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Astrofisica: nuovi indizi sui blazar, violentissime sorgenti energetiche

Ultimo Aggiornamento: 26/08/2016 07:52
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26/08/2016 07:50

I blazar hanno nell’infrarosso colori molto diversi da quelli delle altre sorgenti extragalattiche
A cura di Filomena Fotia 25 agosto 2016

Potrebbe sembrare paradossale, eppure i più luminosi oggetti del cosmo, responsabili delle sorgenti più potenti mai registrate, sono invisibili a occhio nudo. Com’è possibile? Semplicemente, perché questi misteriosi corpi celesti, spiega l’Agenzia Spaziale Italiana, non scatenano la loro brillantezza estrema nello spettro della luce visibile, quella che il nostro occhio può percepire, bensì in quello dei raggi gamma.

Stiamo parlando dei blazar (dall’inglese blazing quasi-stellar object), sorgenti altamente energetiche, variabili e molto compatte associate a buchi neri supermassicci dalla massa di centinaia di migliaia di soli e posizionati al centro di una galassia ospitante. Sono loro i principali responsabili del volto "violento" dell’Universo, formato da tutte le sorgenti che emettono energia tra 50 GeV (miliardi di elettronvolt) e 2 TeV(miliardi di miliardi di elettronvolt) la cui mappa è stata tracciata dal telescopio spaziale Fermi.

Ed è proprio la missione NASA dedicata all’osservazione del cielo nei raggi gamma ad aver fornito i maggiori contributi all’identificazione dei blazar.

Ora Fermi, a cui l’Italia collabora con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), fornisce un nuovo tassello per svelare la natura di queste enigmatiche e potentissime sorgenti.

La scoperta arriva da due ricercatori italiani, Francesco Massaro dell’Università di Torino (associato INAF e rientrato in Italia con il programma per Giovani Ricercatori "Rita Levi Montalcini" del MIUR) e Raffaele D’Abrusco dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysycs a Cambridge (Massachusetts, USA), che hanno identificato una nuova relazione tra le emissioni nei raggi gamma dei blazar e quelle nell’infrarosso.

Confrontando l’ultimo catalogo di Fermi con i dati ottenuti dalla missione spaziale Wide-field Infrared Survey (WISE), sempre targata NASA, gli scienziati sono riusciti a collegare due forme molto diverse di radiazione: le emissioni nei raggi gamma sono infatti dieci miliardi di volte più energetiche delle emissioni nell’infrarosso.

Queste ultime sono state individuate appunto dai dati di WISE, da cui risulta che i blazar hanno nell’infrarosso colori molto diversi da quelli delle altre sorgenti extragalattiche.

Confrontando queste informazioni con i blazar osservati da Fermi è emersa la correlazione, mai osservata prima, tra il profilo della radiazione emessa dai blazar nella banda dell’infrarosso e la corrispondente emissione osservata nei raggi gamma.

Questi risultati, pubblicati su Astrophysical Journal, contribuiranno a scoprire i meccanismi che generano le più luminose e affascinanti sorgenti luminose del cielo. Che potremmo vedere anche noi, se solo avessimo occhi a raggi gamma e ad infrarosso.

A cura di Filomena Fotia
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[Modificato da Casa Dolce Casa 26/08/2016 07:52]
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