sorgevano delle chiese. Nel 2006 il vecchio presidente della parte greca, il democristiano Tassos Papadopoulos, fu ospite in Vaticano e regalò al papa un libro. C’erano le foto di antiche chiese ortodosse rase al suolo dai turchi, oppure trasformate in negozi, ristoranti, persino stalle.
«Questa distruzione è incredibile», commentò Benedetto XVI. Ecco, un giudizio del genere è esattamente quello che il papa dovrà evitare nel corso del suo prossimo viaggio.
Il negoziato tra le due comunità, interrotto per un paio di mesi a causa delle elezioni politiche nel Nord, è ripreso proprio in questi giorni. Il documento di cui si discute è scritto in nero, rosso e blu. Le parti nere, quelle su cui è già stato trovato un accordo, riempiono ormai più della metà del fascicolo. Il capitolo sulle proprietà da restituire è quasi tutto rosso. La comunità turca, che le occupa ormai da trent’anni, non ha intenzione di restituirle. I greci potrebbero accontentarsi di una compensazione monetaria.
Sempre che sulla razionalità economica non prevalgano sentimenti di rivalsa e di orgoglio etnico-religioso. Esattamente il tipo di sentimenti che entra in ballo quando si discute di una chiesa trasformata in stalla.
La controparte turco-cipriota, d’altra parte, ha tutto da guadagnare da un accordo stabile.
Il mancato riconoscimento diplomatico da parte di tutti i Paesi non-islamici comporta gravi conseguenze economiche per gli abitanti del Nord. Ankara lo sa, e il governo Erdogan finora si è comportato responsabilmente. Come gli veniva richiesto dall’Unione europea, di cui la Repubblica di Cipro è membro.

Una Turchia più “anti-occidentale”

La visita del papa a Cipro arriva in un momento in cui però la Turchia sente fortissima la tentazione di sbattere la porta in faccia agli occidentali per buttarsi nell’abbraccio della solidarietà musulmana. Specie dopo l’«incidente » di lunedì scorso, quando nove cittadini turchi sono stati uccisi da soldati israeliani a bordo di navi dirette a Gaza, cariche di aiuti umanitari. Lunedì stesso le strade di Istanbul si sono riempite di manifestanti che gridavano slogan contro Israele. Dal 2005 le relazioni tra Turchia e Israele si erano già deteriorate molto, dopo lo scontro tra il premier Recep Tayyip Erdogan e Shimon Peres a Davos e dopo il rifiuto turco di partecipare a esercitazioni congiunte con l’aviazione israeliana. Poi era arrivata la visita di Erdogan in Iran, ospite dell’arcinemico di Israele Mahmud Ahmadinejad. E ieri la condanna del primo ministro turco nei confronti di Tel Aviv è stata durissima: «Hanno dimostrato ancora quanto sono bravi ad uccidere la gente».
Anche la Santa Sede, pur nel linguaggio felpato della diplomazia vaticana, ha espresso «dolore e grande preoccupazione» per l’attacco.
Il direttore della sala stampa, padre Federico Lombardi, ha anticipato che Benedetto XVI a Cipro riproporrà «il messaggio di pace» per il Medio Oriente. Ma con turchi e israeliani pronti a coglierlo in fallo, per papa Ratzinger parlare di pace non sarà mai stato così difficile.

© Copyright Europa, 2 giugno 2010


Paparatzifan
00mercoledì 2 giugno 2010 23:38
Dal blog di Lella...

Le attese della popolazione di Cipro nell'intervista al nunzio apostolico Antonio Franco

Dalla visita del Papa un valore aggiunto nel cammino verso la pace

di Mario Ponzi

Un valore aggiunto nel cammino verso la pace nella vasta regione mediorientale. Così l'arcivescovo Antonio Franco, nunzio apostolico a Cipro, ha definito il prossimo viaggio di Benedetto XVI nell'isola mediterranea. Nell'intervista rilasciata al nostro giornale il rappresentante pontificio si sofferma su quelle che, a suo parere, saranno le linee direttrici lungo le quali si svilupperà la visita. Il Papa "sarà missionario sulle orme dell'apostolo Paolo e di san Barnaba"; "promotore di un nuovo slancio per la ripresa e la positiva conclusione del processo di pace e di riunificazione dell'isola", divisa dal 1974; "testimone della validità del dialogo ecumenico"; "conforto per le due eroiche comunità cattoliche di Cipro"; "faro sul cammino sinodale verso l'assemblea speciale per il Medio Oriente".

Benedetto XVI si reca a Cipro. Difficilmente però l'attenzione sarà contenuta nei confini dell'isola. Dopo Turchia, Giordania, Israele e Territori Palestinesi questo viaggio assume un significato emblematico dell'attenzione con la quale il Papa segue lo sviluppo della questione medio orientale, nelle sue diverse sfaccettature.

Non vi è dubbio che sia una concreta chiave di lettura. Cipro rappresenta, nel suo piccolo, la problematica che scuote il Medio Oriente: dalla convivenza di religioni diverse, al confronto con l'islam, alle contese territoriali. Il Papa non può certo obbligare nessuno, tanto meno pretende di risolvere annosi problemi politici. Certamente la sua sola presenza potrà servire da stimolo per un rinnovato impegno comune. È quello che si augurano un po'tutti, anche se per motivi diversi.

Diversi in che cosa?

I motivi degli uni riguardano per esempio il ripristino dell'unità territoriale dell'isola, con tutto ciò che ne consegue: dalla possibilità di circolare liberamente, a un rinnovato incremento turistico, visto l'alto valore archeologico del nord del Paese. I motivi degli altri sono forse più legati alla realizzazione di programmi politici di più ampio respiro, per esempio in un'ottica europeistica. Comunque non è nelle possibilità del Papa risolvere le situazioni, lo ripeto. C'è già l'Organizzazione delle Nazioni Unite che sta lavorando molto e bene per una composizione della controversia. Dunque si deve solo attendere che la buona volontà abbia il sopravvento. Senza dubbio è di buon auspicio il fatto che nei giorni della vigilia dell'arrivo del Pontefice a Cipro, dopo quasi due mesi di sospensione si è riaperto il negoziato tra le parti contendenti - esattamente il 26 maggio - e un accordo sembra finalmente più vicino.

Dal punto di vista ecumenico quale sarà l'impatto di questa visita?

Naturalmente non ci aspettiamo nulla nell'immediato. Ma devo dire che i suoi effetti la visita li ha già avuti in questi giorni, cioè ancora prima che inizi. L'arcivescovo ortodosso Chrysostomos ii ha espresso più volte soddisfazione e si è molto adoperato per far sopire sul nascere ombre di possibili contestazioni estremiste. Ha cercato ripetutamente di far capire il senso profondo di questo viaggio che, sebbene non sia dovuto o ispirato esclusivamente da motivazioni di carattere ecumenico, certamente porterà frutti anche per lo sviluppo futuro del dialogo. C'è da considerare anche la particolarità del Medio Oriente, vitalizzato dalla presenza di Chiese orientali sui iuris: melchita, siriaca, maronita, copta, armena e caldea. Si tratta di Chiese che se da una parte hanno bisogno di vivere i loro particolarismi liturgici, linguistici e pastorali dall'altra hanno bisogno di sentirsi in comunione tra loro. Qualche problema in questo senso si è avvertito negli ultimi anni. Un p0' meno a Cipro, dove vivono solo tre piccole comunità di cattolici latini, maroniti e armeni. Ritengo provvidenziale la visita del Papa proprio come elemento visibile di quella comunione che cercano. Sul piano più squisitamente ecumenico ci si aspetta un ulteriore elemento di speranza nel rapporto con la Chiesa greco-ortodossa. Ma i frutti, lo ripeto, li coglieremo ben dopo la visita del Papa. A Cipro la Chiesa cattolica è stimata per il suo impegno nel sociale, soprattutto nel campo dell'istruzione.

In quale modo si preparano le comunità cattoliche ad accogliere il Papa?

C'è tanto entusiasmo. Intendiamoci, si tratta di piccole comunità. Per avere un'idea pensi che su una popolazione di 794 mila persone i cattolici sono appena 25 mila. Sono riuniti in un'unica provincia ecclesiastica suddivisa in tredici parrocchie. Due vescovi, dodici sacerdoti diocesani, diciotto sacerdoti religiosi, diciotto religiosi non sacerdoti, oltre quarantadue religiose professe costituiscono la forza che la Chiesa cattolica può mettere in campo in questo momento a Cipro. E purtroppo c'è attualmente un solo seminarista maggiore. Tuttavia questo sparuto gruppo riesce a dirigere diciotto scuole primarie, quattro scuole medie e sei tra orfanotrofi e asili nido. Per un totale di quasi 7 mila studenti. Nell'assistenza sanitaria gestisce direttamente due ospedali, tre ambulatori e un centro per anziani. Proprio sui loro assistiti puntano per offrire al Papa una degna assistenza. Io credo poi che, grazie all'atteggiamento positivo di Sua Beatitudine Chrysostomos ii, anche molti ortodossi si presenteranno all'appuntamento con il Papa. Noi riteniamo per esempio che alla messa presso l'Eleftheria's Stadium di Nicosia parteciperanno oltre ventimila persone. Lo stadio ne contiene solo settemila, dunque altri tredicimila saranno costretti a seguire la messa dall'esterno.

Come mai è stata scelta Paphos per l'arrivo del Pontefice?

Certo sarebbe stato suggestivo accogliere il Papa a Salamina, nella parte nord dell'isola, sorta nel luogo in cui la tradizione vuole che nel 46 approdasse san Paolo, accompagnato dal suo amico san Barnaba, il fondatore della Chiesa a Cipro. Paphos è l'antica capitale romana. È un suggestivo sito archeologico, ricco di testimonianze e di simboli della religiosità. Tra l'altro c'è la famosa colonna alla quale, secondo la tradizione, l'apostolo Paolo fu legato e fustigato.

Che tipo di accoglienza si aspetta?

So che si stanno facendo molti preparativi. Sia il governo sia la Chiesa ortodossa e le comunità cattoliche stanno lavorando a tempo pieno per una degna accoglienza. Io credo che alla fine ci sarà una grande mobilitazione da parte dei ciprioti ai quali sicuramente si aggiungeranno moltissimi fedeli provenienti dalle zone vicine. Alcuni hanno già annunciato la loro partecipazione insieme con i loro vescovi. L'attesa è molto vivace. I ciprioti sono gente aperta. Sono certo che anche gli ortodossi guardano al Papa con stima e simpatia. Tutti sperano che la sua visita porti un vento di pace in uno spirito di perdono e di riconciliazione.

(©L'Osservatore Romano - 3 giugno 2010)


Paparatzifan
00giovedì 3 giugno 2010 12:34
Dal blog di Lella...

IL VIAGGIO

«La Cipro ortodossa così accoglie il Papa»

Luigi Geninazzi

Sarà al fianco del Papa accompagnandolo durante l’intera visita. Lo sottolinea con evidente soddisfazione l’arcivescovo ortodosso di Cipro, Chrysostomos II, che per Benedetto XVI nutre grande stima e affetto.
L’ha incontrato in Vaticano nel giugno del 2007, a pochi mesi dalla sua nomina a capo della Chiesa locale, ed è suo l’invito ufficiale, insieme con quello del presidente della Repubblica, a visitare l’isola dove risiede la più antica comunità cristiana dopo quella di Gerusalemme. Qui il capo della Chiesa è sempre stato "etnarca", vale a dire guida della nazione, un ruolo che il famoso arcivescovo Makarios esercitò come diretto potere politico guidando la ribellione di cinquant’anni fa contro il dominio inglese. Chrysostomos, 68 anni, è uno dei leader ortodossi più aperti al dialogo ecumenico che ha promosso con molte iniziative. Alla vigilia dell’arrivo del Papa ci ha rilasciato una lunga intervista.

Sua Beatitudine, che cosa s’aspetta dalla prossima visita di Benedetto XVI a Cipro?

Si tratta di un fatto unico nella storia della nostra isola. È la prima volta che il capo della Chiesa cattolica romana viene a Cipro ed è anche la prima volta che Benedetto XVI compie una visita in un Paese ortodosso. Ci sono dunque diversi motivi per essere contenti e orgogliosi di questo suo gesto che avvicinerà ulteriormente le nostre due Chiese. Inoltre, papa Ratzinger conosce bene Cipro ed i suoi problemi. Sono sicuro che questa visita contribuirà in modo decisivo a far conoscere meglio la nostra situazione al resto d’Europa e darà un impulso al processo di riconciliazione.

In questi ultimi giorni però si sono sentite voci contrarie alla visita del Papa. Perfino due vescovi hanno dichiarato di non gradirla affatto. La Chiesa ortodossa cipriota è divisa riguardo a questo storico evento?

La Chiesa di Cipro, nella sua totalità, accoglierà il Papa non solo con profondi sentimenti di rispetto ma anche con gioia sincera. Coloro che non sono d’accordo rappresentano un’infima minoranza, i soliti estremisti che ci sono in ogni realtà. Le voglio dire una cosa: tutti i 17 vescovi membri del Santo Sinodo hanno sottoscritto una lettera con cui s’invitavano i fedeli a ricevere degnamente il vescovo di Roma. Ma due di loro, cedendo alle pressioni di ambienti esterni, negli ultimi giorni hanno cambiato posizione.

È vero che ha minacciato la loro espulsione dal Sinodo?

Ho detto semplicemente che se non rispettano le decisioni del Sinodo la loro presenza è del tutto inutile, anzi rappresenta un’offesa alla nostra assemblea episcopale.

La polizia cipriota è in pre-allarme per l’arrivo di estremisti ortodossi dalla Grecia. Teme proteste e contestazioni durante la visita del Papa?

No, sono molto tranquillo. Anche se da fuori arriverà qualche fanatico non troverà alcun sostegno tra i nostri fedeli.

Sua Beatitudine, lei pochi mesi fa si è recato nella zona nord di Cipro. Non era mai successo che l’arcivescovo della Chiesa ortodossa visitasse i territori occupati dai turchi nel 1974. Si è aperta una fase nuova?

Credo di sì. Sono in contatto con il rappresentante della comunità turco-cipriota, Dervish Eroglu, da cui ho avuto la promessa che molto presto inizieranno i lavori di restauro del monastero di Sant’Andrea. Spero sia il primo passo per ridare dignità ai nostri edifici di culto che si trovano nella parte nord e che in questi 36 anni sono stati lasciati andare in rovina o trasformati in moschee.

Perché nel programma del viaggio papale non è stata prevista una visita alla comunità turco-cipriota?

L’invito a Benedetto XVI è stato rivolto dalle autorità della Repubblica di Cipro che non hanno alcun potere sulla parte meridionale dell’isola occupata dai turchi. Devo dire che il muftì mi aveva espresso il suo desiderio che il Papa si recasse anche nella zona nord, ma a questo non ha fatto seguito alcun invito ufficiale, per quanto mi risulta.

Il problema della divisione sarà comunque toccato nel corso della visita del Papa?

Posso solo dirle che io intendo affrontarlo nel colloquio che avrò con Benedetto XVI. È un tema molto doloroso, una ferita aperta che dobbiamo assolutamente guarire in spirito di riconciliazione.

Accogliendo il Papa, Cipro rafforza il suo ruolo di punta avanzata nel dialogo tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa. Pensa che potrà favorire l’incontro tanto atteso fra il vescovo di Roma ed il Patriarca di Mosca?

Io sono convinto che prima o poi questo vertice ci sarà. Siamo entrati nel nuovo millennio che dovrà essere sotto il segno dell’unità, nessuno può tirarsi indietro rispetto a questo compito. Anche i problemi più complicati, come quello che riguarda la convivenza di cattolici e ortodossi in Ucraina, non sono irrisolvibili se c’è la buona volontà di entrambi le parti. Sono fiducioso: l’incontro tra Benedetto XVI ed il patriarca Kirill si farà.

© Copyright Avvenire, 3 giugno 2010


+PetaloNero+
00giovedì 3 giugno 2010 16:10
Domani il Papa a Cipro. Il Patriarca Twal: un Paese diviso come la Terra Santa che aspira alla pace



Avrà inizio domani il viaggio apostolico di Benedetto XVI a Cipro, primo Papa in assoluto a mettere piede nell’isola. Molti i motivi che portano Benedetto XVI in questa terra e molte le attese per questo evento “storico” che porterà per alcuni giorni Cipro all’attenzione dei mass-media internazionali. Ma sentiamo la nostra inviata, Adriana Masotti.



Il Papa stesso ha chiarito l’obiettivo di questa sua visita accennandovi domenica scorsa e all’udienza generale di ieri: presentare le linee di lavoro per il Sinodo per il Medioriente, in Vaticano il prossimo ottobre, e “incontrarsi e pregare con i fedeli cattolici e ortodossi”. Benedetto XVI ha poi chiesto di pregare perchè questo viaggio “sia ricco di frutti spirituali per le care comunità cristiane del Medioriente”. Non ultimo motivo poi ripercorrere le orme di San Paolo che, come si legge negli “Atti degli Apostoli” ha toccato il porto di Paphos a sud ovest dell’isola, prima tappa di Benedetto XVI a Cipro. Un viaggio dunque a carattere spirituale e pastorale, ma inserito nella particolare situazione dell’isola, la cosiddetta “questione cipriota”. Cipro soffre ancora oggi una dolorosa divisione: al nord i territori occupati dal 1974 dalle truppe turche autoproclamati “Repubblica turca di Cipro Nord”, abitati da turchi-ciprioti, musulmani. Al Sud la Repubblica di Cipro dove vivono i greco-ciprioti a maggioranza ortodossi, economicamente molto più sviluppata. A dividere l’isola una linea di demarcazione mai oltrepassata fino al 2003 e oggi con 6 valichi lungo tutto il suo percorso. Anche Nicosia è divisa e solo nel 2008 è praticabile, con documenti in mano, il passaggio attraverso un check-point che taglia in due via Ledra, la strada principale della capitale. Lungo la linea di demarcazione, la zona cuscinetto controllata dai soldati dell’Onu. Ed è proprio all’interno di quest’area che soggiornerà il Papa nel convento francescano che ospita la nunziatura. Il Papa avrà dunque sotto gli occhi i segni concreti della divisione: fili spinati, sacchi anti proiettile ammassati, vetri rotti e edifici abbandonati. In tutti la speranza che la presenza del Papa serva ad incoraggiare i negoziati in corso tra il Presidente di Cipro, Demetris Christofias e il leader turco-cipriota Dervish Eroglu per una soluzione. Il Papa ha in programma l’incontro con la Chiesa cattolica nei suoi diversi riti, in tutto circa 25 mila; l’incontro con fedeli ortodossi e in particolare con l’arcivescovo ortodosso di Cipro, Sua Beatitudine Chrysostomos II sul cui invito Benedetto XVI sarà a Cipro. E poi la visita al presidente Christofias e la Messa, domenica mattina, nel Palazzo dello sport di Nicosia. La stampa locale dà risalto alla visita del Papa, dimostra interesse per una presenza che può favorire la pace e la giustizia, la gente è curiosa. Molti tra gli ortodossi non conoscono Benedetto XVI e sono contenti di questa opportunità. I cattolici, la maggioranza dei quali sono lavoratori immigrati dall’Asia e dall’Africa, la vivono come l’occasione per la loro vita di poter dire: “Ho visto il Papa”.



Il viaggio apostolico di Benedetto XVI a Cipro rappresenta un’ideale prosecuzione del suo pellegrinaggio un anno fa in Terra Santa e dimostra il costante interesse del Papa per le comunità cristiane del Medioriente. A Cipro, Benedetto XVI consegnerà ai vescovi della regione l’Instrumentum Laboris, tappa importante verso il Sinodo per il Medioriente. Tra essi ci sarà anche il Patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal. Adriana Masotti lo ha intervistato:



R. – Siamo francamente felici di vedere il Santo Padre visitare nuovamente la Terra Santa, di visitare di nuovo il Patriarcato latino, visto che l’isola di Cipro è parte integrante del Patriarcato latino di Gerusalemme. Siamo felici, è un segno in più della sua sollecitudine e preoccupazione per questa terra, senza dimenticare l’aspetto della comunione, l’aspetto dell’ecumenismo, che con questo gesto lui compie, sia con le autorità ortodosse e religiose cipriote che quelle civili. Siamo molto, molto felici. Cipro ha una cosa in comune con Gerusalemme: i muri che stanno a due passi da qui, che separano l’isola in due parti, nord e sud. Noi siamo abituati a questi muri di vergogna che separano la gente, le famiglie, le proprietà, le parrocchie, i preti, i parrocchiani. E’ un dramma che continua. Noi non dimentichiamo che siamo ancora una Chiesa del Calvario e la Croce ormai è il nostro pane quotidiano, senza dimenticare che il Calvario non è lontano da una tomba vuota. Siamo la Chiesa della Resurrezione e della speranza. Tocca a noi, capi religiosi, insieme al Santo Padre, incoraggiare la gente a non aver paura, ad andare avanti. C’è una dimensione spirituale, c’è un Dio che è con noi, che ci ama, che ci perdona. Non dobbiamo avere paura. D'altra parte l’attacco di Israele non ha fatto altro che aggravare la situazione. Il buon senso manca totalmente lì. Se la gente vede che la politica è fatta solamente da reazioni di paura, non possiamo fare niente. Manca la pace, manca la fiducia, manca la buona volontà e forse tocca a noi e a loro, alla comunità internazionale, fare qualcosa per creare una mentalità di pace, per cambiare il modo di pensare e non avere paura della pace. Finora, alcuni hanno più paura della pace che della guerra. Eppure la pace è bella, ne abbiamo bisogno e merita tutti i nostri sacrifici.



Ma cosa si attende dal Papa la comunità cattolica di Cipro? Adriana Masotti lo ha chiesto a padre Umberto Barato, vicario patriarcale dei Latini a Cipro:



R. - Ci confermerà nella nostra fede cattolica, ci confermerà nel valore che ha il Papato nella Chiesa e nell’unità di tutti noi con il vicario di Cristo, che è padre più che capo. Io penso che lui venga qui da padre e noi possiamo considerarci dei figli e delle figlie davanti a lui. Quindi, che lui ci dia questa parola che confermi la nostra fede, che la aumenti se è possibile e nello stesso tempo anche che dia a questa gente e agli immigrati una parola di consolazione, soprattutto agli immigrati. Io metto sempre l’accento su di loro, perché sono - diciamo così - i più infelici anche, i più isolati, quelli che sono lontani fisicamente dalle loro famiglie.





D. - L’edificio che ospiterà il Papa a Nicosia è un convento francescano dove risiede anche il nunzio apostolico e si trova nella cosiddetta zona cuscinetto controllata dai soldati dell’Onu. Il Papa affacciandosi vedrà la zona nord della città, quella al di là della linea di demarcazione, che taglia il paese. Pensa che sarà un impatto forte?





R. - Penso di sì. Anche qui gli edifici davanti alla Chiesa sono lasciati un po’ come sono, cioè semidistrutti, semicadenti: così potrà vedere com’è la situazione. Ho sentito dire dall’Onu: c’è l’urgenza di trovare una soluzione tra le due parti, affinché non ci sia più questa grande divisione, e lui dirà senz’altro una parola anche su questo, non una parola per risolvere il problema, ma certamente d’incoraggiamento per i due capi che si incontrano.





D. - Voi avete speranza in questo?





R. - Certo, la speranza c’è sempre. Dobbiamo andare avanti, anche se ci sono difficoltà da una parte e dall’altra, per trovare una soluzione.
+PetaloNero+
00venerdì 4 giugno 2010 15:40
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A CIPRO (E PUBBLICAZIONE DELL’INSTRUMENTUM LABORIS DELL’ASSEMBLEA SPECIALE PER IL MEDIO ORIENTE DEL SINODO DEI VESCOVI) (4 - 6 GIUGNO 2010) (I)



LA PARTENZA DA ROMA


Ha inizio questa mattina il 16° Viaggio internazionale del Santo Padre Benedetto XVI che lo porta a Cipro in particolare per la visita alle Comunità cattoliche maronita, armena e latina e alla Chiesa ortodossa e per la pubblicazione dell’Instrumentum Laboris dell’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi che si terrà in Vaticano dal 10 al 24 ottobre 2010 sul tema: "La Chiesa Cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza".

L’aereo con a bordo il Santo Padre - un Airbus 320 dell’Alitalia - parte dall’aeroporto di Fiumicino (Roma) alle ore 9.30. L’arrivo all’aeroporto internazionale di Paphos a Cipro è previsto per le ore 14.00 (13.00 ora di Roma).



TELEGRAMMI A CAPI DI STATO

Nel momento di lasciare il territorio italiano e nel sorvolare poi la Grecia, il Santo Padre Benedetto XVI fa pervenire ai rispettivi Capi di Stato i seguenti messaggi telegrafici:

A SUA ECCELLENZA

ON. GIORGIO NAPOLITANO

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

PALAZZO DEL QUIRINALE

0187 ROMA

NEL MOMENTO IN CUI LASCIO ROMA PER RECARMI IN VISITA PASTORALE A CIPRO PER CONSEGNARE IL DOCUMENTO DI LAVORO PER L’ASSEMBLEA SPECIALE PER IL MEDIO ORIENTE DEL SINODO DEI VESCOVI CHE SI TERRÀ IN VATICANO NEL PROSSIMO OTTOBRE MI È CARO RIVOLGERE A LEI SIGNOR PRESIDENTE IL MIO DEFERENTE SALUTO CHE ACCOMPAGNO CON FERVIDI AUSPICI PER IL BENESSERE SPIRITUALE CIVILE E SOCIALE DEL POPOLO ITALIANO CUI INVIO VOLENTIERI LA MIA BENEDIZIONE

BENEDICTUS PP. XVI




SON EXCELLENCE MONSIEUR KAROLOS PAPOULIAS

PRÉSIDENT DE LA RÉPUBLIQUE HELLÉNIQUE

ATHÈNES

SURVOLANT LE TERRITOIRE HELLÉNIQUE EN ME RENDANT À CHYPRE JE SALUE VOTRE EXCELLENCE FORMANT POUR ELLE DES VŒUX FERVENTS. JE DEMANDE AU SEIGNEUR D’ACCOMPAGNER LE PEUPLE GREC ET DE SUSCITER EN SON SEIN UNE SOLIDARITÉ RENOUVELÉE (.) J’INVOQUE SUR VOTRE EXCELLENCE ET SUR TOUS SES COMPATRIOTES LA GÉNÉROSITÉ DES BÉNÉDICTIONS DIVINES

BENEDICTUS PP XVI













VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A CIPRO (E PUBBLICAZIONE DELL’INSTRUMENTUM LABORIS DELL’ASSEMBLEA SPECIALE PER IL MEDIO ORIENTE DEL SINODO DEI VESCOVI) (4 - 6 GIUGNO 2010) (II)


CERIMONIA DI BENVENUTO ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE DI PAPHOS



All’arrivo all’aeroporto internazionale di Paphos, previsto per le ore 14.00 locali (13.00 ora di Roma), il Santo Padre Benedetto XVI è accolto dal Presidente della Repubblica di Cipro, S.E. il Sig. Demetris Christofias, con la Consorte, e dai rappresentanti della Chiesa cattolica di Cipro: il Nunzio Apostolico, S.E. Mons. Antonio Franco; l’Arcivescovo di Cipro dei Maroniti, S.E. Mons. Joseph Soueif; il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Sua Beatitudine Fouad Twal; il Custode di Terra Santa, P. Pierbattista Pizzaballa, OFM; il Segretario della Nunziatura Apostolica, Mons. Paolo Borgia. È inoltre presente Sua Beatitudine Chrysostomos II, Arcivescovo di Nuova Giustiniana e di Tutta Cipro, con il suo seguito.

Dopo il saluto del Presidente della Repubblica di Cipro, Sig. Demetris Christofias, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE


Signor Presidente,

Vostra Beatitudine Crisostomo,

Vostre Beatitudini,

Eccellenze,

Distinte Autorità,

Signore e Signori,

O"\D,J,! +4DZ<0 µ".\ F"H! +\<"4 µ,(V80 0 P"DV µ@L B@L ,\µ"4 FZµ,D" µ".\ F"H.

[Saluti! La Pace sia con voi! È un grande piacere per me essere con voi oggi].

Signor Presidente, Le sono vivamente grato per il cortese invito a visitare la Repubblica di Cipro. Rivolgo i miei cordiali saluti a Lei, al Governo e al popolo di questa Nazione, e La ringrazio per le gentili parole di benvenuto. Ricordo ancora con gratitudine la Sua recente visita in Vaticano e attendo con gioia il nostro incontro di domani a Nicosia.

Cipro si trova all’incrocio di culture e religioni, di storie gloriose ed antiche insieme, ma che ancora mantengono un forte e visibile impatto sulla vita del vostro Paese. Essendo entrata recentemente nell’Unione Europea, la Repubblica di Cipro ha iniziato a sentire il beneficio di scambi economici e politici con gli altri Paesi Europei. Tale appartenenza ha dato al vostro Paese anche l’accesso a mercati, a tecnologia e a conoscenze pratiche. E’ grandemente auspicabile che questa appartenenza porti prosperità nel vostro Paese e che gli altri Paesi Europei, a loro volta, vengano arricchiti dalla vostra eredità spirituale e culturale, che riflette il vostro ruolo storico, trovandovi tra l’Europa, l’Asia e l’Africa. Possano l’amore della vostra Patria e delle vostre famiglie e il desiderio di vivere in armonia con i vostri vicini sotto la protezione misericordiosa di Dio onnipotente, ispirarvi a risolvere pazientemente i problemi che ancora condividete con la comunità internazionale per il futuro della vostra Isola.

Seguendo le orme dei nostri comuni padri nella fede, i Santi Paolo e Barnaba, sono venuto fra voi come pellegrino e il servo dei servi di Dio. Da quando gli Apostoli hanno portato il messaggio cristiano in queste rive, Cipro è stata benedetta da una forte eredità cristiana. Saluto come un fratello in quella fede Sua Beatitudine Crisostomo Secondo, Arcivescovo di Nuova Giustiniana e di Tutta Cipro, e attendo intensamente di poter incontrare presto molti altri membri della Chiesa Ortodossa di Cipro.

Attendo anche con gioia di poter salutare gli altri responsabili religiosi Ciprioti. Spero di rafforzare i nostri comuni legami e di ribadire la necessità di consolidare la reciproca fiducia e l'amicizia durevole con tutti quelli che adorano l'unico Dio.

Quale successore di Pietro vengo in modo speciale a salutare i Cattolici di Cipro per confermarli nella fede (cfr Lc 22,32) ed incoraggiarli ad essere esemplari sia come cristiani che come cittadini, e a vivere pienamente il loro ruolo nella società a beneficio sia della Chiesa, sia dello Stato. Durante la mia permanenza tra di voi consegnerò anche l’Instrumentum Laboris, un documento di lavoro in vista della Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che si terrà in seguito, a Roma, quest’anno. Tale Assemblea esaminerà molti aspetti della presenza della Chiesa nella regione e le sfide che i Cattolici devono affrontare, talvolta in circostanze difficili, vivendo la comunione con la Chiesa Cattolica ed offrendo la loro testimonianza a servizio della società e del mondo. Cipro è perciò un luogo appropriato dal quale lanciare la riflessione della nostra Chiesa sul posto della secolare comunità cattolica del Medio Oriente, la nostra solidarietà con tutti i Cristiani della regione e la nostra convinzione che essi hanno un insostituibile ruolo da sostenere nella pace e nella riconciliazione fra i suoi popoli.

Signor Presidente, cari amici, con questi pensieri affido il mio pellegrinaggio a Maria, la Madre di Dio, e all’intercessione dei Santi Paolo e Barnaba.

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[Che Dio benedica il popolo di Cipro. Che la Tutta Santa vi protegga sempre!]


Al termine della Cerimonia di benvenuto, nel corso della quale viene benedetto un albero di ulivo, il Santo Padre si trasferisce in auto alla chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa per la Celebrazione Ecumenica.





Il Papa a Cipro: solidarietà ai cattolici del Medio Oriente, testimoni di Cristo in circostanze difficili




La solidarietà della Chiesa con tutti i Cristiani della regione nella convinzione che “essi hanno un insostituibile ruolo da sostenere nella pace e nella riconciliazione fra i suoi popoli” è stata espressa oggi dal Papa nella cerimonia di benvenuto nell’aeroporto di Paphos, a Cipro, dove ha iniziato il suo sedicesimo viaggio apostolico internazionale, il primo di un Papa su quest’isola. L'aereo papale è atterrato alle 12.49 ore italiane, le 13.49 di Cipro. Il Pontefice ha ricordato“le sfide che i Cattolici devono affrontare, talvolta in circostanze difficili” nella regione “vivendo la comunione con la Chiesa Cattolica ed offrendo la loro testimonianza a servizio della società e del mondo”. Durante la sua permanenza a Cipro consegnerà l’Instrumentum Laboris, il documento di lavoro in vista della Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che si terrà a Roma quest’anno. “Cipro – ha detto il Papa - si trova all’incrocio di culture e religioni, di storie gloriose ed antiche insieme, ma che ancora mantengono un forte e visibile impatto” sulla vita del Paese. “Essendo entrata recentemente nell’Unione Europea, la Repubblica di Cipro ha iniziato a sentire il beneficio di scambi economici e politici con gli altri Paesi Europei. Tale appartenenza” – ha aggiunto - ha dato al Paese “anche l’accesso a mercati, a tecnologia e a conoscenze pratiche. E’ grandemente auspicabile – ha proseguito - che questa appartenenza porti prosperità nel vostro Paese e che gli altri Paesi Europei, a loro volta, vengano arricchiti dalla vostra eredità spirituale e culturale, che riflette il vostro ruolo storico, trovandovi tra l’Europa, l’Asia e l’Africa. Possano l’amore della vostra Patria e delle vostre famiglie e il desiderio di vivere in armonia con i vostri vicini sotto la protezione misericordiosa di Dio onnipotente, ispirarvi a risolvere pazientemente i problemi che ancora condividete con la comunità internazionale per il futuro della vostra Isola”. Quindi ha affermato: “Seguendo le orme dei nostri comuni padri nella fede, i Santi Paolo e Barnaba, sono venuto fra voi come pellegrino e il servo dei servi di Dio. Da quando gli Apostoli hanno portato il messaggio cristiano in queste rive, Cipro è stata benedetta da una forte eredità cristiana. Saluto come un fratello in quella fede Sua Beatitudine Crisostomo Secondo, Arcivescovo di Nea Giustiniana e di Tutta Cipro, e attendo intensamente di poter incontrare presto molti altri membri della Chiesa Ortodossa di Cipro. Attendo anche con gioia di poter salutare gli altri responsabili religiosi Ciprioti. Spero di rafforzare i nostri comuni legami e di ribadire la necessità di consolidare la reciproca fiducia e l'amicizia durevole con tutti quelli che adorano l'unico Dio. Quale successore di Pietro vengo in modo speciale a salutare i Cattolici di Cipro per confermarli nella fede (cfr Lc 22,32) ed incoraggiarli ad essere esemplari sia come cristiani che come cittadini, e a vivere pienamente il loro ruolo nella società a beneficio sia della Chiesa, sia dello Stato”.






L'arcivescovo ortodosso di Cipro: impegno comune per l'unità dei cristiani



La dimensione ecumenica sarà uno degli aspetti importanti della visita del Papa a Cipro. Sull’impegno per l’unità dei cristiani e sulle attese per questo viaggio di Benedetto XVI, Adriana Masotti ha intervistato l’arcivescovo ortodosso di Cipro, Chrysostomos:



R. - La volontà di Dio è che tutti gli uomini, tutte le fedi e tutte le Chiese siano unite e siano una cosa sola, così come Dio è uno e trino. Noi seguiamo la volontà di Dio e la sua volontà è quella che tutte le Chiese siano unite in un’unica Chiesa.





D. – Quali speranze nutre per il dialogo ecumenico?





R. - Il Papa Benedetto XVI è certamente un ottimo teologo della Chiesa cattolica. La speranza è che nel dialogo che si sta portando avanti ormai da moltissimi anni, lui possa contribuire a dar vita ad una nuova partecipazione, così da poter arrivare ad una soluzione, ad un risultato. Da parte nostra, noi faremo tutto il possibile per poter conseguire un buon risultato.





D. - Vuol dire qualcosa sulle voci di dissenso che si sono espresse in questi ultimi giorni da parte di alcuni membri del Sinodo ortodosso nei riguardi della visita di Benedetto XVI a Cipro?





R. – E’ necessario dire qualcosa perché i mass media ciprioti avevano mal informato, dando una visione dei fatti sbagliata. Non erano, infatti, cinque i membri del Sinodo ortodosso che avevano una diversa opinione, ma soltanto due, che tra l’altro proprio in queste ore si sono scusati per le loro posizioni, accettando il messaggio del Sinodo, che è stato letto nelle chiese le ultime due domeniche, e che diceva che la Chiesa di Cipro riceverà con amore e con rispetto la visita del Pontefice. Tutto quello che è successo, appare quindi un po’ gonfiato!





D. - Da tempo si vivono buoni rapporti tra la Chiesa ortodossa russa e quella di Cipro. La sua stima per il Papa Benedetto XVI potrebbe favorire anche legami più stretti tra Roma e il Patriarcato di Mosca?





R. - E’ vero che i rapporti tra la Chiesa russa e la Chiesa cipriota, così come tra la Chiesa di Cipro e il Vaticano sono rapporti ottimi. Vorrei ricordare che due anni fa, quando mi sono recato in visita a Mosca, ho avuto l’occasione di incontrare l’allora Patriarca russo Alessio ed ho avuto la possibilità di discutere con lui il miglioramento dei rapporti tra la Chiesa russa e il Vaticano. Il Patriarca non ha voluto affrontare questa questione, poiché la considerava ancora molto prematura. Ora c’è un nuovo Patriarca ed io potrei - se questo mi venisse chiesto - aiutare, potrei mediare. Questo, però, mi deve essere chiesto!





D. - Sappiamo quanto a lei stia a cuore la questione delle Chiese nei territori occupati a Cipro. Lei spera che il Papa dirà qualcosa a questo proposito e lei stesso pensa di parlare di questa questione?





R. - Cosa dirà il Pontefice in questa occasione non lo so. Io rivolgerò un saluto al Santo Padre ed illustrerò la situazione qui a Cipro, sottolineando che i cattolici di Cipro sono sotto la protezione della Chiesa di Cipro: noi li assistiamo e la nostra porta è sempre aperta per loro, per aiutarli a risolvere qualsiasi loro problema. Riguardo poi alla situazione nel nord di Cipro - la parte occupata - noi faremo presente al Pontefice la situazione, sia politica che culturale; illustreremo la condizione dei nostri beni, la distruzione continua delle nostre chiese, che stanno ormai cadendo a pezzi giorno dopo giorno. Chiederò al Papa di rivolgere un appello anche a tutti i leader europei, la cui maggioranza è cristiana, affinché guardino alla situazione di Cipro come ad un problema di giustizia. E questo perché Cipro è un Paese piccolo e noi siamo deboli, non abbiamo né il potere per poter cacciare le truppe turche né i coloni che si trovano nel nord dell’isola: non abbiamo il potere di fare nulla per poter imporre la nostra volontà nella parte nord di Cipro.





D. – Oggi il suo incontro col Papa…





R. – Già adesso sono contento e sento in me la gioia dell’incontro con Papa Benedetto XVI, la gioia di questo incontro che avremo vis-à-vis nell’arcivescovado e che ci permetterà di avere un confronto ed uno scambio riguardo al bene delle nostre comunità, ortodossa e cattolica.











Unità dei cristiani, dono e appello alla missione: così il Papa nella celebrazione ecumenica



“L’unità di tutti i discepoli di Cristo è un dono da implorare dal Padre, nella speranza che esso rafforzi la testimonianza del Vangelo nel mondo d’oggi”: è quanto ha detto il Papa durante la celebrazione ecumenica nella Chiesa della “Agia Kiriaki Chrysopolitissa” a Paphos. “La comunione ecclesiale nella fede apostolica – ha proseguito - è sia un dono, sia un appello alla missione” perché ogni cristiano “porti testimonianza profetica al Signore risorto ed al suo vangelo di riconciliazione, di misericordia e di pace. In tale contesto – ha aggiunto - l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che si riunirà a Roma nel prossimo ottobre, rifletterà sul ruolo vitale dei cristiani nella regione, li incoraggerà nella loro testimonianza al Vangelo e li aiuterà a promuovere maggior dialogo e cooperazione fra cristiani in tutta la regione”. Ecco il testo del discorso del Papa:



Carissimi Fratelli e Sorelle in Cristo,



“Η χάρις και η ειρήνη ας είναι πλούσια μαζί σας” (1 Pt 1,2). Με μεγάλη μου χαρά χαιρετώ εσάς που αντιπροσωπεύετε τις διάφορες χριστιανικές κοινότητες παροόσες στην Κύπρο. [“A voi grazia e pace in abbondanza” (1Pt 1,2). Con grande gioia saluto voi che rappresentate le comunità cristiane presenti a Cipro].



Ringrazio Sua Beatitudine Crisostomo II per le gentili parole di benvenuto, Sua Eminenza Giorgio, Metropolita di Pafos, che ci ospita, e quanti si sono impegnati per rendere possibile questo incontro. Mi è grato, inoltre, salutare cordialmente i cristiani di altre confessioni qui presenti, inclusi coloro che appartengono alle comunità armena, luterana e anglicana.



In verità, è una grazia straordinaria per noi essere riuniti in preghiera in questa chiesa della Agia Kiriakì Chrysopolitissa [chiesa della Santissima Signora Ricoperta d’Oro]. Abbiamo appena udito la lettura dagli Atti degli Apostoli, che ci ha ricordato come Cipro fu la prima tappa dei viaggi missionari dell’Apostolo Paolo (cfr At 13,1-4). Riservati per sé dallo Spirito Santo, Paolo, unitamente a Barnaba, originario di Cipro, ed a Marco, il futuro evangelista, dapprima giunsero a Salamina, dove iniziarono a proclamare la parola di Dio nelle sinagoghe. Attraversando l’isola, giunsero a Pafos, dove, proprio vicino a questo luogo, predicarono alla presenza del proconsole romano Sergio Paolo. Fu quindi da questo posto che il messaggio del Vangelo cominciò a diffondersi in tutto l’impero e la Chiesa, fondata sulla predicazione apostolica, fu capace di piantare radici in tutto il mondo allora conosciuto.



La Chiesa a Cipro può giustamente andare fiera del proprio collegamento diretto con la predicazione di Paolo, Barnaba e Marco e della comunione nella fede apostolica, che la lega a tutte quelle Chiese che custodiscono la stessa regola della fede. Questa è la comunione, reale, benché imperfetta, che già ora ci unisce, e che ci sospinge a superare le nostre divisioni e a lottare per ripristinare quella piena unione visibile, che è voluta dal Signore per tutti i suoi seguaci. Poiché, nelle parole di Paolo, vi è “un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo” (Ef 4,4-5).



La comunione ecclesiale nella fede apostolica è sia un dono, sia un appello alla missione. Nel passo degli Atti che abbiamo ascoltato, vediamo un’immagine dell’unità della Chiesa nella preghiera, nell’apertura alle spinte dello Spirito alla missione. Come Paolo e Barnaba, ogni cristiano, mediante il battesimo, è “riservato” perché porti testimonianza profetica al Signore risorto ed al suo vangelo di riconciliazione, di misericordia e di pace. In tale contesto, l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che si riunirà a Roma nel prossimo ottobre, rifletterà sul ruolo vitale dei cristiani nella regione, li incoraggerà nella loro testimonianza al Vangelo e li aiuterà a promuovere maggior dialogo e cooperazione fra cristiani in tutta la regione. Significativamente, i lavori del Sinodo saranno arricchiti dalla presenza di delegati fraterni di altre Chiese e Comunità cristiane dell’area, quale segno del comune impegno al servizio della parola di Dio e della nostra apertura alla potenza della sua Grazia che riconcilia.



L’unità di tutti i discepoli di Cristo è un dono da implorare dal Padre, nella speranza che esso rafforzi la testimonianza del Vangelo nel mondo d’oggi. Il Signore ha pregato per la santità e l’unità dei suoi discepoli proprio perché il mondo creda (cfr Gv 17,21). Giusto cento anni orsono, alla Conferenza Missionaria di Edimburgo, l’acuta consapevolezza che le divisioni fra cristiani erano un ostacolo alla diffusione del Vangelo diede origine al movimento ecumenico moderno. Oggi dobbiamo essere grati al Signore, il quale, mediante il suo Spirito, ci ha condotto – specie negli ultimi decenni –a riscoprire la ricca eredità apostolica condivisa da Oriente e da Occidente, e, mediante un dialogo paziente e sincero, a trovare le vie per riavvicinarci l’un l’altro, superando le controversie del passato e guardando ad un futuro migliore.



La Chiesa in Cipro, che si dimostra essere come un ponte fra l’Oriente e l’Occidente, ha contribuito molto a questo processo di riconciliazione. La via che conduce all’obiettivo della piena comunione non sarà certamente priva di difficoltà, ma la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa di Cipro sono impegnate a progredire sul cammino del dialogo e della cooperazione fraterna. Possa lo Spirito Santo illuminare le nostre menti e irrobustire la nostra determinazione, così che insieme possiamo recare il messaggio della salvezza agli uomini e alle donne del nostro tempo, i quali sono assetati di quella verità che porta libertà autentica e salvezza (cfr Gv 8,32), la verità il cui nome è Gesù Cristo!



Cari sorelle e fratelli, non posso concludere senza evocare la memoria dei Santi che hanno adornato la Chiesa in Cipro, in particolare sant’Epifanio, vescovo di Salamina. La santità è il segno della pienezza della vita cristiana, di una profonda docilità interiore allo Spirito Santo che ci chiama ad una conversione e a un rinnovamento costanti, mentre ci sforziamo di essere sempre più conformati a Cristo nostro Salvatore. Conversione e santità sono anche i mezzi privilegiati mediante i quali apriamo le menti e i cuori alla volontà del Signore per l’unità della sua Chiesa. Mentre rendiamo grazie per l’incontro odierno e per il fraterno affetto che ci unisce, chiediamo ai santi Barbara ed Epifanio, ai santi Pietro e Paolo, e a tutti i Santi di Dio, di benedire le nostre comunità, di conservarci nella fede degli Apostoli, e di guidare i nostri passi sulla via dell’unità, della carità e della pace.










Il profondo dolore del Papa per l'assassinio di mons. Padovese nel colloquio con i giornalisti




Il dialogo ecumenico, la pace in Medio Oriente e il cordoglio per l’uccisione di mons. Luigi Padovese sono stati i temi salienti affrontati da Benedetto XVI nella conferenza stampa tenuta sul volo in viaggio verso Cipro.





www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1433&sett...
+PetaloNero+
00venerdì 4 giugno 2010 15:48
Benedetto XVI alla volta di Cipro. Gli 86 del volo papale
Scritto da Salvatore Scolozzi



Sarà alla volta di Cipro il sedicesimo viaggio internazionale di papa Benedetto XVI, da domani, venerdì 4, a domenica 6 giugno. Nella terza isola del Mediterraneo il papa consegnerà l’Instrumentum Laboris per l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi e pregherà per la pace. Tema della visita: “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola”, tratto dagli Atti degli Apostoli.
Partirà alle 9,30 di domani 4 giugno l’Airbus A 320 “Giuseppe Ungaretti” dell’Alitalia, papale codice AZ 4000. A bordo, oltre il Santo Padre, il seguito papale, i giornalisti ammessi al volo, un funzionario della Sala stampa vaticana e uno dell’Alitalia. In tutto, viaggeranno con il Santo Padre 85 persone.

Il seguito papale in partenza da Roma sarà composto da 4 cardinali, due vescovi, sette sacerdoti e diciotto laici, cui si aggiungeranno a Cipro altri 3 vescovi, due sacerdoti e una suora interprete. A capo del seguito il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato. Presenti anche il cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, il cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e il cardinale John Patrick Foley, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Tra i vescovi, S.E.R. Mons. Fernando Filoni, Sostituto alla Segreteria di Stato, S.E.R. Nikola Eterovic, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi. In loco si aggiungeranno S.E.R. Mons. Antonio Franco, Nunzio apostolico a Cipro, S.E.R. Mons. Youssef Soueif, Arcivescovo maronita di Cipro e S.B. Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme.
I sacerdoti saranno Mons. Guido Marini, Maestro delle celebrazioni liturgiche, Mons. Georg Gänswein, Segretario particolare del papa, coadiuvato da Mons. Alfred Xuereb. Per la Segreteria di Stato, inoltre, sarà presente Mons. Leo Cushley.
Faranno parte del seguito anche i coadiutori liturgici di mons. Marini, Mons. Enrico Vigano e Mons. Marco Agostini. A curare i rapporti con i tanti media del mondo che seguiranno la visita, il direttore della Sala Stampa vaticana, del CTV e della Radio vaticana, P. Federico Lombardi, S.J., e il funzionario della Sala Stampa, Vik van Brantegem.
In loco si aggiungeranno al seguito anche padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, Mons. Paolo Borgia, Segretario della nunziatura apostolica e suor Telesphora Pavlou, interprete del Santo Padre.

Tra i laici, il dott. Alberto Gasbarri, Responsabile dell’organizzazione del viaggio, coadiuvato dal dott. Paolo Corvini, e il Prof. Giovanni Maria Vian, Direttore de L'Osservatore Romano. Nel seguito anche il medico personale del papa, dott. Patrizio Polisca, il dott. Giampiero Vetturini, Direttore dei servizi sanitari S.C.V. e l’assistente di camera del papa, Paolo Gabriele.

La sicurezza personale del Santo Padre sarà garantita dai 5 della gendarmeria vaticana, guidati dal dott. Domenico Giani, oltre che dal Ten. Col. Jean-Daniel Pitteloud e dal Cap. Frowin Bachman della Guardia Svizzera pontificia.

Per i media della Santa Sede, faranno parte del seguito il fotografo dell’Osservatore Romano, Francesco Sforza, due operatori del CTV e due della Radio vaticana. L’assistente dall’Alitalia è Stefania Izzo, responsabile per i trasferimenti aerei.

52 i giornalisti accreditati che viaggeranno con Benedetto XVI, di cui 15 per testate italiane e 4 per conto di media vaticani. Tra questi ultimi, ci saranno Simone Coali e Barbara Castelli per il CTV, Simone Risoluti e Mario Ponzi per L’Osservatore Romano. Gli altri giornalisti rappresentano le più importanti testate giornalistiche mondiali. Tra tutti, 5 sono photoreporter: Alberto Pizzoli per AFP, Pier Paolo Cito per AP Photo, Antonio Gentile per Reuters Photo, Ettore Ferrari per Ansa Foto e Alessia Giuliani per Catholic Press Photo.

Per le testate televisive lavoreranno 15 giornalisti, di cui 8 corrispondenti, 6 cameramen e un producer. Tra i corrispondenti, Cristiana Caricato di Tv2000, Mons. Guido Todeschini di Telepace, e 1 giornalista rispettivamente per KTO TV, Televisa, ABC News, ZDF, Fox News, e CBS News.
Tra i cameramen e producer gli inviati delle agenzie EU Pool TV (Stefano Belardini), TV2000 (Andrea Tramontano), Telepace (Massimiliano Cipolla).
I redattori di giornali, agenzie e periodici saranno 28. Per i quotidiani italiani saranno presenti Marco Ansaldo (La Repubblica), Giacomo Galeazzi (La Stampa), Franca Giansoldati (Il Messaggero), Carlo Marroni (Il Sole 24 Ore), Mimmo Muolo (Avvenire) e Gian Guido Vecchi (Corriere della Sera). Per i quotidiani stranieri Rachel Donadio (The New York Times), Juan Gonzalez Boo (ABC), Jean-Marie Guénois (Le Figaro), Stéphanie Le Bars (Le Monde), Albert Link (Bild) e Frederic Mounier (Le Croix).

Unica inviata italiana per le agenzie di stampa, per l’Ansa, Elisa Pinna. Tra le altre agenzie, segnaliamo la ITAR-TASS, la EFE, I.Media, DPA, UCA News, CNS, la CIC, l’AFP, l’AP e la Reuters. Per i periodici unica giornalista Fiona Elhers di Der Spiegel. Tra i quattro giornalisti radiofonici, rappresenta una testata italiana Raffaele Luise (Rai – Gr); altre radio RSI- Radio Svizzera Italiana, Cadena Cope, Radio Renascenca.

Dopo un volo di 3 ore e 30 minuti, 2100 km percorsi, il volo papale atterrerà alle ore 14:00 all’aeroporto internazionale di Paphos, dopo aver attraversato Italia, Grecia e Cipro. Domenica pomeriggio, l’A320 della Cyprus Airways con numero CY7316 riporterà a Roma il Santo Padre, il seguito e i giornalisti ammessi, con partenza alle 18:15 dall’aeroporto internazionale di Larnaca alla volta dell’aeroporto di Ciampino a Roma, dopo aver percorso 2200 km.

Paparatzifan
00venerdì 4 giugno 2010 22:15
Dal blog di Lella...

Benedetto XVI da oggi a Cipro, primo Papa a visitare l'Isola

Non visiterà parte turca, ma alloggerà sulla linea verde

Benedetto XVI è il primo Papa a visitare Cipro. Sarà proprio Joseph Ratzinger, che da oggi fino a domenica sarà sull'isola, a realizzare un forte desiderio di Giovanni Paolo II che, durante i suoi pellegrinaggi giubilari, avrebbe voluto recarsi anche sul territorio di questo paese membro dell'Ue; le precarie condizioni di salute gli impedirono questa tappa. Ma Benedetto XVI non oltrepasserà la cosiddetta linea verde, ovvero il confine di separazione con la parte turco-cipriota del Nord. Cipro è divisa in due dal 1974, quando la Turchia invase la parte nord dell'isola in risposta al tentato golpe di Atene su Nicosia. Nonostante lunghe mediazioni internazionali l'isola resta spaccata fra la parte sud di lingua e cultura greca, e quella nord abitata dai turchi. Il Pontefice farà tappa solo nella repubblica greco-cipriota, membro Ue dal 2004. Tuttavia, il Papa alloggerà nella sede della nunziatura di Nicosia, che si trova proprio nella zona cuscinetto, protetta dall'Onu. La visita del Papa avviene all'indomani del blitz israeliano alla nave umanitaria diretta a Gaza. Ma la vicenda, ha assicurato padre Federico Lombardi, "non cambia il programma del viaggio". Ratzinger farà una sosta di alcune ore a Paphos, città che in epoca romana fu la capitale dell'isola. Qui si terrà una celebrazione ecumenica nell'area archeologica della Chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa. Poi si trasferirà a Nicosia, l'attuale capitale. A Nicosia, il Papa consegnerà alle Chiese del Medio Oriente lo strumento preparatorio del Sinodo sul Medio Oriente che si terrà in Vaticano il prossimo autunno. E incontrerà il presidente cipriota Demetris Christofias, oltre all'arcivescovo Chrysostomos II, capo della locale chiesa ortodossa autocefala. Dopo il pranzo con l'arcivescovo, nel pomeriggio, Ratzinger presiederà una solenne messa con sacerdoti e religiosi nella chiesa latina di Holy Cross. La domenica, ultimo giorno della visita, Benedetto XVI visiterà la cattedrale maronita di Cipro e si recherà poi a Larnaca da dove ripartirà per fare rientro a Roma.

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Paparatzifan
00venerdì 4 giugno 2010 23:33
Dal blog di Lella...

VIAGGIO DI TRE GIORNI

Il Papa parte per Cipro
Chiesa «plurale» unita nell'attesa


Dal nostro inviato a Nicosia Luigi Geninazzi

Papa Benedetto XVI si accinge a partire per il viaggio apostolico di tre giorni a Cipro. Il Pontefice è giunto alle 9.20 all'aeroporto di Fiumicino a bordo di un elicottero dell'Aeronautica Militare, atterrato su una piazzola di sosta a pochi metri dalla scaletta dell'aereo di Alitalia, un Airbus A320 battezzato 'Giuseppe Ungarettì. Qui è stato accolto, a nome del Governo italiano, dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta e dalle altre autorità presenti. Si tratta delle sedicesima missione internazionale di Papa Ratzinger, la terza del 2010 dopo Malta e Portogallo.
Doveva essere una vigilia gioiosa, un anticipo di festa per la visita del Papa che oggi pomeriggio è atteso a Paphos. Ma alla veglia di preghiera che si è tenuta ieri sera nella capitale cipriota c’erano facce tristi e preoccupate, visibilmente segnate dal dolore e dallo sgomento per l’uccisione in Turchia del vicario apostolico dell’Anatolia, il vescovo Luigi Padovese. È la conferma di una situazione di grande precarietà che vivono i cristiani in questa regione. A Cipro la comunità cattolica locale è una realtà molto piccola, formata da maroniti e latini, in tutto meno del 3 % della popolazione in maggioranza ortodossa. «Siamo pochi ma buoni», dice con una battuta padre francescano Umberto Barato, vispo vicentino 80enne che da più di vent’anni è parroco di Nicosia. Sono solo duemila i cattolici ciprioti di rito latino ai quali però vanno aggiunti oltre ventimila stranieri in gran parte immigrati dall’Asia, l’Africa e l’America Latina. Basta recarsi a Messa un qualsiasi giorno feriale nella chiesa di Santa Croce e ci si trova immersi in una folla variopinta di ragazze filippine, famiglie colombiane, operai provenienti dall’India e dallo Sri Lanka. Alla fine della celebrazione recitano tutti insieme, in inglese, la preghiera per il Papa.

Parole semplici e commoventi. «Signore, ti imploriamo: sii vicino al Santo Padre, dagli consolazione nella sua cura pastorale per la Chiesa e dagli forza per affrontare i problemi di questo mondo malato». Padre Barato va fiero della sua piccola comunità di Nicosia. «Alla Messa della domenica ci sono più di mille fedeli che per la maggior parte sono costretti ad assistere al rito fuori dalla chiesa!», racconta.
In tutta l’isola operano nove frati minori della Custodia di Terra Santa, ci sono tredici parrocchie ed è intensa non solo l’attività pastorale ma anche quella educativa e assistenziale con decine di scuole, vari orfanotrofi e asili nido. «La cosa più importante è che i cattolici qui a Cipro godono di grande stima e rispetto sia da parte della Chiesa ortodossa che del governo, il quale versa addirittura uno stipendio mensile ai nostri parroci», spiega il padre francescano in una conversazione interrotta di frequente da coloro che vengono a chiedere a mani giunte uno o più biglietti per assistere agli incontri con il Papa. «Da questa visita la nostra Chiesa trarrà un nuovo slancio vitale, ne sono sicuro», conclude. Ma c’è ancora una cosa che vuole aggiungere. «Vede tutte queste persone che chiedono il biglietto? Non stanno più nella pelle di vedere il Santo Padre, vogliono stringersi a lui, consolarlo e ricevere consolazione. Sono soprattutto gli immigrati, poveracci che sopravvivono con umili lavori. Tanti di loro sono clandestini. Dal Papa si attendono aiuto e conforto e spero proprio che Benedetto XVI abbia una parola anche per tutta questa gente che rappresenta il futuro della Chiesa».

Un futuro che è strettamente legato alla gloriosa storia del passato. Si tratta della Chiesa maronita, presente sull’isola da 1200 anni. Oggi ne rimangono seimila che celebrano i loro riti in lingua araba ed aramaica oltre che in greco. «Siamo fedeli al Papa e cittadini a pieno titolo di Cipro e vogliamo testimoniare i valori cristiani del dialogo, della pace e della tolleranza dentro questa società multiculturale», sostiene monsignor Youssef Soueif, giovane arcivescovo della comunità maronita di Cipro. I suoi membri sono ormai sparsi in tutta l’isola dopo che, con la guerra civile del 1974, quasi tutti furono costretti a lasciare i loro villaggi d’origine, situati nella parte nord occupata dall’esercito turco. Resta solo il villaggio di Kormakitis, abitato ormai da un centinaio di anziani. «Abbiamo sperato che il Papa vi si potesse recare nel corso della sua visita a Cipro, ma purtroppo le difficoltà politiche non l’hanno permesso», dice ad <+corsivo>Avvenire<+tondo> l’arcivescovo con tono rassegnato. Dal nord arriveranno comunque vari fedeli per assistere agli incontri con Benedetto XVI. Abbandonati e dimenticati per decenni, sognano l’abbraccio con il Papa come un meritato compenso per tante sofferenze.

© Copyright Avvenire, 4 giugno 2010


Paparatzifan
00venerdì 4 giugno 2010 23:41
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Nel corso del viaggio a Cipro

Benedetto XVI: «I musulmani sono nostri fratelli»
Su Gaza: «Dopo tutti i casi di violenza, non bisogna perdere la pazienza e avere il coraggio di ricominciare»

PAPHOS (Cipro)

Il Papa ha esortato tutti i cristiani ad avere «una comune capacità» di dialogo con i musulmani che - ha riaffermato con forza - «sono nostri fratelli nonostante le diversità». Di ciò Benedetto XVI ha parlato durante la conferenza stampa in aereo, nel viaggio verso Cipro. Parlando a proposito del prossimo sinodo Vaticano sul Medio Oriente (10-24 ottobre), Ratzinger ha auspicato che l'assemblea faccia crescere il dialogo tra i cristiani ma anche «la comune capacità di dialogo con i fratelli musulmani». Il suo «incoraggiamento» è quello - ha detto - di «continuare con una visione comune e nonostante tutti i problemi nel dialogo con loro. Tutti i tentativi per una convivenza sempre più fruttuosa e fraterna - ha aggiunto - sono molto importanti».

DIALOGO - L'ombra dell'omicidio di mons. Luigi Padovese non ha nulla a che fare, «non può essere attribuito alla Turchia e ai turchi» e « non deve oscurare in alcun modo il dialogo con l'Islam»: ha affermato il Papa. «Di sicuro non si tratta di un assassinio politico, religioso». Il killer di mons. Padovese è già stato arrestato. I cristiani del Medio Oriente si trovano ad affrontare «circostanze difficili» ma hanno «un insostituibile ruolo da sostenere nella pace e nella riconciliazione tra i suoi popoli», ha aggiunto il Papa durante la cerimonia di benvenuto all'aeroporto di Paphos. Sono molte le sfide che «i cattolici devono affrontare, talvolta in circostanze difficili, vivendo la comunione con la Chiesa cattolica e offrendo la loro testimonianza a servizio della società e del mondo». «Cipro - ha proseguito - è perciò un luogo appropriato dal quale lanciare la riflessione della nostra Chiesa sul posto della secolare comunità cattolica del Medio Oriente, la nostra solidarietà con tutti i cristiani della regione e la nostra convinzione che essi hanno un insostituibile ruolo da sostenere nella pace e nella riconciliazione fra i suoi popoli».

GAZA: PAZIENZA PER LA PACE - Dopo il blitz di Israele contro i pacifisti diretti a Gaza, Papa Benedetto XVI invita tutti «alla pazienza» e «al coraggio di ricominciare». «In tutti questi episodi che viviamo - ha spiegato il Pontefice - c'è sempre il pericolo che si perda la pazienza, che si dica adesso basta e che non si voglia più cercare la pace». Invece, ha esortato, «ogni giorno dobbiamo imitare Dio nella sua pazienza; dopo tutti i casi di violenza, non bisogna perdere la pazienza e avere il coraggio di ricominciare». Il compito della Santa Sede, ha rimarcato, è proprio questo: «Creare la disposizione del cuore per ricominciare di nuovo, nella certezza che possiamo andare avanti, che la violenza non è la soluzione».

CIPRO - Il Papa ha poi parlato della divisione di Cipro in una parte greca e in una turca. Benedetto XVI ha lanciato un appello perché tutti i ciprioti possano risolvere «con pazienza» i loro problemi e vivere in armonia «con i loro vicini». «Possano l'amore della vostra patria e delle vostre famiglie e il desiderio di vivere in armonia con i vostri vicini sotto la protezione misericordia di Dio Onnipotente - ha detto Ratzinger - ispirarvi a risolvere pazientemente i problemi che ancora condividete con la comunità internazionale per il futuro della vostra isola». Durante la conferenza stampa in aereo, Ratzinger aveva spiegato di non voler portare a Cipro «un messaggio politico, quanto piuttosto un messaggio religioso che dovrebbe preparare gli animi a trovare l'apertura per la pace». «Non sono - aveva osservato parlando con i giornalisti in aereo - cose che vanno dall'oggi al domani. Ma è molto importante non solo fare i necessari passi politici ma anche preparare gli animi per essere capaci di compiere i passi politici necessari». Occorre - aveva esortato - «un'apertura interiore alla pace, che viene dalla fede in Dio e dalla convinzione che siamo tutti figli di Dio e fratelli e sorelle tra noi».

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Paparatzifan
00venerdì 4 giugno 2010 23:50
Dal blog di Lella...

VATICANO-CIPRO-MEDIO ORIENTE

Papa: unità tra i cristiani del Medio Oriente, testimoni del Vangelo in circostanze difficili

L’ecumenismo e il Sinodo per il Medio Oriente segnano il primo giorno della visita di Benedetto XVI a Cipro, luogo di “incrocio di culture e religioni”. Il desiderio della piena unità nella celebrazione con l’arcivescovo cipriota Chrysostomos.

Nicosia (AsiaNews)

Striscioni e e grida di benvenuto, monaci e metropoliti sorridenti intorno a Benedetto XVI e all’arcivescovo Chrysostomos II, nella chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa (Santa Ciriaca Chrysopolitissa), antica chiesa ortodossa cipriota, aperta al culto anche per cattolici e anglicani.
E’ il primo appuntamento del Papa dopo la cerimonia di benvenuto a Cipro, all’aeroporto di Paphos (nella foto).
E’ una celebrazione ecumenica che indica da subito uno dei due motivi principali di questo 16mo viaggio di Benedetto XVI fuori d’Italia. L’altro è la consegna ai vescovi cattolici del Medio Oriente dell’Instrumentum laboris, il documento di lavoro del Sinodo per il Medio Oriente, occasione di unità per i cristiani che nella regione vivono “talora in circostanze difficili”.
Il cammino verso l’unità assume un senso particolare su quest’isola che, ricorda lo stesso Papa, “fu la prima tappa dei viaggi missionari dell’Apostolo Paolo”. “Proprio vicino a questo luogo aggiunge - predicarono alla presenza del proconsole romano Sergio Paolo. Fu quindi da questo posto che il messaggio del Vangelo cominciò a diffondersi in tutto l’impero e la Chiesa, fondata sulla predicazione apostolica, fu capace di piantare radici in tutto il mondo allora conosciuto”. “Da qui si diffondono le radici cristiane di tutta l’Europa”, dice da parte sua l’arcivescovo Chrysostomos.
Nel tempo attuale, Chrysostomos, figura di rilievo nell’ortodossia, è apertamente impegnato per la ricerca dell’unità, ha incontrato Benedetto XVI in Vaticano, lha invitato a Cipro e ha avuto parole dure contro quelle frange dell’estremismo ortodosso che non vogliono vedere il papa nelle loro terre.
“La Chiesa a Cipro – dice Benedetto XVI - può giustamente andare fiera del proprio collegamento diretto con la predicazione di Paolo, Barnaba e Marco e della comunione nella fede apostolica, che la lega a tutte quelle Chiese che custodiscono la stessa regola della fede. Questa è la comunione, reale, benché imperfetta, che già ora ci unisce, e che ci sospinge a superare le nostre divisioni e a lottare per ripristinare quella piena unione visibile, che è voluta dal Signore per tutti i suoi seguaci”.
“La comunione ecclesiale nella fede apostolica – aggiunge - è sia un dono, sia un appello alla missione”. “Come Paolo e Barnaba, ogni cristiano, mediante il battesimo, è ‘riservato’ perché porti testimonianza profetica al Signore risorto ed al suo vangelo di riconciliazione, di misericordia e di pace”. Parola difficile in quest’isola divisa in due in segito all’invasione turca del 1974. La ricorda il presidente cipriota, Demetris Christofias, nel suo discorso di benvenuto, la ricorda Chrysostomos che evoca la distruzione di chiese, monumenti, opere d’arte e persino nomi cristiani nella parte occupata e chiede al Papa aiuto perché la divisione abbia fine.
Il Papa non fa cenno alla questione, ma si sa che il Vaticano ha reclinato l’invito ad allargare all’altra parte dell’isola la sua visita. Benedetto XVI, al suo arrivo, parla invece di Cipro come “incrocio di culture e religioni, di storie gloriose ed antiche insieme, ma che ancora mantengono un forte e visibile impatto sulla vita del Paese. Essendo entrata recentemente nell’Unione Europea, la Repubblica di Cipro ha iniziato a sentire il beneficio di scambi economici e politici con gli altri Paesi Europei. Tale appartenenza ha dato al vostro Paese anche l’accesso a mercati, a tecnologia e a conoscenze pratiche. E’ grandemente auspicabile che questa appartenenza porti prosperità nel vostro Paese e che gli altri Paesi Europei, a loro volta, vengano arricchiti dalla vostra eredità spirituale e culturale, che riflette il vostro ruolo storico, trovandovi tra l’Europa, l’Asia e l’Africa”.
“Cipro – aggiunge - è perciò un luogo appropriato dal quale lanciare la riflessione della nostra Chiesa sul posto della secolare comunità cattolica del Medio Oriente, la nostra solidarietà con tutti i Cristiani della regione e la nostra convinzione che essi hanno un insostituibile ruolo da sostenere nella pace e nella riconciliazione fra i suoi popoli”.
Il Sinodo, secondo tema centrale del viaggio, nelle parole dette dal Papa al suo arrivo, “esaminerà molti aspetti della presenza della Chiesa nella regione e le sfide che i Cattolici devono affrontare, talvolta in circostanze difficili, vivendo la comunione con la Chiesa Cattolica ed offrendo la loro testimonianza a servizio della società e del mondo”. Esso, aggiunge nel corso dell’incontro ecumenico, “rifletterà sul ruolo vitale dei cristiani nella regione, li incoraggerà nella loro testimonianza al Vangelo e li aiuterà a promuovere maggior dialogo e cooperazione fra cristiani in tutta la regione. Significativamente, i lavori del Sinodo saranno arricchiti dalla presenza di delegati fraterni di altre Chiese e Comunità cristiane dell’area, quale segno del comune impegno al servizio della parola di Dio e della nostra apertura alla potenza della sua Grazia che riconcilia”.

© Copyright AsiaNews


+PetaloNero+
00sabato 5 giugno 2010 00:49
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A CIPRO (E PUBBLICAZIONE DELL’INSTRUMENTUM LABORIS DELL’ASSEMBLEA SPECIALE PER IL MEDIO ORIENTE DEL SINODO DEI VESCOVI) (4 - 6 GIUGNO 2010) (III)


CELEBRAZIONE ECUMENICA PRESSO LA CHIESA DI AGIA KIRIAKI CHRYSOPOLITISSA A PAPHOS



Alle ore 15.15 il Santo Padre Benedetto XVI arriva alla chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa (Santa Ciriaca Chrysopolitissa), luogo di culto ortodosso aperto anche ai cattolici e agli anglicani, per la Celebrazione Ecumenica prevista per le ore 15.30.

Accolto dal parroco della Comunità latina, P. Elias, il Papa entra nell’edificio sacro dove sono riuniti alcuni sacerdoti e alcune religiose claustrali e si raccoglie in preghiera davanti all’Iconostasi. Quindi raggiunge il sito archeologico all’esterno della chiesa, dove lo attendono i fedeli per la Celebrazione Ecumenica.

Nel corso della Celebrazione, dopo l’indirizzo di omaggio di Sua Beatitudine Chrysostomos II, Arcivescovo di Nuova Giustiniana e di Tutta Cipro, il Santo Padre Benedetto XVI pronuncia il discorso che pubblichiamo di seguito:




DISCORSO DEL SANTO PADRE



Carissimi Fratelli e Sorelle in Cristo,

"/ PVD4H 6"4 0 ,4DZ<0 "H ,\<"4 B8@bF4" µ".\ F"H" (1 Pt 1,2). 9, µ,(V80 µ@L P"DV P"4D,Jf ,FVH B@L "
Ringrazio Sua Beatitudine Crisostomo II per le gentili parole di benvenuto, Sua Eminenza Giorgio, Metropolita di Pafos, che ci ospita, e quanti si sono impegnati per rendere possibile questo incontro. Mi è grato, inoltre, salutare cordialmente i cristiani di altre confessioni qui presenti, inclusi coloro che appartengono alle comunità armena, luterana e anglicana.

In verità, è una grazia straordinaria per noi essere riuniti in preghiera in questa chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa. Abbiamo appena udito la lettura dagli Atti degli Apostoli, che ci ha ricordato come Cipro fu la prima tappa dei viaggi missionari dell’Apostolo Paolo (cfr At 13,1-4). Riservati per sé dallo Spirito Santo, Paolo, unitamente a Barnaba, originario di Cipro, ed a Marco, il futuro evangelista, dapprima giunsero a Salamina, dove iniziarono a proclamare la parola di Dio nelle sinagoghe. Attraversando l’isola, giunsero a Pafos, dove, proprio vicino a questo luogo, predicarono alla presenza del proconsole romano Sergio Paolo. Fu quindi da questo posto che il messaggio del Vangelo cominciò a diffondersi in tutto l’impero e la Chiesa, fondata sulla predicazione apostolica, fu capace di piantare radici in tutto il mondo allora conosciuto.

La Chiesa a Cipro può giustamente andare fiera del proprio collegamento diretto con la predicazione di Paolo, Barnaba e Marco e della comunione nella fede apostolica, che la lega a tutte quelle Chiese che custodiscono la stessa regola della fede. Questa è la comunione, reale, benché imperfetta, che già ora ci unisce, e che ci sospinge a superare le nostre divisioni e a lottare per ripristinare quella piena unione visibile, che è voluta dal Signore per tutti i suoi seguaci. Poiché, nelle parole di Paolo, vi è "un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo" (Ef 4,4-5).

La comunione ecclesiale nella fede apostolica è sia un dono, sia un appello alla missione. Nel passo degli Atti che abbiamo ascoltato, vediamo un’immagine dell’unità della Chiesa nella preghiera, nell’apertura alle spinte dello Spirito alla missione. Come Paolo e Barnaba, ogni cristiano, mediante il battesimo, è "riservato" perché porti testimonianza profetica al Signore risorto ed al suo vangelo di riconciliazione, di misericordia e di pace. In tale contesto, l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che si riunirà a Roma nel prossimo ottobre, rifletterà sul ruolo vitale dei cristiani nella regione, li incoraggerà nella loro testimonianza al Vangelo e li aiuterà a promuovere maggior dialogo e cooperazione fra cristiani in tutta la regione. Significativamente, i lavori del Sinodo saranno arricchiti dalla presenza di delegati fraterni di altre Chiese e Comunità cristiane dell’area, quale segno del comune impegno al servizio della parola di Dio e della nostra apertura alla potenza della sua Grazia che riconcilia.

L’unità di tutti i discepoli di Cristo è un dono da implorare dal Padre, nella speranza che esso rafforzi la testimonianza del Vangelo nel mondo d’oggi. Il Signore ha pregato per la santità e l’unità dei suoi discepoli proprio perché il mondo creda (cfr Gv 17,21). Giusto cento anni orsono, alla Conferenza Missionaria di Edimburgo, l’acuta consapevolezza che le divisioni fra cristiani erano un ostacolo alla diffusione del Vangelo diede origine al movimento ecumenico moderno. Oggi dobbiamo essere grati al Signore, il quale, mediante il suo Spirito, ci ha condotto – specie negli ultimi decenni –a riscoprire la ricca eredità apostolica condivisa da Oriente e da Occidente, e, mediante un dialogo paziente e sincero, a trovare le vie per riavvicinarci l’un l’altro, superando le controversie del passato e guardando ad un futuro migliore.

La Chiesa in Cipro, che si dimostra essere come un ponte fra l’Oriente e l’Occidente, ha contribuito molto a questo processo di riconciliazione. La via che conduce all’obiettivo della piena comunione non sarà certamente priva di difficoltà, ma la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa di Cipro sono impegnate a progredire sul cammino del dialogo e della cooperazione fraterna. Possa lo Spirito Santo illuminare le nostre menti e irrobustire la nostra determinazione, così che insieme possiamo recare il messaggio della salvezza agli uomini e alle donne del nostro tempo, i quali sono assetati di quella verità che porta libertà autentica e salvezza (cfr Gv 8,32), la verità il cui nome è Gesù Cristo!

Cari sorelle e fratelli, non posso concludere senza evocare la memoria dei Santi che hanno adornato la Chiesa in Cipro, in particolare sant’Epifanio, vescovo di Salamina. La santità è il segno della pienezza della vita cristiana, di una profonda docilità interiore allo Spirito Santo che ci chiama ad una conversione e a un rinnovamento costanti, mentre ci sforziamo di essere sempre più conformati a Cristo nostro Salvatore. Conversione e santità sono anche i mezzi privilegiati mediante i quali apriamo le menti e i cuori alla volontà del Signore per l’unità della sua Chiesa. Mentre rendiamo grazie per l’incontro odierno e per il fraterno affetto che ci unisce, chiediamo ai santi Barbara ed Epifanio, ai santi Pietro e Paolo, e a tutti i Santi di Dio, di benedire le nostre comunità, di conservarci nella fede degli Apostoli, e di guidare i nostri passi sulla via dell’unità, della carità e della pace.



Al termine della Celebrazione Ecumenica, il Papa rientra nella sagrestia dove benedice una targa inaugurale per una nuova Casa per anziani, realizzata dalla Comunità cattolica latina a Paphos. Subito dopo si trasferisce in auto a Nicosia. L’arrivo alla Nunziatura Apostolica di Nicosia è previsto per le ore 18.15. Quindi il Santo Padre cena in privato.







www.zenit.org/article-22725?l=italian

www.zenit.org/article-22723?l=italian

www.zenit.org/article-22722?l=italian

www.zenit.org/article-22721?l=italian

www.zenit.org/article-22717?l=italian

www.zenit.org/article-22716?l=italian

www.zenit.org/article-22712?l=italian

www.zenit.org/article-22715?l=italian

www.zenit.org/article-22711?l=italian
+PetaloNero+
00sabato 5 giugno 2010 15:45
INCONTRO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI CON I GIORNALISTI DURANTE IL VOLO VERSO CIPRO (4 GIUGNO 2010)

Ieri mattina, nel corso del viaggio aereo verso Cipro, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato i giornalisti del Volo Papale. Pubblichiamo di seguito la trascrizione dell’intervista concessa dal Papa agli operatori dei media:


TESTO DELL’INTERVISTA

Padre Lombardi: Santità, noi La ringraziamo di essere con noi, come in ogni viaggio, e di darci la Sua parola per orientare la nostra attenzione in questi giorni, che saranno così intensi. Naturalmente, purtroppo, la prima domanda è obbligata per la circostanza che ieri ci ha colpito così dolorosamente, l’assassinio di Mons. Padovese, e che è stata per Lei occasione di un dolore profondissimo. Quindi, a nome di tutti i colleghi, volevo chiederLe di dirci qualche parola su come Lei ha recepito questa notizia e come vive l’inizio del viaggio a Cipro in quest’atmosfera.

Papa: Naturalmente, sono profondamente addolorato per la morte di Mons. Padovese, che ha anche molto contribuito per la preparazione del Sinodo; ha collaborato, e sarebbe stato un elemento prezioso in questo Sinodo. Raccomandiamo alla bontà del Signore la sua anima. Questa ombra, tuttavia, non ha niente a che fare con i temi stessi e con la realtà del viaggio, perché non dobbiamo attribuire alla Turchia o ai Turchi questo fatto. E’ una cosa sulla quale abbiamo poche informazioni. Sicuro è che non si tratta di un assassinio politico o religioso; si tratta di una cosa personale. Aspettiamo ancora tutte le spiegazioni, ma non vogliamo adesso mescolare questa situazione tragica con il dialogo con l’Islam e con tutti i problemi del nostro viaggio. E’ un caso a parte, che rende tristi, ma che non dovrebbe oscurare in nessun modo il dialogo, in tutti i sensi, che sarà tema e intenzione di questo viaggio.

Padre Lombardi: Cipro è una terra divisa. Santità, Lei non si recherà nella parte settentrionale occupata dai Turchi. Lei ha un messaggio per gli abitanti di quella regione? E come pensa che la Sua visita possa contribuire a risolvere la distanza fra la parte greca e quella turca, a procedere verso una soluzione di convivenza pacifica, nel rispetto della libertà religiosa, del patrimonio spirituale e culturale delle diverse comunità?

Papa: Questo viaggio a Cipro è, in molti sensi, una continuazione del viaggio dell’anno scorso in Terra Santa e anche del viaggio a Malta di quest’anno. Il viaggio in Terra Santa aveva tre parti: Giordania, Israele e Territori palestinesi. Per tutti e tre si trattava di un viaggio pastorale, religioso; non era un viaggio politico o turistico. Il tema fondamentale era la pace di Cristo, che deve essere pace universale nel mondo. Il tema era quindi: da una parte, l’annuncio della nostra fede, la testimonianza della fede, il pellegrinaggio a questi luoghi che testimoniano la vita di Cristo e tutta la storia santa; dall’altra parte, la responsabilità comune di tutti quanti credono in un Dio creatore del cielo e della terra, in un Dio a immagine del quale siamo creati. Malta e Cipro aggiungono ancora con forza il tema di San Paolo, grande credente, evangelizzatore, e anche san Barnaba, che è cipriota e che ha aperto la porta per la missione di San Paolo. Quindi, testimonianza della nostra fede per l’unico Dio, dialogo e pace sono i temi. Pace in un senso molto profondo: non è una aggiunta politica alla nostra attività religiosa, ma pace è una parola del cuore della fede, sta nel centro dell’insegnamento paolino; pensiamo alla Lettera agli Efesini, dove dice che Cristo ha portato la pace, ha distrutto le mura dell’inimicizia. Questo rimane un mandato permanente, così non vengo con un messaggio politico, ma con un messaggio religioso, che dovrebbe preparare di più le anime a trovare l’apertura per la pace. Queste non sono cose che vengono dall’oggi al domani, ma è molto importante non solo fare i necessari passi politici, ma soprattutto anche preparare le anime per essere capaci di fare i passi politici necessari, creare quell’apertura interiore per la pace, che, alla fine, viene dalla fede in Dio e dalla convinzione che siamo tutti figli di Dio e fratelli e sorelle fra di noi.

Padre Lombardi: Grazie Santità. Questa nuova domanda è molto in continuità con la prima, però io la faccio ugualmente, in modo che se Lei vuole aggiungere qualche altra cosa potrà farlo. Lei si reca in Medio Oriente pochi giorni dopo che l’attacco israeliano alla flottiglia davanti a Gaza ha aggiunto ulteriori tensioni al già difficile processo di pace. Come pensa che la Santa Sede, il Vaticano possa contribuire a superare questo momento difficile per il Medio Oriente?

Papa: Direi che noi contribuiamo soprattutto in modo religioso. Possiamo anche essere di aiuto con consigli politici e strategici, ma il lavoro essenziale del Vaticano è sempre quello religioso, che tocca il cuore. Con tutti questi episodi che viviamo, c’è sempre il pericolo che si perda la pazienza, che si dica "adesso basta", e non si voglia più cercare la pace. E qui mi viene in mente, in quest’Anno Sacerdotale, una bella storia del Parroco di Ars. Alle persone che gli dicevano: non ha senso che io adesso vada alla confessione e all’assoluzione, perché dopodomani sono sicuro di ricadere negli stessi peccati, il Curato d’Ars rispondeva: non fa niente, il Signore volutamente dimentica che tu dopodomani farai gli stessi peccati, ti perdona adesso completamente, sarà longanime, e continuerà ad aiutarti, a venire verso di te. Così dobbiamo quasi imitare Dio, la sua pazienza. Dopo tutti i casi di violenza, non perdere la pazienza, non perdere il coraggio, non perdere la longanimità di ricominciare; creare queste disposizioni del cuore di ricominciare sempre di nuovo, nella certezza che possiamo andare avanti, che possiamo arrivare alla pace, che la violenza non è la soluzione, ma la pazienza del bene. Creare questa disposizione mi sembra il principale lavoro che il Vaticano e i suoi organi e il Papa possono fare.

Padre Lombardi: Grazie! Passiamo ad un altro tema, quello dell’ecumenismo. Santità, il dialogo con gli Ortodossi ha fatto molti passi avanti dal punto di vista culturale, spirituale e della vita. In occasione del recente Concerto offertoLe dal Patriarca di Mosca si è sentita una profonda sintonia fra ortodossi e cattolici di fronte alle sfide poste al cristianesimo in Europa dalla secolarizzazione. Ma qual è la sua valutazione sul dialogo, anche dal punto di vista più propriamente teologico?

Papa: Vorrei innanzitutto sottolineare questi progressi grandi che abbiamo fatto nella comune testimonianza dei valori cristiani nel mondo secolarizzato. Questa non è solo una coalizione – diciamo – morale, politica, ma è veramente una cosa profondamente di fede, perché i valori fondamentali per i quali viviamo in questo mondo secolarizzato non sono moralismi, ma sono la fisionomia fondamentale della fede cristiana. Quando siamo capaci insieme di testimoniare questi valori, di impegnarci nel dialogo, nella discussione di questo mondo, nella testimonianza per vivere questi valori, abbiamo già dato una testimonianza fondamentale di un’unità molto profonda della fede. Naturalmente, ci sono molti problemi teologici, ma anche qui gli elementi di unità sono forti. Vorrei indicare tre elementi che ci legano, che ci vedono sempre più vicini, ci fanno sempre più vicini. Primo: la Scrittura, la Bibbia non è un libro caduto dal cielo, che c’è adesso ed ognuno lo prende, ma è un libro cresciuto nel popolo di Dio e vive in questo comune soggetto del popolo di Dio e solo qui rimane sempre presente e reale, cioè la Bibbia non è isolabile, ma la Bibbia sta nel nesso di tradizione e Chiesa. Questa consapevolezza è fondamentale e appartiene al fondamento di Ortodossia e Cattolicesimo e ci dà una strada comune. Come secondo elemento, diciamo: la tradizione, che ci interpreta, che ci apre la porta per la Scrittura, ha anche una forma istituzionale, sacra, sacramentale voluta dal Signore, cioè l’episcopato; ha una forma personale, cioè il collegio dei vescovi insieme è testimone e presenza di questa tradizione. E terzo punto: la cosiddetta regula fidei, cioè la confessione della fede elaborata negli antichi Concili è la somma di quanto sta nella Scrittura e apre la "porta" di interpretazione. Poi altri elementi: la liturgia, il comune amore per la Madonna ci legano profondamente e sempre più ci diventa anche chiaro che sono le fondamenta della vita cristiana. Dobbiamo essere più consapevoli e approfondire anche i dettagli, ma mi sembra che anche se le culture diverse, le situazioni diverse abbiano cerato malintesi e difficoltà, cresciamo nella consapevolezza dell’essenziale e dell’unità dell’essenziale. Vorrei aggiungere che, naturalmente, non è la discussione teologica che crea di per sé l’unità; è una dimensione importante, ma tutta la vita cristiana, il conoscersi, l’esperienza della fratellanza, imparare, nonostante l’esperienza del passato, questa fraternità comune, sono processi che esigono anche grande pazienza. Ma mi sembra che stiamo proprio imparando la pazienza, così come l’amore, e con tutte le dimensioni del dialogo teologico andiamo avanti, lasciando al Signore quando ci donerà l’unità perfetta.

Padre Lombardi: E ora un’ultima domanda. Uno degli scopi di questo viaggio è la consegna del documento di lavoro del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente. Quali sono le Sue principali attese e speranze per questo Sinodo, per le comunità cristiane e anche per i credenti di altre fedi in questa regione?

Papa: Il primo punto importante è che diversi Vescovi, Capi di Chiese si vedano qui, perché abbiamo tante Chiese - vari Riti sono dispersi in diversi Paesi, in situazioni diverse - ed essi appaiono spesso isolati, spesso hanno anche poche informazioni dall’altro; vedersi insieme, incontrarsi insieme, e così prendere conoscenza l’uno dell’altro, dei problemi, delle diversità e delle situazioni comuni, formare insieme un giudizio sulla situazione, sul cammino da prendere. Questa comunione concreta di dialogo e di vita è un primo punto. Secondo è anche la visibilità di queste Chiese, che si veda, cioè, nel mondo che c’è una grande e antica cristianità nel Medio Oriente, che spesso non sta davanti ai nostri occhi, e che questa visibilità ci aiuta anche ad essere loro vicini, ad approfondire la nostra conoscenza reciproca, a imparare gli uni dagli altri, ad aiutarci, e aiutare così anche i cristiani del Medio Oriente a non perdere la speranza, a rimanere, anche se le situazioni possono essere difficili. Così - terzo punto - nel dialogo tra di loro si aprono anche al dialogo con gli altri cristiani ortodossi, armeni, eccetera, e cresce una comune consapevolezza della responsabilità cristiana e anche una comune capacità di dialogo con i fratelli musulmani, che sono fratelli, nonostante le diversità; e mi sembra venga anche l’incoraggiamento, nonostante tutti i problemi, a continuare, con una visione comune, il dialogo con loro. Tutti i tentativi per una convivenza sempre più fruttuosa e fraterna sono molto importanti. Questo quindi è un incontro interno della cristianità cattolica del Medio Oriente nei diversi Riti, ma è un incontro proprio anche di apertura, di capacità rinnovata di dialogo, di coraggio e di speranza per il futuro.

Padre Lombardi: Grazie, Santità, di questa panoramica ampia e grazie in particolare della visione così positiva e incoraggiante che ci ha dato anche delle finalità di questo viaggio; e noi quindi Le facciamo veramente gli auguri perché il viaggio si volga in questa atmosfera e con questi risultati, e cerchiamo di collaborare anche con una buona informazione a questo scopo. Grazie, Santità, e buon viaggio!














VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A CIPRO (E PUBBLICAZIONE DELL’INSTRUMENTUM LABORIS DELL’ASSEMBLEA SPECIALE PER IL MEDIO ORIENTE DEL SINODO DEI VESCOVI) (4 - 6 GIUGNO 2010) (IV)



VISITA DI CORTESIA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CIPRO, NEL PALAZZO PRESIDENZIALE DI NICOSIA


Alle ore 9.00 di questa mattina, il Santo Padre lascia la Nunziatura Apostolica e si reca in auto al Palazzo Presidenziale di Nicosia per la Visita di cortesia al Presidente della Repubblica di Cipro, S.E. il Sig. Demetris Christofias.

Al Suo arrivo, alle ore 9.15, è accolto dal Presidente e dalla Consorte che Lo attendono all’esterno, in prossimità del memoriale dell’Arcivescovo Makarios III, primo Presidente della Repubblica di Cipro. Il Papa depone una corona di fiori ai piedi del monumento. Raggiunto lo studio privato, dopo lo scambio dei doni, il Santo Padre Benedetto XVI e il Presidente Demetris Christofias si intrattengono in colloquio privato. L’incontro si conclude con la presentazione della famiglia del Presidente e delle rispettive Delegazioni, quindi il Santo Padre e il Presidente si recano nel giardino del Palazzo dove si trovano riuniti il Corpo Diplomatico le Autorità civili.



INCONTRO CON LE AUTORITÀ CIVILI E CON IL CORPO DIPLOMATICO, NEL PALAZZO PRESIDENZIALE DI NICOSIA


Alle ore 9.45, nel giardino del Palazzo Presidenziale di Nicosia, il Santo Padre Benedetto XVI incontra le Autorità civili e il Corpo Diplomatico.

Dopo il saluto del Presidente della Repubblica di Cipro, S.E. il Sig. Demetris Christofias, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE



Signor Presidente,
Eccellenze,
Signore e Signori,

sono grato di avere, nel contesto del mio viaggio apostolico a Cipro, la possibilità di incontrare le Autorità politiche e civili della Repubblica, come pure i membri della comunità diplomatica. Ringrazio il Presidente Christofias per le parole gentili di benvenuto, che ha espresso anche a vostro nome, e che volentieri ricambio attraverso il mio rispettoso augurio per il vostro importante lavoro, ricordando, in particolare, la felice occasione del cinquantesimo anniversario della Costituzione della Repubblica.

Ho appena deposto una corona di fiori al monumento del defunto Arcivescovo Makarios, primo Presidente della Repubblica di Cipro. Come lui, ciascuno di voi nella vita di pubblico servizio deve essere impegnato a servire il bene degli altri nella società, a livello locale, nazionale ed internazionale. Si tratta di una nobile vocazione, stimata dalla Chiesa. Quando adempiuto con fedeltà, il servizio pubblico ci permette di crescere in sapienza, integralmente e con realizzazione personale. Platone, Aristotele e gli stoici diedero grande importanza a tale realizzazione personale – eudemonia – quale scopo per ogni essere umano, e videro nel carattere morale la via per raggiungerlo. Per loro, e per i grandi filosofi islamici e cristiani che hanno seguito i loro passi, la pratica della virtù consisteva nell’agire secondo la retta ragione, nel perseguimento di tutto ciò che è vero, buono e bello.

In una prospettiva religiosa, siamo membri di un’unica famiglia umana creata da Dio, e siamo chiamati a promuovere l’unità e a costruire un mondo più giusto e fraterno fondato su valori durevoli. Nella misura in cui adempiamo il nostro dovere, serviamo gli altri e aderiamo a ciò che è giusto, le nostre menti divengono più aperte alle verità più profonde e la nostra libertà si rafforza nel suo aderire a ciò che è buono. Il mio predecessore, il Papa Giovanni Paolo II, scrisse una volta che l’obbligazione morale non dovrebbe essere vista come una legge che si impone da se stessa dall’esterno e che esige obbedienza, ma piuttosto come un’espressione della sapienza stessa di Dio, alla quale la libertà umana si sottomette con prontezza (cfr Veritatis splendor, 41). Quali esseri umani, troviamo la nostra realizzazione ultima in riferimento a quella Realtà Assoluta, il cui riflesso trova così spesso riscontro nella nostra coscienza come invito pressante a servire la verità, la giustizia e l’amore.

A livello personale, come servitori pubblici voi conoscete l’importanza della verità, dell’integrità e del rispetto nel vostro relazionarvi con gli altri. Le relazioni personali sono spesso i primi passi per costruire fiducia e – a tempo debito – solidi vincoli di amicizia fra individui, popoli e nazioni. Questa è una parte essenziale del vostro ruolo, sia di politici sia di diplomatici. In Paesi con situazioni politiche delicate, un simile rapporto personale onesto e aperto può essere l’inizio di un bene più grande per società e popoli interi. Permettetemi di incoraggiarvi, quanti siete oggi qui presenti, a cogliere le opportunità offertevi, sia a livello personale sia a livello istituzionale, per costruire tali relazioni e, così facendo, promuovere il bene più grande dell’insieme delle Nazioni, ed il vero bene di quanti rappresentate.

Gli antichi filosofi greci ci insegnano inoltre che il bene comune viene servito precisamente attraverso l’influenza di persone dotate di chiara visione morale e di coraggio. In tal modo, le azioni politiche vengono a purificarsi dagli interessi egoistici o da pressioni di parte e vengono poste su una base più solida. Inoltre, le aspirazioni legittime di quanti rappresentiamo vengono protette e promosse. La rettitudine morale e il rispetto imparziale degli altri e del loro benessere sono essenziali al bene di qualsiasi società, dato che essi stabiliscono un clima di fiducia nel quale ogni relazione umana, religiosa o economica, sociale e culturale, o civile e politica, acquista forza e sostanza.

Ma cosa significa in termini pratici rispettare e promuovere la verità morale nel mondo della politica e della diplomazia a livelli nazionali ed internazionali? Come può la ricerca della verità recare un’armonia più grande alle tribolate regioni della terra? Desidererei suggerire che vi sono tre vie.

Prima di tutto, il promuovere la verità morale significa agire in modo responsabile sulla base della conoscenza dei fatti reali. Come diplomatici, sapete per esperienza che tale conoscenza vi aiuta a identificare le ingiustizie e le recriminazioni, così che potete valutare in maniera spassionata le preoccupazioni di quanti sono coinvolti in una determinata disputa. Quando le parti riescono ad innalzarsi dal proprio modo di vedere gli eventi, acquisiscono una visione oggettiva e integrale. Quanti sono chiamati a risolvere simili dispute sono in grado di prendere le giuste decisioni e di promuovere una genuina riconciliazione nel momento in cui afferrano e riconoscono la verità piena di una questione specifica.

Un secondo modo di promuovere la verità morale consiste nel destrutturare le ideologie politiche che altrimenti soppianterebbero la verità. Le esperienze tragiche del 20° secolo hanno posto in evidenza l’inumanità che consegue dalla soppressione della verità e della dignità umana. Anche ai giorni nostri, siamo testimoni di tentativi di promuovere pseudovalori con il pretesto della pace, dello sviluppo e dei diritti umani. In questo senso, parlando all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ho richiamato l’attenzione sui tentativi di certi ambienti di reinterpretare la Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo al fine di soddisfare interessi particolari, che avrebbero compromesso l’intima unitarietà della Dichiarazione e l’avrebbero allontanata dei suoi intenti originari (cfr Discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 18 aprile 2008).

In terzo luogo, il promuovere la verità morale nella vita pubblica esige uno sforzo costante per fondare la legge positiva sui principi etici della legge naturale. Richiamarsi ad essa, un tempo, era considerato evidente da sé, ma l’onda del positivismo nella dottrina giuridica contemporanea richiede la riaffermazione di questo importante assioma. Individui, comunità e Stati senza la guida di verità morali oggettive, diverrebbero egoisti e senza scrupoli, ed il mondo sarebbe un luogo pericoloso per viverci. D’altra parte, rispettando i diritti delle persone e dei popoli, proteggiamo e promuoviamo la dignità umana. Quando le politiche che sosteniamo sono poste in atto in armonia con la legge naturale propria della nostra comune umanità, allora le nostre azioni diventano più fondate e portano ad un’atmosfera di intesa, di giustizia e di pace.

Signor Presidente, illustri amici, con queste considerazioni riaffermo la mia stima e quella della Chiesa per il vostro importante servizio alla società e all’edificazione di un futuro sicuro per il nostro mondo. Invoco su tutti voi le benedizioni divine di saggezza, forza e perseveranza nell’adempimento dei vostri doveri. Grazie.



Al termine dell’incontro, il Papa si reca in auto alla Scuola elementare " St. Maron" per l’incontro con la Comunità cattolica.










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INCONTRO CON LA COMUNITÀ CATTOLICA DI CIPRO, PRESSO LA SCUOLA ELEMENTARE "ST. MARON" A NICOSIA



Alle ore 10.45 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI incontra la Comunità Cattolica di Cipro presso la Scuola elementare "St. Maron" a Nicosia. Accolto al suo arrivo dal Direttore scolastico, il Papa raggiunge il campo sportivo della scuola dove sono riuniti i fedeli cattolici ciprioti appartenenti alle comunità maronita, armena e latina.

Dopo l’indirizzo di omaggio dell’Arcivescovo di Cipro dei Maroniti, S.E. Mons. Youssef Soueif, il Papa pronuncia il discorso che pubblichiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE



Cari fratelli e sorelle in Cristo,

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Ringrazio l’Arcivescovo Soueif per le sue gentili parole di benvenuto a vostro nome e ringrazio, in modo particolare, i bambini per la loro bella rappresentazione. Saluto anche Sua Beatitudine il Patriarca Foual Twad e rendo onore al grande e paziente lavoro della Custodia Francescana della Terra Santa nella persona di Padre Pizzaballa, oggi qui con noi.

In questa storica occasione della prima visita del Vescovo di Roma a Cipro, vengo a confermarvi nella vostra fede in Gesù Cristo e ad incoraggiarvi a rimanere un cuore solo ed un’anima sola nella fedeltà alla tradizione apostolica (cfr At 4,32). Come successore di Pietro, sto tra di voi oggi per offrirvi l’assicurazione del mio sostegno, delle mie affettuose preghiere e del mio incoraggiamento.

Abbiamo appena ascoltato dal Vangelo di Giovanni come alcuni Greci, che avevano saputo delle grandi opere che Gesù aveva compiute, si avvicinassero all’apostolo Filippo dicendo: "Vogliamo vedere Gesù" (cfr Gv 12,21). Queste parole toccano profondamente ciascuno di noi. Come gli uomini e le donne del Vangelo, vogliamo vedere Gesù, conoscerlo, amarlo e servirlo con "un cuore solo ed un’anima sola" (cfr At 4,32). Inoltre, come la voce dal cielo nel Vangelo di oggi, che ha dato testimonianza alla gloria del nome di Dio, la Chiesa proclama il suo nome non solamente per il proprio beneficio, ma per il bene dell’umanità intera (cfr Gv 12,30). Anche voi, odierni seguaci di Cristo, siete chiamati a vivere la vostra fede nel mondo unendo le vostre voci ed azioni per la promozione dei valori del Vangelo giunti a voi attraverso generazioni di Cristiani Ciprioti. Questi valori, profondamente radicati nelle vostre culture, così come nel patrimonio della Chiesa universale, dovranno continuare a ispirare i vostri sforzi di promuovere la pace, la giustizia e il rispetto per la vita umana e la dignità dei vostri concittadini. In questo modo la vostra fedeltà al Vangelo assicurerà beneficio a tutta la società cipriota.

Cari fratelli e sorelle, data la vostra particolare situazione, desidero anche attirare la vostra attenzione su una parte essenziale della vita e missione della nostra Chiesa, ossia la ricerca di una maggiore unità nella carità con gli altri cristiani e il dialogo con coloro che non sono cristiani. In modo particolare dal Concilio Vaticano Secondo, la Chiesa è stata impegnata a proseguire sulla via di una maggiore comprensione con i nostri fratelli cristiani manifestando un ancor più stretto legame d’amore ed amicizia fra tutti i battezzati. Nella vostra particolare situazione, voi siete in grado di portare un contributo personale al raggiungimento di una maggiore unità cristiana nella vita quotidiana. Vi incoraggio a fare così, confidando che lo Spirito del Signore, che ha pregato perché i suoi discepoli siano uno (cfr Gv 17,21), vi accompagnerà in questo importante compito.

Guardando al dialogo interreligioso molto ancora occorre fare nel mondo. Questo è un altro campo nel quale i cattolici di Cipro spesso vivono situazioni che offrono loro delle opportunità per una giusta e prudente azione. Solo attraverso un paziente lavoro di reciproca fiducia può essere superato il peso della storia passata, e le differenze politiche e culturali fra i popoli possono diventare un motivo di operare per una maggiore comprensione. Vi esorto ad aiutare a creare tale vicendevole fiducia fra cristiani e non cristiani, come fondamento per costruire una pace durevole ed un’armonia fra i popoli di diverse religioni, regioni politiche e basi culturali.

Cari amici, desidero invitarvi a guardare alla profonda comunione che voi già condividete fra voi e con la Chiesa Cattolica nel mondo. Con attenzione ai bisogni immediati della Chiesa, vi incoraggio a pregare per le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa e a promuoverle. Mentre quest’Anno Sacerdotale si sta chiudendo, la Chiesa ha guadagnato una rinnovata consapevolezza del bisogno di sacerdoti buoni, santi e ben preparati. Essa desidera uomini e donne religiosi completamente sottomessi a Cristo, dediti a diffondere il regno di Dio sulla terra. Nostro Signore ha promesso che coloro che offrono la loro vita ad imitazione di lui la conserveranno per la vita eterna (cfr Gv 12,25). Chiedo ai genitori di considerare questa promessa ed incoraggiare i loro figli a rispondere generosamente alla chiamata del Signore. Invito i pastori a seguire i giovani, i loro desideri ed aspirazioni, e a formarli alla pienezza della fede.

Qui, in questa scuola cattolica, desidero rivolgere una parola a coloro che operano nelle scuole cattoliche dell’Isola, specialmente agli insegnanti. Il vostro lavoro fa parte di una lunga e stimata tradizione della Chiesa cattolica di Cipro. Continuate pazientemente a servire il bene dell’intera comunità sforzandovi per una educazione eccellente. Che il Signore vi benedica abbondantemente nel sacro impegno della formazione che è il più grande dono che l’Onnipotente fa a noi e ai nostri figli.

Rivolgo ora una speciale parola a voi, miei cari giovani di Cipro. A"D"µ,\<,J, *L<"J@\ FJ0< B\FJ0 F"H, (,µVJ@4 P"DV FJ0< LB0D,F\" J@L 1,@b 6"4 (,<<"4`*TD@4 µ, J@< PD`<@ F"H 6"4 µ, J" JV8"
Cari Cattolici di Cipro, coltivate la vostra armonia in comunione con la Chiesa universale e con il Successore di Pietro ed accrescete i vostri legami fraterni con gli altri nella fede, nella speranza e nell’amore.

In modo speciale, desidero consegnare questo messaggio ai presenti che vengono da Kormakiti, Asomatos, Karpasha e Agia Marina. Conosco le vostre aspirazioni e le vostre sofferenze, e vi chiedo di portare la mia Benedizione, la mia vicinanza e il mio affetto a tutti coloro che provengono dai vostri villaggi dove i Cristiani sono un popolo di speranza. Da parte mia, spero vivamente e prego che, con l’impegno di buona volontà degli interessati, sarà presto assicurata una vita migliore per tutti gli abitanti dell’isola.

Con queste brevi parole affido ciascuno di voi alla protezione della Beata Vergine Maria e all’intercessione dei Santi Paolo e Barnaba.

? 1,`H "H F"H ,L8@(ZF0 `8@LH! [Che Dio vi benedica!]




Dopo la rappresentazione artistica dei bambini delle scuole, lo scambio dei doni con i fedeli e la benedizione finale, il Papa si trasferisce in auto all’Arcivescovado Ortodosso di Cipro.












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VISITA DI CORTESIA A SUA BEATITUDINE CHRYSOSTOMOS II NELL’ARCIVESCOVADO ORTODOSSO DI CIPRO A NICOSIA



Alle ore 12.15 il Santo Padre Benedetto XVI si reca all’Arcivescovado ortodosso di Cipro a Nicosia, per la visita di cortesia a Sua Beatitudine Chrysostomos II, Arcivescovo di Nuova Giustiniana e di Tutta Cipro.

L’incontro ha inizio con il colloquio privato nel salone al primo piano, quindi il Papa e l’Arcivescovo Chrysostomos visitano nel giardino il Monumento in memoria dell’Arcivescovo Makarios III e raggiungono la Cattedrale, dedicata a san Giovanni. Dopo il saluto di Sua Beatitudine Chrysostomos II, il Santo Padre Benedetto XVI pronuncia le parole che riportiamo di seguito:

SALUTO DEL SANTO PADRE

Vostra Beatitudine, E, P"4D,Jf µ, "*,8N46Z "(VB0 ,< JT !<"FJ0µX
Ricordo con gratitudine la Sua visita a Roma tre anni fa, e mi rallegro che oggi ci incontriamo ancora nella Sua amata terra. Per Suo tramite saluto il Santo Sinodo e tutti i Sacerdoti, diaconi, monaci e monache e fedeli laici della Chiesa di Cipro.

Anzitutto desidero esprimere la mia gratitudine per l’ospitalità che la Chiesa di Cipro ha così generosamente offerto alla Commissione Internazionale per il Dialogo Teologico in occasione dell’incontro dello scorso anno in Paphos. Sono parimenti grato per il sostegno che la Chiesa di Cipro, con la chiarezza ed apertura dei suoi contributi, ha sempre dato all’impegno del dialogo. Possa lo Spirito Santo guidare e confermare questa grande iniziativa ecclesiale, che mira a ricomporre la piena e visibile comunione tra le Chiese dell’Oriente e dell’Occidente, una comunione che deve essere vissuta nella fedeltà al Vangelo e alla tradizione apostolica, in modo che apprezzi le legittime tradizioni dell’Oriente e dell’Occidente, e che sia aperta alla diversità dei doni tramite i quali lo Spirito edifica la Chiesa nell’unità, nella santità e nella pace.

Questo spirito di fraternità e di comunione ha anche trovato espressione nel generoso contributo che Vostra Beatitudine ha inviato, a nome della Chiesa di Cipro, per coloro che, lo scorso anno, a L’Aquila, vicino a Roma, hanno sofferto a causa del terremoto, e le cui necessità mi stanno a cuore. In tale spirito, mi associo con Lei, pregando perché tutti gli abitanti di Cipro, con l’aiuto di Dio, trovino la saggezza e la forza di lavorare insieme per una giusta soluzione dei problemi che ancora sono da risolvere, impegnandosi per la pace e la riconciliazione e costruendo per le generazioni future una società che si distingua per il rispetto dei diritti di tutti, inclusi i diritti inalienabili alla libertà di coscienza e alla libertà di culto.

Cipro è tradizionalmente considerata parte della Terra Santa, e la situazione di continuo conflitto nel Medio Oriente dev’essere un motivo di riflessione per tutti i fedeli Cristiani. Nessuno può rimanere indifferente alla necessità di offrire sostegno in ogni maniera possibile ai Cristiani di quella tormentata regione, affinché le sue antiche Chiese possano vivere in pace e prosperità. Le comunità cristiane di Cipro possano trovare un ambito molto fruttuoso per la cooperazione ecumenica, pregando e lavorando insieme per la pace, la riconciliazione e la stabilità nelle terre benedette dalla presenza terrena del Principe della Pace.

Con questi sentimenti, Vostra Beatitudine, la ringrazio ancora una volta per il Suo fraterno benvenuto e voglio assicurarLa delle mie preghiere per Lei e per tutto il clero e i fedeli della Chiesa di Cipro.

/ P"DV 6"4 0 ,4DZ<0 J@L "<"FJ0µX<@L OD4FJ@b "H ,\<"4 BV

Alle ore 13.30, il Santo Padre Benedetto XVI e Sua Beatitudine Chrysostomos II, con le rispettive Delegazioni, pranzano nel Salone dei ricevimenti al primo piano dell’Arcivescovado. Al termine della colazione ha luogo lo scambio dei doni. Infine il Papa rientra in auto alla Nunziatura Apostolica di Nicosia.






www.zenit.org/article-22732?l=italian

www.zenit.org/article-22726?l=italian
Paparatzifan
00sabato 5 giugno 2010 18:16
Dal blog di Lella...

PAPA A CIPRO: MUSULMANI NOSTRI FRATELLI, E "PERDONA" TURCHIA E ISRAELE

(AGI) - Nicosia, 4 giu.

(di Salvatore Izzo)

L'uccisione del vescovo Luigi Padovese e' "un fatto molto doloroso che non puo' essere attribuito alla Turchia e ai turchi". "Non si tratta - infatti - di assassinio politico o a sfondo religioso", ma piuttosto di "un tragico evento che non va confuso con il dialogo con l'islam e con i temi del viaggio a Cipro". Benedetto XVI ha voluto affermarlo prima di mettere piede, unico Papa nella storia, sull'Isola che nel Mediteraneo collega l'Europa al Medio Oriente ma e' oggi anche l'emblema del conflitto tra i due mondi, divisa dalla barriera che l'occupazione turca del 1974 ha creato isolando circa un terzo del territorio attualmente sottoposto di fatto a un'islamizzazione forzata, come ha denunciato senza mezzi termini Chrysostomos II nel suo saluto al Pontefice.
"La Turchia - ha detto l'arcivescovo capo di tutta Cipro, successore di Macarios che negli anni '60 fu anche il promo presidente della Repubblica - sta realizzando un piano di distruzione nazionale. Ha espulso tutti i cristiani e ha portato e continua a portare migliaia di coloni dall'Anatolia.
Il nostro patrimonio culturale e' saccheggiato senza pieta', venduto a trafficanti senza scrupoli per far scomparire da Cipro occupata i segni del cristianesimo", ha spiegato descrivendo il "martirio" cui e' sottopposta oggi la sua Chiesa.
Il Papa non ha evitato l'argomento, ma ha preferito riportare la questione sul puiano del diritto internazionale: "possano l'amore della vostra Patria e delle vostre famiglie e il desiderio di vivere in armonia con i vostri vicini sotto la protezione misericordiosa di Dio onnipotente, ispirarvi - ha auspicato rivolto ai dirigenti di ambedue gli stati ciprioti - a risolvere pazientemente i problemi che ancora condividete con la Comunita' Internazionale per il futuro della vostra Isola".
Una prudenza e un equilibrio che il Papa ha manifestato anche con il suo "incoraggiamento al dialogo con i fratelli musulmani" pronunciato sull'aereo dopo la risposta sull'uccisione di mons. Padovese.
"Dobbiamo continuare - ha spiegato - con una visione comune, nonostante tutti i problemi". Riferendosi all'aggressione israeliana alla flottigia pacifista ha poi detto che "dopo tutti i casi di violenza, non bisogna perdere la pazienza e avere il coraggio di ricominciare" . Sono parole molto chiare che non vogliono assolvere eventuali responsabilita' di chi in Turchia eventualmente abbia armato la mano del giovane Murat ne' quelle dei comandanti militari israeliani che hanno ordinato di colpire le navi al largo di Gaza. Esse invece, come sottolinea a Nicosia il direttore dell'Osservatore Romano, prof. Giovanni Maria Vian, suonano come un'esortazione "alla pazienza del bene".
"Non vengo con un messaggio politico, ma con un messaggio religioso, che dovrebbe preparare di piu' le anime ad essere aperte per la pace. Queste non sono cose che si fanno dall'oggi al domani, ma e' molto importante non solo compiere i necessari passi politici, ma soprattutto anche preparare le anime a tali passi, per quella apertura interiore per la pace che viene dalla fede in Dio e dalla convinzione che siamo tutti figli di Dio, fratelli e sorelle fra di noi".
"Il Papa non può che dare consigli religiosi - ha precisato - e forse anche politici, ma in questo caso consiglia la pazienza: c'è solo da sperare che si prosegua nei tentativi di trovare la via della pace, senza spazientirsi di fronte a intoppi e difficoltà. Per rafforzare questo consiglio Benedetto XVI ha raccontato un episodio della vita del santo Curato d'Ars, il quale, al peccatore che continuava a ripetergli di cadere sempre nello stesso peccato, raccomandava proprio di avere pazienza e di continuare a pregare Dio. "Anche noi - ha commentato il Pontefice - dobbiamo fare la stessa cosa e continuare a chiedere a Dio il dono della pace, senza perdere la pazienza e continuando a rifiutare la violenza.
Quest'ultima - ha assicurato - non è una soluzione, la pazienza può esserlo". E' questa convinzione profonda di Joseph Ratzinger ad averlo spinto a convocare il prossimo Sinodo per il Medio Oriente.
"Il suo primo frutto concreto - ha sottolineato oggi - è il fatto che per i pastori delle Chiese mediorientali sarà un'occasione per incontrarsi, per stare insieme e scambiarsi informazioni sulle rispettive realtà. Essi vivono in condizioni tanto diverse e non sempre si conoscono bene. Sarà anche un'occasione di visibilità per la comunità cristiana, la cui esistenza è spesso ignorata dal resto del mondo. Infine i presuli avranno la possibilità di parlare e confrontarsi". L'auspicio del Pontefice è che proprio dialogando tra loro imparino anche a farlo con i seguaci delle altre religioni, con l'islam in particolare. Un dialogo, ha concluso, che "bisogna continuare a cercare con coraggio perché in esso c'è la speranza del futuro".
La tappa di Paphos e' stata caratterizzato questa mattina da alcuni gesti fuori protocollo che hanno fatto sentire ai ciprioti la vicinanza del Papa che e' venuto a trovarli: scendendo dall'aereo che lo ha portato a Cipro, Benedetto XVI si e' tolto la papalina dal capo per evitare che il forte vento la portasse via mentre era sulla scaletta. Questo gesto e' stato accompagnato da un grande sorriso del Pontefice che e' apparso di buon umore e in ottima forma mentre il vento continuava a giocare con la veste durante l'esecuzione dell'inno nazionale cipriota (tanto che la cerimonia si e' dovuta spostare all'interno di un hangar, per consentire al presidente di Cipro, Demetris Christofias, di dichiarare in diretta mondiale che la visita di oggi "e' senza dubbio un evento storico"). A confermare la serenita' con la quale Joseph Ratzinger vive ogni situazione, c'e' stato anche l'episodio successivo dell'incontro inatteso con alcuni bambini.
Uscendo dalla antica chiesa della "Santissima Signora Ricoperta d'Oro" di Paphos, per raggiungere l'auto che lo attendeva per portarlo a Nicosia, il Papa ha costeggiato infatti una transenna dietro la quale erano assiepati i fedeli del Patriarcato Latino. In due punti diversi del percorso, alcuni bambini hanno scavalcato la protezione, tollerati dagli uomini della sicurezza, e sono riusciti ad avvicinarsi.
Benedetto XVI se li e' cosi' trovati davanti e con gioia ha potuto salutarli. A Nicosia sono ben 500 gli i giornalisti cattolici e ortodossi giunti dall'Italia e da altri Paesi dell'area. Un'attenzione che lascia ben sperare per i risultati che potra' dare il Sinodo Speciale per il Medio Oriente che domenica il Pontefice avviera' consegnando l'Instrumentum Labosris ai presuli di tutta la regione. Sono gia' arrivati il ptariarca di Gerusalemme Fouad Twal e quello di Baghdad Emanuel III Delly. Si aspettava anche mons. Luigi Padovese, ma il suo posto nella Cattedrale rimarra' vuoto.

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00sabato 5 giugno 2010 18:22
Dal blog di Lella...

All'arrivo a Cipro il Papa benedice un ulivo

Un viaggio all'insegna dell'unità tra i cristiani

dal nostro inviato Mario Ponzi

L'ombra cupa della tragica uccisione del vescovo Luigi Padovese non offusca il calore con cui Cipro ha accolto Benedetto XVI, giunto nella tarda mattina di venerdì 4 giugno per il suo terzo viaggio del 2010.
Dopo Malta e Portogallo il Papa è di nuovo in un Paese mediterraneo per visitare la Chiesa locale - composta in maggioranza da ortodossi, ma anche da alcune piccole comunità cattoliche di rito maronita, armeno e latino - - e per consegnare l'Instrumentum laboris dell'Assemblea speciale del Sinodo per il Medio Oriente che si terrà in Vaticano a ottobre.
Il tema del viaggio è tratto dagli Atti degli Apostoli: "La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un'anima sola" (4, 32). È un richiamo a quell'unità tra cristiani delle varie Chiese e confessioni che il Successore di Pietro non si stanca di predicare, come ha preannunciato parlando con i giornalisti sul volo verso l'Isola. Anche il presidente della Repubblica Dimitris Christofias è stato esplicito in tal senso.
Lo ha fatto capire sin dalle prime parole, pronunciate all'aeroporto di Paphos - dove il Papa è giunto verso le 14 - durante la cerimonia di benvenuto.
Accompagnano Benedetto XVI in questo viaggio quattro cardinali - Bertone, segretario di Stato, Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, e Foley, Gran Maestro dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme - e gli arcivescovi Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, ed Eterovic, segretario generale del Sinodo dei vescovi; i monsignori Cushley, della Segreteria di Stato, Gänswein, segretario particolare del Papa, Xuereb, della segreteria particolare, Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, Viganò e Agostini, cerimonieri. Completano il seguito, tra gli altri, il medico personale del Pontefice, Polisca, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, della Radio Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano, il gesuita Lombardi, il responsabile dell'organizzazione dei viaggi papali Gasbarri e il direttore del nostro giornale.
A Cipro si sono uniti al seguito l'arcivescovo Franco, nunzio apostolico, con monsignor Borgia, segretario della nunziatura; l'arcivescovo di Cipro dei Maroniti Soueif, il patriarca di Gerusalemme dei latini Twal, il francescano Pizzaballa, Custode di Terra Santa, e suor Telesphora Pavlou, interprete.
Tutta la cerimonia di benvenuto si è svolta in un clima di composto entusiasmo: il nunzio Franco e il capo del Protocollo cipriota, signora Iohanna Malliotis, sono saliti sull'aereo per accogliere l'ospite. Il presidente, con la consorte, lo ha atteso ai piedi della scaletta. Passato in rassegna il picchetto d'onore, insieme hanno raggiunto il palco nei pressi del quale erano in attesa l'arcivescovo Soueif con il patriarca Twal, e l'arcivescovo ortodosso di tutta Cipro, Sua Beatitudine Chrysostomos ii, con il seguito e altre personalità. L'abbraccio tra il Pontefice e quest'ultimo, nel momento in cui si sono incontrati, è significativo dell'atmosfera di cordialità di questa visita.
Significativamente il Papa, come primo gesto concreto del messaggio di pace che è venuto a portare in questo storico crocevia tra nazioni, culture e religioni, prima di lasciare l'aeroporto ha benedetto un ulivo.
Il Pontefice si trova oggi in questo estremo avamposto del vecchio continente, dove si sogna l'Europa ma si respira la pesante atmosfera che aleggia sul Medio Oriente. Ma Cipro non è solo questo. C'è una significativa presenza della Chiesa ortodossa, che raccoglie attorno a sé la maggioranza della popolazione. È una Chiesa molto impegnata nel dialogo fraterno con quella di Roma. Ne è testimonianza il fatto che anche l'arcivescovo Chrysostomos ii aveva espresso al Papa il desiderio di poterlo ospitare a Nicosia.
E non a caso Benedetto XVI ha voluto dedicare il primo atto del suo viaggio a una celebrazione ecumenica. Si è svolta nelle prime ore di venerdì pomeriggio nella chiesa Agìa Kiriakì Chrysopolitissa di Paphos, un edificio che ha un alto valore simbolico perché, sebbene sia una chiesa ortodossa, è a disposizione degli altri cristiani, cattolici e anglicani in particolare, per le loro celebrazioni.
Vi si accede attraverso un viottolo che sfocia su un piazzale simile a un museo all'aperto, tanti sono i reperti archeologici di civiltà antiche che vi si trovano. Tra i quali c'è la colonna alla quale, secondo la tradizione, l'apostolo Paolo, durante uno dei suoi tanti sbarchi sull'isola, fu legato e frustato. Tra i canti di neocatecumenali greci, e alla presenza di un folto gruppo di fedeli paraguayani, il Papa è stato accolto dal parroco francescano padre Elias. All'interno della chiesa ha incontrato alcuni sacerdoti, consacrati e claustrali. All'esterno si è svolta la celebrazione - tra i presenti c'era anche il cardinale Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei - al termine della quale il Papa ha benedetto la prima pietra di un'erigenda casa per anziani. In serata l'arrivo a Nicosia.

(©L'Osservatore Romano - 4-5 giugno 2010)


Paparatzifan
00sabato 5 giugno 2010 18:30
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Il Papa: l’islam non c’entra col caso Padovese

di Andrea Tornielli

L’assassinio di monsignor Padovese non ha nulla a che fare con il fondamentalismo islamico e non getta un’ombra sulla prosecuzione del dialogo con i «fratelli islamici».
Lo ha affermato Benedetto XVI, a meno di ventiquattr’ore dal barbaro assassinio del Vicario apostolico dell’Anatolia, rispondendo alle domande dei giornalisti sul volo che lo stava portando a Cipro. Sul sedicesimo viaggio internazionale di Ratzinger, prima visita di un Papa nell’isola evangelizzata fin dai tempi apostolici da Paolo e Barnaba, gravano le notizie provenienti dalla Turchia, dopo l’omicidio del vescovo italiano, e da Israele, dopo il blitz alla flotta pacifista che voleva raggiungere Gaza.
Benedetto XVI non accredita la pista del fondamentalismo anticristiano e spiega che quello del Vicario dell’Anatolia: «Naturalmente sono profondamente addolorato per la morte di monsignor Padovese, che ha anche molto contribuito alla preparazione del Sinodo, ha collaborato, è sempre stato un elemento prezioso in questo sinodo: raccomandiamo alla bontà del Signore la sua anima. Questa ombra tuttavia non ha niente a che fare - ha aggiunto - con i temi né con la realtà del viaggio perché non dobbiamo attribuire alla Turchia o ai turchi questo, è una cosa sulla quale abbiamo poche informazioni: sicuro è che non è stato un assassinio politico o religioso, si si è trattato di una cosa personale, aspettiamo ancora tutte le spiegazioni, ma non vogliamo adesso mescolare questa situazione tragica con il dialogo, con l’Islam».
Parlando della crisi internazionale seguita al blitz israeliano in acque internazionali, Ratzinger ha invitato tutti alla pazienza: «Possiamo anche essere di aiuto con consigli politici, strategici, ma il lavoro essenziale del Vaticano è sempre quello religioso, che tocca il cuore. Con tutti questi episodi che viviamo, c’è sempre il pericolo che si perda la pazienza, che si dica: adesso basta, che non si voglia più cercare la pace». «Mi sembra - ha continuato - che dobbiamo quasi imitare Dio, la sua pazienza, e dopo tutti i casi di violenza non perdere il coraggio, non perdere la longanimità, e ricominciare: creare questa disposizione del cuore e ricominciare sempre di nuovo nella certezza che possiamo andare avanti, che possiamo arrivare alla pace, che la violenza non è la soluzione ma la soluzione è la pazienza del bene».
Ratzinger ha quindi esortato a continuare il confronto anche con il mondo islamico, e ha invitato tutti i cristiani ad avere «una comune capacità» di dialogo con i musulmani che «sono nostri fratelli nonostante le diversità». Anche questo dialogo è tra gli obiettivi del prossimo Sinodo dedicato al Medio Oriente. L’incoraggiamento del Pontefice è a «continuare il dialogo con loro», dato che «tutti i tentativi per una convivenza sempre più fruttuosa e fraterna sono molto importanti».
Il Papa ha voluto dunque sottolineare il carattere squisitamente religioso del suo viaggio a Cipro, Paese diviso in due da un muro dopo l’invasione dei militari turchi nel 1974. L’arcivescovo ortodosso di Cipro, Chrysostomos II, nell’accogliere il Papa durante la cerimonia ecumenica a Paphos, ha rivolto un duro atto di accusa contro il governo di Ankara, definendo «barbara» l’invasione e l’occupazione di una parte del territorio cipriota, e chiedendo al Pontefice «una cooperazione attiva» alla causa del Paese. Ma Ratzinger non ha risposto all’appello, e nel suo discorso ha evitato accenni politici, lanciando invece un invito al dialogo ecumenico tra i cristiani. Mentre usciva dall’antica chiesa mariana di Paphos, Benedetto XVI ha costeggiato una transenna dietro la quale erano assiepati molti fedeli, e alcuni bambini sono riusciti a sgusciare verso di lui per salutarlo.

© Copyright Il Giornale, 5 giugno 2010


Paparatzifan
00sabato 5 giugno 2010 18:32
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Papa a Cipro, stampa locale lo osanna

(ANSA) - NICOSIA. 5 GIU - Tutta la stampa greco-cipriota da' oggi ampia copertura della visita del papa a Cipro con toni di grande simpatia umana e rispetto. La seconda giornata della visita di Benedetto XVI comincia con una visita al presidente della Repubblica cipriota, Demetris Christofias. Nel palazzo presidenziale il papa deporra' una corona di fiori ai piedi della statua dell'arcivescovo Makarios, padre fondatore dell'indipendenza cipriota; poi incontrera' la piccola comunita' cattolica dell'isola. (Ansa)


Paparatzifan
00sabato 5 giugno 2010 18:40
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«Non si fermi il dialogo con l’islam»

Il Papa esclude moventi politico-religiosi per l’uccisione di Padovese

«Con gli ortodossi più della teologia è fondamentale l’esperienza della fratellanza» «La soluzione non è la violenza ma la pazienza del bene, così si può arrivare alla pace»

DAL NOSTRO INVIATO A BORDO DELL’AEREO PAPALE

MIMMO MUOLO

Nessuna implicazione a cari co dei turchi o della Turchia.
Quello di monsignor Pado vese «non è un assassinio politico religioso».
Dun que non interfe rirà in alcun mo do con i temi della visita a Ci pro.
Dall’aereo che lo porta nel l’isola mediter ranea Benedet to XVI «pur profondamente addolorato» per la morte del pre sidente della Conferenza episcopa le turca, sgombra subito il campo da inquietanti ipotesi dietrologiche.
E inizia a tessere, fin dai primissimi passi di questo suo 16° viaggio in ternazionale, la tela di quel dialogo a 360 gradi (Islam, Medio Oriente e Turchia compresi) e di quella pace «da costruire con pazienza» che, co me sottolinea più volte, costitui scono gli scopi principali di questa visita pastorale.
Il Papa si presenta nella parte riser vata ai giornalisti qualche minuto dopo che l’Airbus A320 dell’Alitalia è decollato da Fiumicino. Un’ap­prezzata consuetudine, ormai, quella della conferenza stampa ad alta quota. Così, neanche questa volta si fa eccezione. I temi del mo­mento ci sono tutti. Oltre all’assas sinio di monsignor Padovese, l’at tacco israeliano alla flottiglia da vanti alle coste di Gaza, i rapporti e­cumenici, la situazione politica di Cipro dal 1974 divisa in due in se guito all’occupazione turca, il Sino do del Medio Oriente. Benedetto X VI ascolta e risponde, con la con sueta pacata chiarezza.

Padovese. «Sono profondamente addolorato per la morte di monsi gnor Padovese, che ha molto con tribuito alla preparazione del Sino do – esordisce il Pontefice – e rac comando alla bontà del Signore la sua anima». Tuttavia, aggiunge, «questa ombra non ha niente a che vedere con i temi e la realtà del viag gio, perché non dobbiamo attribui re alla Turchia e ai turchi un fatto sul quale ci sono poche informazioni. Di sicuro però non è un assassinio politico-religioso, ma una cosa per sonale ». Dunque non bisogna «me scolare ora questa situazione tragi ca con le questioni del dialogo con l’islam». «È un caso a parte che ren de tristi – ribadisce il Pontefice – ma che non deve oscurare in nessun modo il dialogo in tutti i sensi che sarà il tema e l’intenzione di questo viaggio».

La vera natura del viaggio. Qual è al lora la vera natura di questo viag gio, anche in relazione alla parte oc cupata di Cipro (tra l’altro proprio dalla Turchia)? La risposta del Pon tefice è articolata. Ricorda che que sto viaggio si pone in continuità con quello in Terra Santa dello scorso anno. E al pari di quella visita le sue finalità sono «la testimonianza del la nostra fede, il dialogo e la pace». La pace soprattutto, sottolinea Be nedetto XVI, «non è un’aggiunta po litica alla nostra attività religiosa, ma una parola che sta al cuore delle fe de » e dunque «resta un mandato permanente». Perciò spiega Papa Ratzinger, «non vengo con un mes saggio politico, ma con un messag gio religioso che dovrebbe prepara re le anime a trovare l’apertura per la pace». Anche la pace in senso po litico.

Pace per il Medio Oriente. Il di scorso si allarga poi al Medio O riente, specie dopo i fatti di qualche giorno fa. Di fronte agli episodi di violenza, riflette il Pontefice, «c’è sempre il pericolo che si perda la pazienza – afferma – cioè che si di ca: adesso non è più possibile cer­care la pace». Invece, citando il cu rato d’Ars, Benedetto XVI dice:«Dobbiamo imitare Dio, la sua pazienza con noi. E anche dopo i casi di violenza non perdere il co raggio di ricominciare». Se si rag giungerà questa «disposizione del cuore», ci sarà anche «la certezza che possiamo arrivare alla pace e che la soluzione non è la violenza, ma la pazienza del bene». In tal sen so lavora anche la Santa Sede.

Rapporti con gli ortodossi. La pa zienza del dialogo sta portando frut ti anche nei rapporti tra cattolici e ortodossi. Benedetto XVI sottolinea i «grandi progressi fatti nella comu ne testimonianza dei valori cristia ni in un mondo secolarizzato». Cer to, i problemi teologici restano, ma ci sono anche «tre elementi che ci vedono sempre più vicini». Prima di tutto la Scrittura e il suo radica mento nella tradizione della comu nità ecclesiale. Quindi l’episcopato, infine la «confessione della fede e laborata negli antichi Concili». Per il Papa «non è la discussione teolo gica che crea di per sé l’unità. Que sta è una dimensione importante, ma più importante è conoscersi e fare l’esperienza della fratellanza».

Il Sinodo. Lo stesso vale per il pros simo Sinodo. «È bello che i capi del le diverse Chiese si vedano per di scutere dei co muni problemi – dice Benedetto XVI – così come è necessario che il mondo veda che in Terra San ta ci sono anco ra i cristiani».

Dunque anche questo evento sarà nel senso del dialogo. All’interno della Chie sa, con le altre comunità cristiane e anche, conclude il Papa, con i «fra telli musulmani». Alla ricerca di «u na convivenza fruttuosa e fraterna». La stessa che aveva sempre ricerca to monsignor Padovese.

© Copyright Avvenire, 5 giugno 2010


Paparatzifan
00sabato 5 giugno 2010 19:00
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PAPA: DIALOGO CON ISLAM E RISPETTO VERITA' AIUTANO PACE IN M.O, E A CIPRO

(AGI) - Nicosia 5 giu.

(di Salvatore Izzo)

Nella particolare situazione di Cipro, dove il conflitto tra due entita' statuali contrapposte ha anche una valenza confessionale essendo la Repubblica turco cipriota abitata ormai esclusivamente da musulmani, il Papa ha chiesto ai cattolici di dare il buon esempio aprendosi al dialogo con l'Islam.
"Solo attraverso un paziente lavoro di reciproca fiducia puo' essere superato - ha detto questa mattina - il peso della storia passata, e le differenze politiche e culturali fra i popoli possono diventare un motivo di operare per una maggiore comprensione".
"Vi esorto - ha aggiunto rivolto ai 20 mila fedeli maroniti, latini e armeni dell'Isola - ad aiutare a creare tale vicendevole fiducia fra cristiani e non cristiani, come fondamento per costruire una pace durevole".
Benedetto XVI si augura che "tutti gli abitanti di Cipro, con l'aiuto di Dio, trovino la saggezza e la forza di lavorare insieme per una giusta soluzione dei problemi che ancora sono da risolvere". E, nel successivo incontro con i rappresentanti delle chiese ortodosse, ha esortato tutti i cristiani "a impegnarsi per la pace e la riconciliazione, costruendo per le generazioni future una societa' che si distingua per il rispetto dei diritti di tutti, inclusi i diritti inalienabili alla liberta' di coscienza e alla liberta' di culto".
"Cipro e' l'ultimo Paese Europeo diviso da un muro", ha ricordato al Papa il presidente della Repubblica Demetris Christofias, che ha citato il caso analogo del muro che Bendetto XVI vide (e condanno') l'anno scorso visitando la Terra Santa.
Al Pontefice il capo dello Stato greco-cipriota ha assicurato la volonta' del suo governo a accettare una "Federazione bizonale con rappresentanza politica delle due zone", proposta dall'Onu per porre fine alla divisione dell'Isola iniziata nel 1974 con l'occupazione del Nord da parte della Turchia.
Vogliamo, ha spiegato, "uno stato con una sola e indivisibile sovranita', una sola rappresentanza internazionale e una sola cittadinanza". Da parte nostra, ha scandito, "noi appoggiamo l'ingresso della Turchia nella Ue ma a patto che essa si impegni a rispettare il diritto internazionale.
Nel caso opposto si creano rischi e i drammatici sviluppi degli ultimi giorni - ha scandito con implicito riferimento anche all'uccisione del presidente dei vescovi turchi, mons. Luigi Padovese - dovrebbero preoccuparci".
Nell'Arcivescovado Ortodosso, dove ha potuto visitare la piu' ampia raccolta delle icone cipriote risalenti dal V al XVIII secolo, il Papa ha poi ascoltatao la denuncia di Yannis Eliades, direttore del Museo Bizantino di Nicosia, per il quale sono circa 30 mila le icone sparite dalle chiese nella zona nord dell'Isola occupata dai turchi.
Occupando nel 1974 oltre un terzo del territorio, "la Turchia sta realizzando un piano di distruzione nazionale. Ha espulso tutti i cristiani e ha portato e continua a portare migliaia di coloni dall'Anatolia. Il nostro patrimonio culturale e' saccheggiato senza pieta', venduto a trafficanti senza scrupoli per far scomparire da Cipro occupata i segni del cristianesimo", aveva affermato ieri l'arcivescovo Chrysostomos, capo della chiesa ortodossa nella cerimonia ecumenica di Paphos. Per Chrysostomos si tratta di "un martirio" cui e' sottopposta oggi la sua Chiesa cosi' come le comunita' cattoliche.
E il Papa, incontrando alcuni gruppi di profughi maroniti che hanno dovuto abbandonare le loro case e chiese nel Nord dell'Isola, occupato dal 1974 dai militari turchi e da allora sottoposto a islamizzazione forzata, si e' detto "al corrente dei desideri e delle sofferenze di tali comunita': spero e prego - ha assicurato nel cortile della scuola cattolica San Marrone di Nicosia - che con l'impegno di quanti sono responsabili delle trattative possa essere assicurato un futuro migliore a tutti gli abitanti".
Benedetto XVI ha poi confidato la sua preoccupazione per i cristiani del Medio Oriente delle cui comunita' sono espressioni le chiese cattoliche di Cipro (9 mila maroniti che fanno capo al patriarca Sfeir, e altrettanti latini, in maggioranza immigrati, guidati dal patriarca di Gerusalemme Twal, e un migliaio tra armeni e greco-melchiti).
"Nessuno puo' rimanere indifferente di fronte alla necessita' di offrire sostegno in ogni maniera possibile ai cristiani della tormentata regione del Medio Oriente, affinche' le sue antiche Chiese possano vivere in pace e prosperita'", ha detto nel discorso rivolto all'arcivescovo Chrysostomos, massima autorita' religiosa in un'isola "tradizionalmente considerata parte della Terra Santa".
Per Benedetto XVI, "la situazione di continuo conflitto nel Medio Oriente dev'essere un motivo di riflessione per tutti i fedeli cristiani". "Le comunita' cristiane di Cipro possano trovare - ha auspicato - un ambito molto fruttuoso per la cooperazione ecumenica, pregando e lavorando insieme per la pace, la riconciliazione e la stabilita' nelle terre benedette dalla presenza terrena del Principe della Pace".
Per favorire davvero la pace, gli Stati e le loro diplomazie, ha ricordato nel discorso finora piu' impegnativo del viaggio, pronunciato nel grande giardino del Palazzo Presidenziale, debbono "agire in modo responsabile sulla base della conoscenza dei fatti reali".
"Come diplomatici - ha detto il Papa - sapete per esperienza che tale conoscenza vi aiuta a identificare le ingiustizie e le recriminazioni, così che potete valutare in maniera spassionata le preoccupazioni di quanti sono coinvolti in una determinata disputa". Secondo il Pontefice, "quando le parti riescono ad innalzarsi dal proprio modo di vedere gli eventi, acquisiscono una visione oggettiva e integrale".
In riferimento al complicato contesto del Medio Oriente, ma anche al ruolo che la Turchia ha esercitato e sta esercitando, il Pontefice ha rilevato con forza "l'importanza della verita', dell'integrita' e del rispetto" nell'ambito delle trattative internazionali. In proposito, Benedetto XVI ha citato "gli antichi filosofi greci, i quali ci insegnano inoltre che il bene comune viene servito precisamente attraverso l'influenza di persone dotate di chiara visione morale e di coraggio".
"In tal modo - secondo il Papa - le azioni politiche vengono a purificarsi dagli interessi egoistici o da pressioni di parte e vengono poste su una base piu' solida". Solo cosi' "le aspirazioni legittime di quanti rappresentiamo vengono protette e promosse".
La giornata di oggi era iniziata per Papa Ratzinger con un omaggio floreale al monumento del defunto arcivescovo Makarios, primo presidente della Repubblica di Cipro. "Come lui - ha poi ricordato rivolto ai politici ciprioti - ciascuno di voi nella vita di pubblico servizio deve essere impegnato a servire il bene degli altri nella societa', a livello locale, nazionale ed internazionale". Per il Pontefice, che ha accostato la figura di Makarios a quella del suo predecessore Giovanni Paolo II, "il servizio alla societa' nella politica e nell'amministrazione dello Stato rappresenta una nobile vocazione, stimata dalla Chiesa". Anche "Platone, Aristotele e gli stoici - ha detto Ratzinger - diedero grande importanza a tale realizzazione personale quale scopo per ogni essere umano, e videro nel carattere morale la via per raggiungerlo. Per loro, e per i grandi filosofi islamici e cristiani che hanno seguito i loro passi, la pratica della virtu' consisteva nell'agire secondo la retta ragione, nel perseguimento di tutto cio' che e' vero, buono e bello".
Secondo il Papa per favorire la pace occorre "destrutturare le ideologie politiche che altrimenti soppianterebbero la verita'". "Le esperienze tragiche del 20esimo secolo - ha ricordato - hanno posto in evidenza l'inumanita' che consegue dalla soppressione della verita' e della dignita' umana. Anche ai giorni nostri, siamo testimoni di tentativi di promuovere pseudovalori con il pretesto della pace, dello sviluppo e dei diritti umani".
Nel grande giardino della Residenza presidenziale, il Papa ha ha richiamato di nuovo "l'attenzione sui tentativi di certi ambienti di reinterpretare la Dichiarazione universale dei Diritti dell'uomo al fine di soddisfare interessi particolari, che avrebbero compromesso l'intima unitarieta' della Dichiarazione e l'avrebbero allontanata dei suoi intenti originari". "I valori cristiani, profondamente radicati nelle vostre culture, cosi' come nel patrimonio della Chiesa universale, dovranno continuare a ispirare - ha raccomandato infine ai cristiani di Cipro - i vostri sforzi di promuovere la pace, la giustizia e il rispetto per la vita umana e la dignita' dei vostri concittadini". "La fedelta' al Vangelo - infatti - assicurera' beneficio a tutta la societa' cipriota".

© Copyright (AGI)


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