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Viaggio apostolico in Portogallo

Ultimo Aggiornamento: 17/06/2010 15:39
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PAPA: A CHIESA FERITA DA ABUSI FATIMA CHIEDE PENITENZA NON ARRETRAMENTI

(AGI) - Lisbona, 11 mag.

(dall'inviato Salvatore Izzo)

"La Vergine Maria e' venuta dal Cielo per ricordarci verita' del Vangelo che costituiscono per l'umanita', fredda di amore e senza speranza nella salvezza, una sorgente di speranza". Sono dedicate alla Madonna di Fatima le prime parole di Benedetto XVI all'aeroporto Portela di Lisbona, dove e' giunto questa mattina come "pellegrino investito dall'Alto nella missione di confermare i fratelli che avanzano nel loro pellegrinaggio verso il Cielo".
E al "Terzo Segreto", 93 anni dopo che fu dettato alla piccola Lucia dos Santos e a dieci dalla decisione di Giovanni Paolo II di pubblicarlo, il Pontefice tedesco si e' riferito gia' sull'aereo, rispondendo alle domande dei giornalisti sullo scandalo degli abusi commessi da sacerdoti: "la novita' che possiamo oggi scoprire in questo messaggio - ha detto - e' anche che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall'interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa".
"Anche questo - ha commentato con voce ferma - si sapeva sempre, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la piu' grande persecuzione della Chiesa non
viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa. E che la Chiesa ha quindi profondo bisogno di rimparare la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessita' della giustizia. Il perdono - ha ripetuto anche oggi - non sostituisce la giustizia. Dobbiamo imparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera, la penitenza, le virtu' teologali. Cosi' rispondiamo e siamo realisti, per aspettare che sempre il male attacca, attacca dall'interno e dall'esterno, ma che sempre anche le forze del bene sono presenti e che finalmente il Signore e' piu' forte del male e la Madonna per noi e' la garanzia. La bonta' di Dio e' sempre l'ultima parola della storia".
Per il Papa, pero', il messaggio di Fatima non chiede arretramenti alla Chiesa: "una cultura europea che fosse solo razionalista, e non avesse la dimensione religiosa e trascendente, non sarebbe in grado di entrare in dialogo con le grandi culture dell'umanita' le quali hanno tutte questa dimensione religiosa e trascendente, che e' una dimensione dell'essere umano".
Alla luce del messaggio di Fatima, "quindi, il compito dell'Europa, la missione dell'Europa, nell'attuale situazione, e' trovare questo dialogo, integrare fede e razionalita' moderna in una unica visione antropologica che completa l'essere umano e rende cosi' anche comunicabili le culture umane". E se "la presenza del secolarsimo e' una cosa normale", per Papa Ratzinger non lo e' "la separazione e la contrarieta' tra secolarismo e cultura della fede". Si tratta di una situazione "anomala che deve essere superata". La grande sfida di questo momento - ha rilevato - e' che i due si incontrino e trovino cosi' la loro vera identita', e' una missione dell'Europa e una necessita' umana in questa nostra storia". Ed anche "questa crisi economica, con la sua componente morale che nessuno puo' non vedere, e' un caso di applicazione e di concretizzazione del fatto che queste due correnti culturali separate devono incontrarsi, altrimenti non troviamo la strada verso il futuro": occorre cioe' superare quel "positivismo economico che pensa di potersi realizzare senza la componente etica, o malgrado essa, regolato solo da se stesso, dalle pure forze economiche , dalla razionalita' positivista, dal pragmatismo dell'economia, l'etica sarebbe una cosa estranea". "In realta' - ha aggiunto il Pontefice - vediamo adesso che un puro pragmatismo economico che prescinde dalla realta' dell'uomo che resta etico, non contribuisce positivamente ma crea problemi.
Percio' adesso e' il momento di vedere che l'etica non e' una cosa esteriore ma interiore alla razionalita' e al pragmatismo economico". E occorre farlo senza paure ne' nostalgie di un passato nel quale chi proclamava il Vangelo trovava maggiore ascolto. "E' vero, verissimo - ha sottolineato in proposito il Papa - che il Portogallo era una grande forza della fede cattolica, ha portato questa fede in tutte le parti del mondo, una fede coraggiosa, intelligente e creativa. Ha saputo creare grandi culture, vediamo in Brasile, in Portogallo stesso, anche la presenza dello spirito portoghese in Africa e in Asia".
Per Benedetto XVI proprio la Vergine di Fatima chiede oggi di tornare a annunciare Vangelo e valori. "Da una visione sapiente sulla vita e sul mondo - ha chiarito infatti nel discorso all'eroporto internazionale Portela di Lisbona - deriva il giusto ordinamento della societa'. Posta nella storia, la Chiesa e' aperta per collaborare con chi non marginalizza ne' riduce al privato l'essenziale considerazione del senso umano della vita. Non si tratta - ha sottolineato - di un confronto etico fra un sistema laico e un sistema religioso, bensi' di una questione di senso alla quale si affida la propria liberta'. Cio' che distingue e' il valore attribuito alla problematica del senso e la sua implicazione nella vita pubblica". Con questo spirito Benedetto XVI - accolto con grande entusiasmo dai fedeli di Lisbona che in decine di migliaia sono scesi nelle strade per salutarne il passaggio nel centro della citta', preceduto da salve di cannoni e da una formazione di Guardie
presidenziali a cavallo - si prepara a commemorare a Fatima, domani e dopodomani, "un evento successo 93 anni orsono, quando il Cielo si e' aperto
proprio sul Portogallo come una finestra di speranza che Dio apre quando l'uomo
Gli chiude la porta, per ricucire, in seno alla famiglia umana, i vincoli della solidarieta' fraterna che poggiano sul reciproco riconoscimento dello stesso ed unico Padre". L'annuncio rinnovato cioe' di "un amorevole disegno da Dio" che "non dipende dal Papa, ne' da qualsiasi altra autorita' ecclesiale". "Non fu la Chiesa che ha imposto Fatima ma fu Fatima che si impose alla Chiesa", ha tenuto a sottolineare, citando il cardinale Manuel Cerejeira, di "venerata memoria". "Certo - ha osservato - questa speranza ha come prima e radicale dimensione non la relazione orizzontale, ma quella verticale e trascendente. La relazione con Dio e' costitutiva dell'essere umano: questi e' stato creato e ordinato verso Dio, cerca la verita' nella propria struttura conoscitiva, tende verso il bene nella sfera volitiva, ed e' attratto dalla bellezza nella dimensione estetica". "La coscienza - ha cosi' ribadito a una nazione i cui cittadini si professano cattolici all'88 per cento - e' cristiana nella misura in cui si apre alla pienezza della vita e della sapienza, che abbiamo in Gesu' Cristo".

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