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Viaggio apostolico in Portogallo

Ultimo Aggiornamento: 17/06/2010 15:39
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PAPA: ANCORA INSIDIE E PERSECUZIONI A FEDE E DEBOLI

(AGI) - Fatima, 13 mag.

(dell'inviato Salvatore Izzo)

"Nel sentire di molti la fede cattolica non e' piu' patrimonio comune della societa' e, spesso, si vede come un seme insidiato e offuscato da 'divinita'' e signori di questo mondo".
Il Papa fotografa con queste parole - rivolte in serata ai vescovi del Portogallo riunti a Fatima - l'avanzare del processo di secolarizzazione nel mondo di oggi, "dove il silenzio della fede e' piu' ampio e profondo" anche perche' "i politici, gli intellettuali, i professionisti della comunicazione professano e promuovono una proposta monoculturale, con disdegno per la dimensione religiosa e contemplativa della vita".
E "non mancano credenti che danno una mano al secolarismo costruttore di barriere all'ispirazione cristiana".
Una denuncia forte che contestualizza bene il ragionamento proposto in mattinata ai 500 mila fedeli che si sono radunato attorno a lui nel Santuario Mariano, quando ha spiegato che anche se non esistono altre parti non rivelate del Messaggio di Fatima, non sono affatto finite le sofferenze della Chiesa e dell'umanita' previste dalla Vergine, e confidate da Suor Lucia Dos Santos nel testo fatto pubblicare 10 anni fa da Giovanni Paolo II. Esse infatti non riguardavano solo le guerre mondiali, le persecuzioni del comunismo verso i credenti e l'attentato al Papa. E nonostante cio' possiamo e dobbiamo guardare con speranza al "futuro di Dio". "Si illuderebbe - ha affermato Ratzinger - chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l'umanita' sin dai suoi primordi: 'Dov'e' Abele, tuo fratello? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!'". "L'uomo - ha rilevato il Pontefice - ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo. Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la citta' degli uomini". "Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami piu' santi sull'altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, e' venuta dal Cielo - ha ricordato - la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l'Amore di Dio che arde nel suo". Per il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, il fatto che Benedetto XVI "attualizzi" il contenuto della profezia di Fatima, anche oltre gli eventi tragici del ventesimo secolo, significa che per lui "la profezia e' una scuola di lettura del mondo e degli avvenimenti che sono davanti a noi alla luce della fede". Se qualcuno - osserva il gesuita - ha letto nella visione di Fatima le realta' del secolo ventesimo ha fatto benissimo, perche' quella era l'epoca in cui parlavano i veggenti, ma questo non vuol dire che si chiude la scuola della lettura degli avvenimenti in una prospettiva di fede".
Novantatre anni fa, ha sottolineato Ratzinger nella sua splendida omelia, i pastorelli disposti a ascolatere il Messaggio "erano soltanto tre, il cui esempio di vita si e' diffuso e moltiplicato in gruppi innumerevoli per l'intera superficie della terra, in particolare al passaggio della Vergine Pellegrina, i quali si sono dedicati alla causa della solidarieta' fraterna".
Su questo tema il Papa teologo e' poi tornato nel pomeriggio, in un affollatissimo incontro con le associazioni di volontariato cattoliche e non, nel quale ha incoraggiato "le iniziative che hanno lo scopo di tutelare i valori essenziali e primari della vita dal suo concepimento, e della famiglia fondata sul matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna". Lo ha fatto incontrando le organizzazioni della pastorale sociale della Chiesa Portoghese, riunite oggi pomeriggio a Fatima. "Tali iniziative - ha spiegato - aiutano a rispondere ad alcune delle piu' insidiose e pericolose sfide che oggi si pongono al bene comune. E costituiscono, insieme a tante altre forme d'impegno, elementi essenziali per la costruzione della civilta' dell'amore". "Tutto cio' - ha commentato il Papa - ben si integra con il messaggio della Madonna che risuona in questo luogo: la penitenza, la preghiera, il perdono che mirano alla conversione dei cuori". Il mondo del volontariato e' stato esortato dal Pontefioce a "lottare contro i meccanismi socio-economici e culturali che portano all'aborto" e ad impegnarsi per "la difesa della vita, la riconciliazione e la guarigione delle persone ferite dal dramma dell'aborto".
La ferma identita' delle istituzioni cattoliche - per Papa Ratzinger - e' un reale servizio, di grande giovamento per coloro che ne beneficiano. Oltre l'identita' e ad essa collegata, e' un passo fondamentale concedere all'attivita' caritativa cristiana autonomia e indipendenza dalla politica e dalle ideologie, anche se in collaborazione con gli organi dello Stato per raggiungere scopi comuni".
Per una coincidenza temporale, l'incontro nella nuova chiesa del Santuario e' stato preceduto dall'annuncio a Lisbona di pesanti misure anticrisi che comprendono una "tassa di solidarieta'" a carico dei dipendenti pubblici e un aumento rilevante dell'Iva e di altre imposte che graveranno particolarmente sulla classe media. Secondo Ratzinger, per superare la crisi economica e le sue drammatiche conseguenze, occorre seguire l'esempio del "Buon Samaritano che si fa vicino ad ogni uomo e versa sulle sue ferite l'olio della consolazione e il vino della speranza, pagando poi di persona, in anticipo, per la sua guarigione".
"L'attuale scenario della storia - ha detto il Papa - e' di crisi socioeconomica, culturale e spirituale, e pone in evidenza l'opportunita' di un discernimento orientato dalla proposta creativa del messaggio sociale della Chiesa. Lo studio della sua dottrina sociale, che assume come principale forza e principio la carita', permettera' di tracciare un processo di sviluppo umano integrale che coinvolga le profondita' del cuore e raggiunga una piu' ampia umanizzazione della societa'. Non si tratta di semplice conoscenza intellettuale, ma di una saggezza che dia sapore e condimento, offra creativita' alle vie conoscitive ed operative tese ad affrontare una cosi' ampia e complessa crisi".
"Possano le istituzioni della Chiesa, insieme a tutte le organizzazioni non ecclesiali, perfezionare - ha auspicato il Pontefice - le loro capacita' di conoscenza e le direttive in vista di una nuova e grandiosa dinamica, che conduca verso 'quella civilta' dell'amore, il cui seme Dio ha posto in ogni popolo, in ogni Cultura'". Per Ratzinger, "nella sua dimensione sociale e politica, questa diaconia della carita' e' propria dei fedeli laici, chiamati a promuovere organicamente il bene comune, la giustizia e a configurare rettamente la vita sociale. "Chi impara da Dio Amore - ha spiegato - sara' inevitabilmente una persona per gli altri. In effetti, l'amore di Dio si rivela nella responsabilita' per l'altro".
"La pressione esercitata dalla cultura dominante, che presenta con insistenza uno stile di vita fondato sulla legge del piu' forte, sul guadagno facile e allettante, finisce per influire - ha concluso il Papa teologo - sul nostro modo di pensare, sui nostri progetti e sulle prospettive del nostro servizio, con il rischio di svuotarli di quella motivazione della fede e della speranza cristiana che li aveva suscitati". E se "le numerose e pressanti richieste di aiuto e sostegno che ci rivolgono i poveri e i marginalizzati della societa' ci spingono a cercare soluzioni che rispondano alla logica dell'efficienza, dell'effetto visibile e della pubblicita', tuttavia, una sintesi fondata sul Vangelo e' assolutamente necessaria, amati fratelli, per poter servire Cristo nell'umanita' che vi attende. In questo mondo diviso, si impone a tutti una profonda e autentica unita' di cuore, di spirito e di azione".

© Copyright (AGI)


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