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Viaggio apostolico in Portogallo

Ultimo Aggiornamento: 17/06/2010 15:39
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07/05/2010 21:30
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Il Portogallo si prepara a ricevere il Papa

Santità ed evangelizzazione sulla rotta del Vaticano II

di Eugénia Tomaz
Universidade autónoma di Lisbona

La notizia della visita di Benedetto XVI in Portogallo è stata ben accolta nel cuore della maggioranza dei portoghesi. Questo atteggiamento si deve a ciò che ci caratterizza come popolo: siamo ospitali.
Il modo con cui il nostro Paese si prepara a ricevere il Papa ha come base due prospettive che si completano: uno sguardo retrospettivo e, allo stesso tempo, di prospettiva.
La visione retrospettiva si riferisce alla visita ad limina compiuta dai vescovi all'inizio di novembre 2007. In quell'incontro le direttive del Pontefice sono state chiare: "La parola d'ordine è stata, ed è, costruire cammini di comunione. È necessario cambiare lo stile di organizzazione della comunità ecclesiale portoghese e la mentalità dei suoi membri per avere una Chiesa in sintonia con il concilio Vaticano ii". I presuli del Paese hanno tratto le seguenti conclusioni: "La Conferenza episcopale portoghese considera una priorità investire nella formazione dei cristiani, con la valorizzazione dello stile catecumenale e delle dimensioni comunitaria e spirituale; l'innovazione nella pastorale giovanile; il chiarimento della missione specifica dei sacerdoti; la promozione delle iniziative che permettano di conoscere il Dio cristiano, pensare alla Chiesa nella sua libertà profetica e prepararla a essere serva e povera".
All'inizio di febbraio del 2009, sul giornale diocesano di Lisbona, il patriarca cardinale José da Cruz Policarpo, ha dichiarato: "La Chiesa deve incontrarsi con il proprio mistero; deve riscoprire che la vita umana è qualcosa in cui Dio interviene continuamente; la società è un'armonia delle libertà individuali". A suo parere, la Chiesa fa la differenza nel rapporto con il mondo in cui è inserita a partire dall'esperienza vissuta in Gesù e dal Vangelo delle beatitudini.
A una domanda circa la sua visione del futuro ha risposto: "Riservo una grande apertura a ciò che io non so neanche immaginare del futuro e che è nel silenzio di Dio. Il grande contributo che possiamo dare alla costruzione della comunità, della Chiesa nel suo insieme e dell'umanità come realtà globale, è proprio credere profondamente, non desistendo mai da ciò in cui crediamo".
L'annuncio e la pubblicazione della Caritas in veritate, nel giugno del 2009, hanno suscitato grande aspettativa ed entusiasmo, anche se - si legge sullo stesso giornale diocesano - "dopo la sua pubblicazione pochi sono stati i commentatori e i media che hanno riportato le idee principali esposte da Benedetto XVI.
I critici sono rimasti in silenzio e hanno preferito non dire molto circa le proposte fatte dal Papa".
Questo significa che i documenti del Papa non vengono sufficientemente valorizzati, forse perché una delle caratteristiche del popolo portoghese è la sua resistenza ai cambiamenti. Non solo per quello che riguarda gli insegnamenti della Chiesa ma anche nell'aspetto sociale e, ancora di più, nell'ambito della cultura.
I documenti e gli scritti di Giovanni Paolo ii sono sempre stati considerati di difficile comprensione. Lo stesso sta avvenendo con quelli del successore. È necessario approfondire, a livello delle comunità locali, il contenuto dei documenti pontifici, in modo da inserire sempre più i cristiani nei linguaggi della fede e della cultura cristiana. Del resto, sono gli stessi responsabili della Chiesa in Portogallo a riconoscere che la dottrina del concilio Vaticano ii è stata promossa poco nel nostro Paese.
Quanto all'effettiva preparazione della visita, i media cattolici hanno concentrato le aspettative sul tema "Santità ed evangelizzazione". Tre in particolare sono le realtà che il Papa incontrerà: i responsabili della pastorale sociale, il mondo della cultura, della scienza e dell'arte, i sacerdoti. In Portogallo la pastorale sociale e della salute è un settore con un'intensa attività, che sta svolgendo e consolidando iniziative considerevoli. Per quanto riguarda il mondo della cultura e delle arti non sta avvenendo la stessa cosa: "La Chiesa in Portogallo ha bisogno di voltare pagina in questo campo", ha affermato di recente padre José Tolentino Mendonça, direttore del segretariato della pastorale della cultura, sottolineando che "sulla scia dei suoi predecessori, Papa Benedetto XVI ha dichiarato che la Chiesa ha bisogno di celebrare un nuovo patto creativo con il mondo delle arti".
Con l'avvicinarsi della visita, il clima di festa si intensifica. Il Pontefice viene "essenzialmente come pellegrino di Fatima", ma "i vescovi non vogliono che la sua visita sia un evento passeggero". Per questo, il Patriarca di Lisbona ha sfidato tutti a "lasciarsi invadere da questo desiderio di cambiare il cuore, per essere "giusti" e operatori di giustizia". Questo senso della giustizia è in rapporto diretto con il modo in cui i media tratteranno l'evento. In questa prospettiva, monsignor Carlos Azevedo - coordinatore generale della visita - ha chiesto ai giornalisti "senso critico e onestà".
Egli sa che la venuta del Papa implica "una sfida a pensare il Portogallo" ma anche a "ripensare la Chiesa, quasi cinquant'anni dopo l'inizio del concilio Vaticano ii". Questo aspetto chiama a collaborare tutti i cristiani e soprattutto i giovani, che "avranno un ruolo attivo nella visita".
Con te camminiamo nella speranza! Sarà questo il grido delle migliaia di persone che daranno il benvenuto a Benedetto XVI. Un Papa per il quale "la speranza è una persona viva, Gesù Cristo".

(©L'Osservatore Romano - 8 maggio 2010)


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PAPA A FATIMA: LEFEBVRIANI, RIPETA CONSACRAZIONE RUSSIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 mag.

Nel suo viaggio a Fatima, Benedetto XVI ripeta la consacrazione della Russia alla Vergine (gia' pronunciata da Pio XII prima e Giovanni Paolo II) seguendo l'indicazione della Madonna ai pastorelli riferita da Suor Lucia nel secondo segreto.
Lo chiede mons. Bernard Fellay, superiore generale della Fraternita' San Pio X.
"Occorre ricordare l'attualita' di quanto la Madonna diceva a Fatima", sottolinea il successore di Lefebvre sostenendo che "atti tanto semplici quanto la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria" possono avere "dei risultati sorprendenti per la Chiesa eper il mondo, dei risultati che sorpassano tutto quanto possiamo immaginare".

© Copyright (AGI)


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Fatima nel nuovo millennio: l’editoriale di padre Lombardi


Martedì prossimo, 11 maggio, Benedetto XVI partirà per il Portogallo per il suo 15.mo viaggio apostolico internazionale, all’insegna del motto “Con te camminiamo nella speranza. Sapienza e missione”. La visita, che durerà quattro giorni, si svolge nel 10.mo anniversario della Beatificazione dei Pastorelli di Fátima, Giacinta e Francesco. Ascoltiamo in proposito l’editoriale del nostro direttore, padre Federico Lombardi, per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

Giovanni Paolo II aveva voluto che il “terzo segreto” di Fatima venisse svelato in occasione della Beatificazione dei due pastorelli, Francesco e Giacinta, durante il Giubileo del 2000, al passaggio fra i due millenni. Si stava compiendo un secolo caratterizzato da grandi travagli, di cui appunto le visioni di Fatima davano una lettura spirituale drammatica e luminosa insieme: tempo di guerre e di martirio, in cui la Chiesa e il Papa stesso partecipavano fino in fondo alle sofferenze e alla sete di salvezza dell’umanità intera. A dei bimbi ignari, in un luogo insignificante – com’è caratteristico dei grandi eventi mariani -, era stato affidato un messaggio che, nella sua semplicità, sprigionava forza spirituale capace di superare confini e di trasmettersi attraverso gli sconvolgimenti più gravi della storia dell’umanità. Ora, svelato il “segreto” perché i fatti si sono compiuti, che cosa ci dirà ancora il messaggio di Fatima? Concludendo il suo commento alla pubblicazione del testo del “segreto”, l’allora cardinale Ratzinger diceva: “Azione di Dio, Signore della storia, e corresponsabilità dell’uomo, nella sua drammatica e feconda libertà, sono i due perni sui quali si costruisce la storia dell’umanità. La Madonna apparsa a Fatima ci richiama a questi valori dimenticati, a questo avvenire dell’uomo in Dio, di cui siamo parte attiva e responsabile”. Abbiamo bisogno di occhi limpidi e innocenti per leggere il cammino del nuovo millennio e comprendere dove stanno i suoi rischi e le sue speranze più vere. Il messaggio di Fatima conserva tutta la sua serietà di fronte alla storia.

09/05/2010 16:43
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Il Papa va a Fatima per mostrare l'azione di Dio nella storia
Analisi del portavoce vaticano



CITTA' DEL VATICANO, domenica, 9 maggio 2010 (ZENIT.org).- Giovanni Paolo II andrà a Fatima per mostrare come Dio agisce nella storia, una delle lezioni centrali delle apparizioni della Madonna ai tre pastorelli portoghesi, annuncia il portavoce della Santa Sede.

Padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa vaticana, analizza i motivi per i quali il Pontefice visiterà il Portogallo dall'11 al 14 maggio, nel decimo anniversario della beatificazione di Jacinta e Francisco Marto, nell'ultimo editoriale del settimanale “Octava Dies” del Centro Televisivo Vaticano.

“Giovanni Paolo II aveva voluto che il 'terzo segreto' di Fatima venisse svelato in occasione della beatificazione dei due pastorelli, Francesco e Giacinta, durante il Giubileo del 2000, al passaggio fra i due millenni”, spiega.

“Si stava compiendo un secolo caratterizzato da grandi travagli, di cui appunto le visioni di Fatima davano una lettura spirituale drammatica e luminosa insieme: tempo di guerre e di martirio, in cui la Chiesa e il Papa stesso partecipavano fino in fondo alle sofferenze e alla sete di salvezza dell’umanità intera”.

“A dei bimbi ignari, in un luogo insignificante – com’è caratteristico dei grandi eventi mariani -, era stato affidato un messaggio che, nella sua semplicità, sprigionava forza spirituale capace di superare confini e di trasmettersi attraverso gli sconvolgimenti più gravi della storia dell’umanità”.

“Ora, svelato il 'segreto' perché i fatti si sono compiuti, che cosa ci dirà ancora il messaggio di Fatima? Concludendo il suo commento alla pubblicazione del testo del 'segreto', l’allora Cardinale Ratzinger diceva: 'Azione di Dio, Signore della storia, e corresponsabilità dell’uomo, nella sua drammatica e feconda libertà, sono i due perni sui quali si costruisce la storia dell’umanità. La Madonna apparsa a Fatima ci richiama a questi valori dimenticati, a questo avvenire dell’uomo in Dio, di cui siamo parte attiva e responsabile'”.

“Abbiamo bisogno di occhi limpidi e innocenti per leggere il cammino del nuovo millennio e comprendere dove stanno i suoi rischi e le sue speranze più vere. Il messaggio di Fatima conserva tutta la sua serietà di fronte alla storia”, conclude padre Lombardi.










Il profondo legame del Papa con il Santuario di Fatima nelle parole del cardinale Saraiva Martins


Per Benedetto XVI quelle di oggi sono ore di vigilia prima della partenza per Fatima. Il Papa partirà martedì mattina alle 8.50 per Lisbona, dove giungerà verso le 11, ora locale. Dopo una serie di appuntamenti nella capitale portoghese, il Pontefice si trasferirà mercoledì pomeriggio a Fatima, per poi presiedere il giorno successivo, 13 maggio, la Messa solenne nel Santuario mariano, nel decimo anniversario della canonizzazione dei due veggenti, Giacinta e Francesco. Prima della partenza di questo 15.mo viaggio apostolico internazionale, il nostro inviato in Portogallo, Roberto Piermarini, ha domandato al cardinale José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei Santi, quale sia il legame che unisce Benedetto XVI alla Vergine di Fatima:

R. – C’è un grande legame tra Benedetto XVI e Fatima. E questo perché, tra l’altro, il cardinale Ratzinger è stato già a Fatima per presiedere il pellegrinaggio mondiale, che vede a Fatima centinaia di migliaia di persone. In un’altra occasione, poi, il cardinale Ratzinger ha tenuto una conferenza nella sede di Porto dell’Università Cattolica portoghese. Ci sono dunque molti legami tra Benedetto XVI, Fatima e il Portogallo. Bisogna anche ricordare che è stato proprio il cardinale Ratzinger a preparare la pubblicazione dell’ultima parte del "segreto" di Fatima. Allora era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e il documento che fu letto a Fatima alla fine della Messa di beatificazione di Giacinta e Francesco fu preparato proprio dal cardinale Ratzinger insieme con i suoi collaboratori.


D. – Nel 2000, lei ha accompagnato a Fatima Giovanni Paolo II. Che ricordo le è rimasto di quella visita?


R. – Io ho molti ricordi, ma ce ne è soprattutto uno al quale mi voglio riferire e che è stato per me veramente molto commovente. Giovanni Paolo II mi aveva voluto con molta, molta intensità assieme a lui alla Beatificazione dei due veggenti di Fatima, per portarli alla gloria degli altari, per mettere un candelabro che illuminasse l’uomo di oggi e soprattutto i bambini di oggi. Dopo la Beatificazione di Giacinta e Francesco, rientrando a Roma in aereo, Giovanni Paolo II parlava con grande calore di quanto avvenuto: un calore che era chiaramente l’espressione di una persona che era riuscita finalmente a realizzare ciò che da tempo desiderava, beatificare i due pastorelli. Mai mi dimenticherò di quella reazione di Papa Giovanni Paolo II: era un uomo felice. "Finalmente – pensava tra sé – ho fatto quello che da molto tempo avrei voluto fare!”. Non dimentichiamo che Giovanni Paolo II era intimamente legato a Fatima per tanti motivi, non ultimo in riferimento all’attentato. Lui ha detto chiaramente e più di una volta che è stata la Madonna di Fatima a salvargli la vita, perché – secondo lui – è stata proprio la Madonna di Fatima a deviare la pallottola che avrebbe dovuto ucciderlo. Tanto era convinto di questo, che offrì alla Madonna di Fatima quella stessa pallottola che avrebbe dovuto ucciderlo e che è ora nella Corona della Bianca Signora della Cova di Iria.


D. – In occasione della visita di Giovanni Paolo II, culminata con la Beatificazione dei pastorelli Giacinta e Francesco, venne data lettura della terza parte del “segreto” di Fatima, che secondo la Santa Sede si era compiuto con l’attentato allo stesso Pontefice il 13 maggio del 1981. Cosa risponde a chi parla di una “quarta parte” del segreto, che sarebbe tenuta nascosta?


R. – Certamente, si parla di una quarta parte del segreto di Fatima, ma secondo me questa quarta parte non esiste. Si tratta piuttosto di una affermazione gratuita, che non ha alcun fondamento nella realtà delle cose. La terza parte è l’ultima parte del messaggio del segreto di Fatima. Non c’è alcuna ragione valida per poter affermare che esista una quarta parte. So bene che molto se ne è parlato e che qualcuno ha pure scritto un libro sull’argomento, ma io non trovo alcun fondamento in tale affermazione.


D. – Lei ha incontrato numerose volte nel suo monastero di Coimbra la terza veggente, suor Lucia. Cosa ricorda di quegli incontri?


R. – Ho tanti ricordi e tutti commoventi. Io incontravo suor Lucia, ogni anno, in agosto e precisamente il 15 agosto, Festa dell’Assunta. Quel giorno, infatti, le suore del Monastero di Coimbra, sapendo che io ero in vacanza in Portogallo, a Lisbona, mi invitavano a celebrare la messa per la Festa dell’Assunta. In quell’occasione, avevo sempre un incontro con suor Lucia e con tutte le altre suore del Monastero. Suor Lucia mi ha sempre dato l’impressione di essere una persona semplice, una persona anche molto intelligente, molto pratica, ma soprattutto una persona santa. Il suo modo di parlare e il suo modo di muoversi esprimevano molto chiaramente – secondo me – la sua santità. Era veramente una santa. Questa era l’impressione che mi rimaneva sempre dopo aver parlato con Lucia. Era di una semplicità straordinaria, la semplicità del Vangelo. Proprio per la sua intelligenza e praticità è stata l’economa del Monastero di Coimbra. Quando le Suore carmelitane di clausura hanno avuto bisogno di erigere un altro monastero nella città di Guarda, fu proprio suor Lucia che da Coimbra andò a Guarda per parlare con gli architetti e dire loro come dovevano fare il nuovo monastero. I santi sono sempre pratici, realistici, concreti.


D. – Eminenza, cosa ha rappresentato e cosa rappresenta oggi Fatima per la sua vita?


R. – Fatima ha rappresentato sempre molto nella mia vita, fin da bambino. E questo perché, come succede con tutte le mamme portoghesi – almeno con la maggior parte delle mamme portoghesi – la mia mamma mi ha sempre parlato della Madonna di Fatima sin dalla tenera età. Ho quindi imparato ad amare la Madonna di Fatima e a venerare i pastorelli. Per me, quindi, come penso per la maggior parte dei portoghesi, amare la Madonna di Fatima, essere devoti della Madonna di Fatima è qualcosa di naturale. Lo abbiamo imparato dalla mamma, tutti noi.



09/05/2010 19:43
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Portogallo "blindato" per la visita del Papa

Martedì a Lisbona, poi a Fatima e Porto

Francesco Cerri

MADRID

È un Portogallo molto cambiato – che potrebbe celebrare presto i primi matrimoni gay – rispetto all'ultima visita papale, quella di Giovanni Paolo II nel 2000, che accoglierà per la prima volta martedì Benedetto XVI.
La visita del pontefice non sembra, per ora, debba essere perturbata dalla nube vulcanica islandese.
Il Paese lusitano aspetta blindato l'arrivo del Papa. Ottomila uomini della polizia, delle forze armate e dei servizi segreti veglieranno su ogni spostamento del pontefice, che sarà martedì a Lisbona, mercoledì e giovedì al santuario mariano di Fatima – che ha profumato le sue strade al limone in attesa del Papa – e venerdì a Porto. Una «bolla» di esclusione aerea di un km di diametro è stata proclamata attorno al papa in ogni suo movimento. Due caccia F16 sono incaricati di farla rispettare e hanno il mandato, secondo «Diario de Noticias», di abbattere qualsiasi velivolo «intruso» che dovesse penetrarvi. Anche la marina veglierà sul pontefice. Une fregata sul Tago proteggerà la messa che Benedetto XVI celebrerà a Lisbona nella celebre Piazza del Terreiro do Paco, che si affaccia sul fiume. A Lisbona Benedetto XVI vedrà il Capo dello Stato, il conservatore Anibal Cavaco Silva, che deve annunciare presto se si ripresenta, e il premier socialista Josè Socrates.
Il governo ha dato un appoggio forte alla preparazione della visita del pontefice, concedendo fra l'altro giornate di ferie ai pubblici dipendenti quando il Papa passerà nelle loro città. Una misura che ha suscitato proteste a sinistra.
L'«Associazione atea portoghese» ha denunciato il «servilismo» del governo socialista nei confronti del pontefice. Certo il Portogallo, a lungo considerato tra i più cattolici Paesi dell'Europa occidentale, è in una fase di cambiamento. Ufficialmente l'88,3% dei portoghesi è cattolico ma solo il 23,9% si dichiara praticante e il 16,8% va a messa tutte le domeniche. La crisi colpisce anche il clero, sempre meno numeroso.
Sotto l'impulso del governo socialista di Socrates, l'aborto è stato depenalizzato tre anni fa e ora il Parlamento ha votato la legalizzazione dei matrimoni gay. La legge, approvata due mesi fa, aspetta solo la firma del presidente Cavaco Silva, entro il 17 maggio, cioè tre giorni dopo la partenza del Papa, per entrare in vigore. Il Capo dello Stato, cattolico praticante, non ha ancora fatto capire se firmerà o se la rinvierà al Parlamento. L'opposizione di centrodestra esige che sul tema ci sia un referendum.
Il Papa sarà a Fatima per celebrare l'anniversario della prima apparizione della Madonna ai Pastorelli, il 13 maggio 1916. Migliaia di pellegrini si stanno già dirigendo verso il santuario mariano a piedi da tutto il Paese.

© Copyright Gazzetta del sud, 9 maggio 2010


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Vigilia della partenza di Benedetto XVI per il Portogallo. Grande l'attesa a Fatima, dove il Papa presiederà la Messa nel 10.mo di Beatificazione dei veggenti


C'è fermento a Lisbona, Porto e Fatima, le tre città che nei prossimi giorni riceveranno la visita di Benedetto XVI. Il Papa partirà domattina dall'aeroporto romano di Fiumicino per atterrare verso le 11, ora locale, nella capitale portoghese. Culmine di questo 15.mo viaggio apostolico internazionale sarà la sosta al Santuario della Madonna di Fatima, dove il Pontefice presiederà la Messa solenne, giovedì prossimo, a dieci anni esatti dalla Beatificazione dei veggenti, Giacinta e Francesco. Sull'atmosfera che si respira in queste ore a Fatima riferisce il nostro inviato, Roberto Piermarini:
Il Portogallo è pronto a ricevere quello che la stampa locale ha definito “Il terzo Papa di Fatima”, dopo le visite di Paolo VI e Giovanni Paolo II. A Lisbona grandi manifesti azzurri con la scritta “Obrigado Bento XVI”, “Grazie Benedetto XVI”, spiccano nei luoghi più significativi della storica città, fin sulle rive del fiume Tago dove domani il Papa celebrerà la Messa nella centralissima Piazza del Commercio. A poche ore dal suo arrivo la festa si intensifica. Giornali e televisioni – concentrati sui timori che la crisi economico-finanziaria della Grecia possa travolgere ora il Portogallo – danno un grandissimo risalto alla visita papale e molti intellettuali, che si dichiarano agnostici o non credenti, esaltano lo spessore spirituale, morale e intellettuale del Papa e lo difendono dagli attacchi che ha ricevuto negli ultimi mesi. Benedetto XVI incontrerà un Paese dove la secolarizzazione sta intaccando la forte religiosità popolare dei portoghesi: l’88% di loro si dichiara cattolico, ma solo un 20% è praticante.

Dopo divorzio ed aborto, l’esecutivo del premier socialista Socrates ha detto "sì" anche ai matrimoni gay, ma la legge è stata bloccata dal presidente della Repubblica, Cavaco Silva perché vìola la Costituzione. Per la visita del Papa il governo ha decretato un giorno di vacanza per i dipendenti pubblici, domani a Lisbona ed il 13 maggio in tutto il Paese. I media cattolici danno molto risalto al tema della visita: “Insieme a te, camminiamo nella speranza”, soprattutto per quanto riguarda i temi legati a fede e ragione, santità ed evangelizzazione che il Papa toccherà negli attesi incontri a Lisbona, Fatima e Porto con il mondo della cultura, della scienza e dell’arte, con i responsabili della pastorale sociale e con i sacerdoti.

Ma questo 15.mo viaggio apostolico di Benedetto XVI ha soprattutto una “dimensione mariana” con la visita a Fatima, cuore religioso del Portogallo, per il decimo anniversario della beatificazione dei pastorelli Giacinta a Francesco, che insieme alla cugina Lucia furono i primi testimoni delle apparizioni della Madonna nel 1917. Un luogo in cui ci sono stati eventi legati al “terzo segreto”, dei quali l’allora cardinale Ratzinger si è occupato personalmente, producendo un commento teologico che resta – secondo il Patriarca di Lisbona, il cardinale Policarpo – “il punto più alto di tutto quanto è stato scritto sull’argomento”. E nel suo arrivo nella città mariana, il Papa ricorderà proprio l’attentato di cui fu vittima Giovanni Paolo II, il 13 maggio del 1981. A Fatima, lo sguardo del Papa si allargherà per una meditazione sulla storia. Ancora una volta Fatima ci svelerà il senso della storia.

La visita del Papa in Portogallo, attesa da tempo, si accompagna alle molte aspettative che la Chiesa locale, e non solo, ripone nell'avvenimento. Il collega della redazione portoghese, Antonio Pinheiro, ne ha parlato con mons. Jorge Ferreira da Costa Ortiga, arcivescovo di Braga e presidente della Conferenza episcopale portoghese:

R. - Si è trascurata la dimensione intrinseca dell’essere umano e quindi anche della società, ossia il legame con certi valori assoluti, permanenti che trascendono le frontiere, in nome di un relativismo che chiude l’orizzonte della vita umana nell’ambito di valori esclusivamente materiali. Questo è il contesto in cui si svolge la visita del Papa in Portogallo. Sicuramente, porterà un messaggio in cui avvertirà che, se è necessario guardare al mondo e alle condizioni materiali, c’è un'altra dimensione della vita umana che è urgente scoprire, o riscoprire, una vita cioè radicata in alcuni valori che indicano una strada, valori che sono della Chiesa Cattolica, ma appartengono già al patrimonio dell’umanità. Saranno questi valori ad indicare il cammino per uscire dalla crisi, poiché la crisi comprende e racchiude anche questa dimensione positiva di una sfida con cui misurarsi. Il messaggio che il Papa porterà durante la visita sarà un messaggio per il Portogallo, ma sicuramente anche per la Chiesa in generale. Se poi consideriamo che Fatima è l’“altare del mondo”, sono convinto che questo messaggio andrà oltre le frontiere, entrerà nello spazio europeo e arriverà un po’ più lontano ai tanti cristiani che avranno occasione di ascoltarlo ed accoglierlo.

D. - Benedetto XVI conosce come nessuno il cuore e la portata del Messaggio di Fatima, di cui divenne un singolare interprete con il suo commento teologico sul “Terzo Segreto”, quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. La sua presenza a Cova da Iria darà un nuovo vigore a questo messaggio?

R. - Ne sono convinto. Credo che Fatima oggi si sia imposta in tutto il mondo e non solo in quello cattolico. La presenza del Papa offrirà un’ottima occasione perché questo mondo, che creda o meno nella realtà di Fatima, diventi sensibile all’esperienza spirituale di cui il santuario è depositario. Da qui sicuramente molte altre persone, guardando Fatima, potranno avere la curiosità conoscerla e da questo primo contatto arrivare al messaggio più profondo, più intimo e - perché non dirlo - alla conversione, al rinnovamento, alla convinzione che la vita umana dovrà essere diversa, orientata su altri orizzonti.
D. - "Insieme a Te camminiamo nella Speranza" è lo slogan di questo viaggio apostolico di Benedetto XVI in Portogallo. Pensa che la società portoghese in generale possa cogliere questa luce e che da essa possa ricevere la speranza?
R. - Credo di sì. E con il Santo Padre non vogliamo tessere semplicemente un discorso, ma raccontare la parabola di una grande speranza. Una parabola della speranza per dire ai portoghesi che stiamo vivendo un tempo veramente difficile, per certi versi drammatico, ma che il messaggio di Cristo ci dice che dobbiamo camminare, andare avanti e che il domani potrà essere migliore se ognuno di noi adesso non aspetta soluzioni da fuori, ma offre il proprio contributo affinché ciò avvenga. Il Papa ci lancerà la sfida della fede, perché è nella fede che sta il futuro della società. È in essa che risiede la speranza: cioè nel credere nella persona umana, nella relazione con il trascendente e, in nome di Cristo, tracciare nuovi cammini per un umanesimo capace di garantire al popolo portoghese una vita di felicità, di gioia e di piena soddisfazione delle sue aspirazioni.



10/05/2010 20:35
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«Un pellegrino tra i pellegrini» nella città delle apparizioni mariane

GRANDE ATTESA: STRADE DISINFETTATE E PROFUMATE AL LIMONE

Francesco Cerri

LISBONA

Il Portogallo è pronto: nella Avenida da Libertade di Lisbona spuntano gigantografie di «Bento XVI», gli operai danno le ultime martellate a una specie di astronave bianca su piazza del Terreiro do Paco, sul Tago, che ospiterà il Papa per la messa nella capitale domani, le strade di Fatima sono state disinfettate e profumate al limone. Ma purtroppo sull'attesissimo primo viaggio di Bendetto XVI in terra lusitana grava ora una incognita: dove sarà la nube del vulcano domani alle 11, ora prevista dell'arrivo del papa a Lisbona? Le ceneri in quota del vulcano Eyjafjallajkull da due giorni fanno di nuovo impazzire i passeggeri di mezza Europa, del Sud questa volta, e a Lisbona danno il mal di testa ai responsabili del viaggio del Papa. Lo scalo di Porto è chiuso almeno fino a stamattina. Poi non si sa quali saranno i capricci dei venti.
«Allo stato attuale» ha detto ieri il portavoce del Vaticano padre Federico Lombardi «non vi è nessun cambiamento in vista». Le autorità portoghesi per scaramanzia non vogliono parlare di un possibile "piano B". Ma fra i giornalisti di Lisbona corre voce che nella peggiore delle ipotesi, se davvero le ceneri domani saranno su Lisbona, ci sarebbe sempre lo scalo di Faro, 200 km a sud dalla capitale, per ora immune dalla nube vulcanica.
Tutto procede comunque senza variazioni. Il volto di Benedetto XVI monopolizza le prime pagine dei quotidiani. Le tre principali Tv pubbliche e private del paese si preparano a trasmettere in diretta non stop le quattro giornate di Benedetto XVI in terra portoghese, in quella che sarà per il paese – ufficialmente cattolico all'84% – la «maggiore operazione televisiva di tutti i tempi» rileva Diario de Noticias. E in tutto il Portogallo stanno arrivando a piedi a Fatima, dove il Papa – «pellegrino tra i pellegrini» – sarà mercoledì e giovedì, decine di migliaia di pellegrini.
In Portogallo finora non sono emersi casi di abusi a minori da parte di religiosi, ma negli ultimi giorni sullo scandalo pedofilia nella Chiesa in generale c'è stata l'accesa protesta dell'Associazione atea del paese. «Nessuno per ora ha presentato denunce concrete contro casi precisi» ha detto di recente il vicepresidente della conferenza episcopale portoghese Mgr Antonio Marto.
Non sono escluse contestazioni di qualche tipo durante la visita del pontefice. Come quella dei giovani della sinistra alternativa che, contando sull'appoggio dei collettivi gay-lesbiche, distribuiranno preservativi durante le varie tappe della visita del Papa.

© Copyright Gazzetta del sud, 10 maggio 2010


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PIETRO E IL MONDO

Il patriarca di Lisbona: «Fatima svela il senso della storia»

Luigi Geninazzi

«Ma lei lo sa che ben 500 diocesi nel mondo hanno avuto origine da una missione portoghese?».

Il patriarca di Lisbona, cardinale José da Cruz Policarpo, ci tiene a presentasi come l’erede di una grande tradizione missionaria che continua ancora oggi. Sarà lui ad accogliere dopodomani Benedetto XVI che, subito dopo l’arrivo, celebrerà una Messa sulle rive del Tago e pronuncerà un’omelia, non a caso, su «santità e missione». 74 anni, fisico robusto e intelligenza vivace, Policarpo è noto per la sua capacità di dialogo unita alla difesa intransigente delle ragioni della fede. Uomo di vasta cultura è stato docente e rettore dell’Università cattolica del Portogallo. Dal 1998 è patriarca di Lisbona. L’abbiamo incontrato nella sua residenza privata alla periferia della capitale, un antico palazzo decorato con magnifici azulejos (le bellissime formelle decorative), dove il cardinale abita insieme con tutti i suoi vescovi ausiliari.

Eminenza, il Papa arriva in Portogallo in un momento particolarmente difficile, segnato da una grave crisi che suscita forti preoccupazioni ed anche paura per il futuro. Cosa si aspetta dalla visita di Benedetto XVI?

Non so se il Papa si riferirà esplicitamente a questa situazione che non riguarda solo il Portogallo ma tutta l’Europa. Io penso che la sua visita rappresenterà un momento intenso di spiritualità e di fede che potrà dare un soffio nuovo, una ripresa di dinamismo interiore per essere più uomini e più cristiani. E spero proprio che il mio Paese sappia aprirsi a questo messaggio di speranza.

A suo avviso il Portogallo può ancora essere definito come uno dei Paesi più cattolici d’Europa?

Le statistiche affermano che poco meno del 90 % dei portoghesi si dice cattolico. Ma c’è un paradosso. Nella città di Lisbona è risultato che la frequenza alla Messa domenicale è del 13 %. Ma quando si è andati a chiedere ai cittadini della capitale se si definiscono cattolici praticanti il 33 % ha risposto di sì. Vuol dire che lo stesso concetto di pratica religiosa sta cambiando: se uno si reca al santuario di Fatima una volta l’anno, (e questo è molto diffuso da noi), gli basta per definirsi come buon cattolico. Qui emerge in tutta la sua gravità la sfida della secolarizzazione che ha investito anche il nostro Paese.

Dopo la liberalizzazione dell’aborto e il divorzio veloce adesso è in arrivo il matrimonio omosessuale, tutte leggi volute dal governo socialista. C’è un conflitto tra Chiesa e potere in Portogallo?

Sui contenuti certamente esiste un conflitto. Ma questo non significa che si siano rotti i ponti del dialogo. Io sono a favore di un rapporto franco e schietto su tutti i problemi. Ovviamente questo non significa negare ai cattolici il diritto di protestare. Io però come vescovo non scendo in piazza a manifestare.

E questa strategia funziona?

Io ci credo e sono convinto che sia più feconda della manifestazioni di protesta. Anche perché i governi eletti democraticamente risultano ormai vaccinati contro dimostrazioni e cose di questo genere. Naturalmente non escludo che in situazioni limite anche l’episcopato possa scendere in piazza. Ma la via maestra resta quella del dialogo nella verità. La Chiesa riconosce l’autonomia dello Stato ma fa appello perché questo non diventi una laicità negativa che mette a rischio i fondamenti della nostra civiltà, come c’insegna continuamente Benedetto XVI.

Tra il Santuario mariano di Fatima e la figura del Papa c’è un legame molto speciale. Lo si è visto con Giovanni Paolo II. Cosa rappresenta per Benedetto XVI?

Credo che sarà lui stesso a spiegarlo nel corso della visita. Io noto due cose. La prima è che Benedetto XVI, fin dal giorno della sua elezione a Pontefice, ha desiderato venire a Fatima. Ed anche quando in Portogallo circolavano dubbi sul suo viaggio, dal Vaticano mi hanno fatto sapere che il Papa ci teneva moltissimo e, appena possibile, l’avrebbe compiuto. L’altra cosa riguarda il terzo segreto di Fatima di cui l’allora cardinale Ratzinger si è occupato personalmente, producendo un bellissimo commento teologico che resta il punto più alto di tutto quanto è stato scritto sull’argomento.

Il messaggio di Fatima è ancora attuale?

Certamente. E Benedetto XVI ce lo ridirà con la profondità di pensiero che lo caratterizza. A Fatima la Madonna ha avuto l’arte, che spesso noi non abbiamo, di presentare l’essenza del Vangelo in modo semplice e immediato. Invita tutti alla conversione e svela il senso delle sofferenze della Chiesa e del Vicario di Cristo. Oggi vediamo che anche Benedetto XVI viene colpito, sottoposto ad attacchi e calunnie da parte di coloro che vogliono distruggere la credibilità della Chiesa e l’autorità del Pontefice. Ancora una volta Fatima ci svela il senso della storia.

© Copyright Avvenire, 9 maggio 2010


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Non c'è il quarto segreto di Fatima

Andrea Gagliarducci

«Il quarto segreto di Fatima non esiste».
Monsignor Loris Capovilla era segretario di Giovanni XXIII. Fu lui tra i primi a leggere, nell'estate del 1959, il plico redatto da suor Lucia, una dei tre pastorelli cui comparve la Madonna a Fatima nel 1917.
Le sue parole sono contenute nell'aggiornamento del libro «L'ultimo segreto di Fatima», scritto da Giuseppe De Carli e dal cardinal Bertone, che, da segretario dell'ex Sant'Uffizio, fu inviato dall'allora prefetto Ratzinger in Portogallo per avere tre lunghi colloqui con suor Lucia, prima di rivelare il segreto. Di certo, questo non basterà a mettere la parola fine sulla discussione riguardo il quarto segreto di Fatima, che altro non sarebbe che una parte non rivelata del terzo. Tanto più che mons. Capovilla è citato come «testimone a favore» della tesi del quarto segreto da Antonio Socci.
Secondo l'interpretazione teologica della Congregazione della Dottrina della Fede, il terzo segreto profetizzava l'attentato a Giovanni Paolo II da parte di Alì Agca. Un anno dopo l'attentato, Wojtyla andò a Fatima, e incastonò la pallottola nella corona d'oro della Madonna portoghese, tra 313 perle e 2676 pietre preziose. In quell'occasione, ci fu un secondo tentativo di attentato, ad opera di Juan Fernandez Krohn, sacerdote ultraconservatore spagnolo affetto da turbe psichiche, che cercò di ucciderlo con un pugnale.
A dare la spiegazione teologica del terzo segreto fu, il 13 maggio del 2000, l'allora cardinale Ratzinger. Diventato Papa Benedetto XVI, visiterà Fatima per la prima volta da Papa nell'ambito di un breve viaggio in Portogallo, dall'11 al 14 maggio. Fatima sarà il centro del viaggio, un momento in cui il Papa si farà «pellegrino tra i pellegrini», come hanno scritto i vescovi portoghesi nel sito dedicato alla visita.
Per quell'occasione, il Papa - alla preghiera del Regina Coeli di ieri - ha chiesto a tutta la Chiesa di partecipare alla sua visita invocando «l'intercessione della Vergine Maria per la Chiesa, in particolare per i sacerdoti e per la pace del mondo». Fatima sarà il momento centrale di un viaggio che toccherà Lisbona e Oporto, la seconda città del Portogallo. Il santuario, negli anni, è diventato sempre più il centro delle linee di impegno pastorale di tutto il Paese. Negli undici discorsi che pronuncerà, Benedetto XVI farà sicuramente appello ai valori fondamentali della vita e della famiglia.
Il Portogallo ha vissuto in questi ultimi anni una progressiva secolarizzazione, definita «gentile» perché non ha sancito un distacco netto dalla Chiesa: battesimi, cresime, comunioni sono manifestazioni popolari di grande partecipazione, il discorso per Natale del card. Policarpo, patriarca di Lisbona, è trasmesso in tv a reti unificate; ma nel 2007 il Portogallo ha depenalizzato l'aborto, e in questi ultimi mesi ha approvato il matrimonio omosessuale, lasciando per ora da parte la questione delle adozioni da parte delle coppie gay. Eventualità riguardo la quale i vescovi portoghesi si sono detti «radicalmente contrari».

© Copyright Il Tempo, 10 maggio 2010

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PAPA: DOMANI ARRIVA IN PORTOGALLO, PAESE CATTOLICO IN FERMENTO

(AGI) - Lisbona, 10 mag.

(dall'inviato Salvatore Izzo)

Bandiere bianco-gialle sono esposte per tutta Lisbona come segno di benvenuto a Benedetto XVI che giungera' domani nella capitale portoghese. In particolare sono centinaia quelle che sventolano sugli autobus e tram di linea, sui quali i cartelli elettronici che solitamente indicano il percorso alternano a queste informazioni una scritta di saluto indirizzata al Pontefice.
Grandi manifesti azzurri con la scritta "Obrigado Bento XVI", "Grazie Benedetto XVI", spiccano inoltre in luoghi significativi della storica citta', fin sulle rive del fiume Tago dove domani il Papa celebrera' la messa nella centralissima Piazza del Commercio, dove gli operai sono ancora al lavoro per completare palco, transenne e bagni.
Anche i media danno un grandissimo risalto alla visita del Papa e molti intellettuali firmano articoli che lo difendono dagli attacchi degli ultimi mesi. Il Portogallo conferma cosi' il suo carattere di paese cattolico, anche se in Parlamento anche qui si discutono leggi che per la Chiesa negano valori non negozialbili, come la sacralita' della vita e la unicita' della famiglia fondata sul matrimonio. E tuttavia il clima della vigilia fa dimenticare queste divisioni che pure ci sono in un Paese dove l'88 per cento si dichiara cattolico e il 20 per cento va a messa ogni domenica.
Per la visita del Papa il Governo Socrates ha decretato un giorno di vacanza per i dipendenti pubblici, domani a Lisbona ed il 13 maggio in tutto il Paese. Il patriarca di Lisbona, card.Jose' da Cruz Policarpo, sottolinea da parte sua "la fecondita' propria di un momento forte di fede e di espressione della Chiesa". "Il Papa - afferma in un'intervista all'Osservatore Romano in lingua portoghese - per la grazia propria del suo ministero di Pastore universale, conduce sempre la Chiesa a esprimere la sua cattolicita', la carita' della fede e la comunione con tutte le Chiese del mondo, che la Chiesa a Lisbona ha sempre dimostrato in diversi modi: una forte unione con il Santo Padre, l'ardore missionario, la solidarieta' con le Chiese piů povere". Secondo Policarpo, inoltre, "facendosi pellegrino a Fatima, il Papa rafforza l'innegabile importanza di Fatima nella fede dei portoghesi". Per mons. Manuel Clemente, presidente della Commissione episcopale (Cep) per la cultura e le comunicazioni sociali per il quale "la visita di Benedetto XVI dara' l'opportunita' agli uomini e alle donne portoghesi che eccellono nelle svariate attivita' letterarie, musicali e delle arti plastiche di incontrarsi tra loro e di confrontarsi con il grandissimo riferimento culturale che il Santo Padre
costituisce". A sua volta il direttore del Segretariato nazionale della Pastorale della cultura, padre Jose' Tolentino Mendonca afferma che "Benedetto XVI sapra' lanciare un messaggio audace e anticonformista, capace di fornire consolazione e stimolo a tutti quegli uomini che si riconoscono nei valori universali della pace, della comunita' umana e della giustizia”. L'incontro con il mondo della cultura avverra' il 12 maggio, nel Centro culturale di Belem.
"In ogni luogo dove egli passera' - Lisbona, Fatima e Porto - numerosi cattolici cercheranno di avvicinarsi il piů possibile al Pontefice. Ma ci
saranno pure dei curiosi che si affacceranno solo per vedere l'uomo vestito di bianco. E ci saranno gli indifferenti, che continueranno nelle loro occupazioni e per i quali la visita del Papa non fara' storia", rileva da parte sua il nunzio apostolico, mons. Rino Passigato, sottolinenando che "vi saranno, come in altre parti, persone che si sentiranno persino disturbate dalla presenza del Capo della Chiesa cattolica e dalle attenzioni di riguardo che gli verranno prestate dalle autorita' e dal popolo credente". "Ma soprattutto - prevede il nunzio - ci saranno loro, i giovani cattolici portoghesi; quelli che danno vita alle loro parrocchie e quelli che militano nei diversi movimenti ecclesiali; gli stessi che nella recente festa di san Giuseppe mandarono a Benedetto XVI una lettera per augurargli buon onomastico e dirgli l'impazienza della loro attesa; quei giovani che l'accompagneranno in tutte le tappe della sua visita e animeranno ogni celebrazione eucaristica e mariana; gli stessi che la sera del primo giorno verranno a cantargli una serenata sotto le finestre della nunziatura e che l'indomani, a piedi, lo precederanno alla Cova da Iria. Loro, il futuro della Chiesa e della nazione, saranno presenti e godranno nel vedere e nell'udire Benedetto XVI, Pietro oggi. E Benedetto XVI - conclude l'arcivescovo - godra' della loro presenza, dall'inizio alla fine del suo viaggio apostolico in Portogallo. Benedetto colui che viene nel nome del Signore!".

© Copyright (AGI)


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La visita del Papa avrà un "impatto speciale" sui cattolici portoghesi
Intervista all'ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede

di Silvia Gattas


ROMA, lunedì, 10 maggio 2010 (ZENIT.org).- Dall'11 al 14 maggio, Benedetto XVI sarà in Portogallo per una visita apostolica tra Lisbona, Fatima e Oporto. ZENIT ha intervistato l'ambasciatore portoghese presso la Santa Sede, João da Rocha Páris, che descrive emozioni e sentimenti per la visita del Pontefice.

Con quali sentimenti si appresta a ricevere il Papa in Portogallo?

João da Rocha Páris: Per un Ambasciatore, la visita al suo paese del Capo di Stato presso cui è accreditato, è sempre motivo di grande orgoglio e soddisfazione. Solitamente, queste visite richiedono grande responsabilità e rappresentano l'apice di un processo di preparazione lungo e complesso, in cui si devono coniugare molti fattori, e proprio per questo sono sempre un momento alto nella missione che gli è stata affidata.

La visita del Papa in Portogallo riveste uno speciale significato, considerati i rapporti cordiali e ottimi della Santa Sede con il Portogallo. Ritengo la sua visita come uno dei più importanti momenti della mia missione presso la Santa Sede e penso che, svolgendosi nel contesto della prima delle due grandi peregrinazioni annuali a Fatima, essa avrà un impatto molto speciale sui cattolici portoghesi, che ricordano sempre con grande emozione e affetto il legame molto speciale che Giovanni Paolo II aveva con quel luogo di pellegrinaggio e la sua speciale devozione alla Madonna di Fatima.

Signor ambasciatore, parteciperà alle cerimonie del Papa?

João da Rocha Páris: Spero di poter essere presente alla cerimonia di benvenuto di Benedetto XVI a Lisbona, oltre ad accompagnare i diversi momenti che integrano il programma della visita, sia per quanto riguarda la parte ufficiale che per quella pastorale.

Come giudica l'aspetto delle radici cristiane in Portogallo?

João da Rocha Páris: Le radici cristiane del Portogallo sono molto antiche. Occorre ricordare che fu il Papa Alessandro III che, con la Bolla "Manifesti Probatum", riconobbe il Portogallo come paese indipendente nell'anno 1179 e che da allora i rapporti del mio Paese con la Santa Sede apparvero sempre intensi. Rapporti che passarono attraverso diverse fasi, ma esaminando la storia facilmente si giunge alla conclusione che essi sono stati maggiormente caratterizzati da una feconda interazione, da cui risulta l'importante ruolo che nel tempo la Chiesa ebbe nei vari settori della società portoghese, ad esempio nell'insegnamento e nell'assistenza caritatevole. Credo che tanti dei punti di riferimento nell'educazione di gran parte dei portoghesi, siano basati in molti dei valori universali della religione cattolica.

Come valuta la situazione della fede nel suo Paese?

João da Rocha Páris: Il Portogallo è oggi una democrazia pluralista e una società aperta, tanto sul piano politico-culturale come su quello religioso. Come tale, il Paese deve adempiere all'obbligo che ha di rispettare integralmente i diritti umani e, in quest'ambito, garantire a tutte le religioni, inclusa quella cattolica, la piena libertà di culto e di esercitazione.

Come giudica gli attuali rapporti tra Portogallo e Santa Sede?

João da Rocha Páris: I rapporti tra la Santa Sede e il Portogallo sono oggi caratterizzati, come ho già detto, da una grande cordialità. C'è un Concordato rivisto e aggiornato nel 2004, che è applicato in un quadro di mutuo rispetto e dialogo. Tutto ciò mi permette di dire che non esiste alcuna difficoltà sostanziale. Il rapporto tra Portogallo e Santa Sede uscirà sostanzialmente rafforzato con la visita di Benedetto XVI in Portogallo. Sia la Santa Sede che il Portogallo, inoltre, condividono identiche posizioni per quanto riguarda molti dei problemi di oggi oggetto di dibattito nella scena internazionale, come ad esempio tutto ciò che attiene ai diritti fondamentali dell'uomo e dei popoli.

Un giudizio sul pontificato di Benedetto XVI, in un momento delicato?

João da Rocha Páris: Accompagno il pontificato di Sua Santità Benedetto XVI con grande ammirazione e rispetto, vedendo nel Papa un Pastore molto solido, coraggioso e determinato, e allo stesso tempo lungimirante. Mi colpiscono la sua enorme cultura, chiarezza e la consistenza del suo raziocinio e, contemporaneamente, la sua grandissima sensibilità umana e artistica.

11/05/2010 11:08
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Il Papa in volo per il Portogallo

Visita di quattro giorni per Ratzinger

E' iniziato il viaggio apostolico di quattro giorni del Papa in Portogallo. Benedetto XVI è in volo per Lisbona. L'aereo dell'Alitalia è decollato dall'aeroporto di Fiumicino alle 9,15; l'arrivo è previsto alle 11. Allo scalo di Roma, il Pontefice è stato salutato a nome del governo italiano, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Il rientro a Roma del Papa è in programma per venerdì alle 18 a Ciampino.
E' prevista una messa all'aperto, alla quale parteciperanno 80mila fedeli, a Lisbona, mentre mercoledì vi sarà la visita a Fatima. Venerdì poi il Papa andrà a Porto, la seconda città del Paese.
La visita papale arriva in un momento di particolare difficoltà per il Portogallo, uno dei Paesi europei che rischia di soffrire maggiormente i contraccolpi della crisi finanziaria innescata in Europa dalla Grecia. E il vescovo ausiliare di Lisbona, Carlos Azavedo, ha fatto riferimento proprio a questo nella conferenza stampa in cui ha presentato la visita del Pontefice che, ha detto, parlerà della "gioia della fede e della speranza" come antidoto contro le difficoltà provocate della crisi.
"I valori morali che guidano l'economia e la politica mostrano una crisi spirituale, l'Europa ha bisogno di essere risvegliata", ha detto ancora il vescovo. Il Papa, ha aggiunto, porterà ai portoghesi "un messaggio di speranza che dice che è possibile, se guidati da valori etici e spirituali, trovare il cammino verso un nuovo futuro".

© Copyright Tgcom


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11/05/2010 16:24
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VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN PORTOGALLO NEL 10° ANNIVERSARIO DELLA BEATIFICAZIONE DI GIACINTA E FRANCESCO, PASTORELLI DI FÁTIMA (11-14 MAGGIO 2010) (I)


Ha inizio questa mattina il 15° Viaggio internazionale del Santo Padre Benedetto XVI, che lo porta in Portogallo in occasione del 10° anniversario della Beatificazione a Fátima dei Pastorelli Giacinta e Francesco.

L’aereo con a bordo il Santo Padre - un Airbus 320 dell’Alitalia - parte dall’aeroporto di Fiumicino (Roma) alle ore 8.50. L’arrivo all’aeroporto internazionale Portela di Lisboa è previsto per le ore 11.00 (12.00 ora di Roma).



TELEGRAMMI A CAPI DI STATO

Nel momento di lasciare il territorio italiano e nel sorvolare poi la Francia e la Spagna, il Santo Padre Benedetto XVI fa pervenire ai rispettivi Capi di Stato i seguenti messaggi telegrafici:

A SUA ECCELLENZA

ON. GIORGIO NAPOLITANO

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

PALAZZO DEL QUIRINALE

00187 ROMA

NEL LASCIARE IL SUOLO ITALIANO PER RECARMI IN PORTOGALLO MI è CARO RIVOLGERE A LEI SIGNOR PRESIDENTE IL MIO DEFERENTE SALUTO E MENTRE MI ACCINGO AD INCONTRARE LA COMUNITÀ CATTOLICA LE AUTORITÀ E LA GENTE DI QUEL NOBILE PAESE COME PURE I PELLEGRINI SPECIALMENTE MALATI CHE DA TUTTO IL MONDO ACCORRONO AL SANTUARIO MARIANO DI FATIMA PER TROVARE LUCE E SPERANZA INVOCO LA BENEDIZIONE DEL SIGNORE SULL’INTERA NAZIONE ITALIANA IN PARTICOLARE SU QUANTI SOFFRONO NEL CORPO E NELLO SPIRITO.

BENEDICTUS PP XVI




SON EXCELLENCE MONSIEUR NICOLAS SARKOZY
PRÉSIDENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE
PARIS

ALORS QUE JE SURVOLE LE TERRITOIRE DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE ME RENDANT EN VOYAGE APOSTOLIQUE AU PORTUGAL JE SUIS HEUREUX DE SALUER VOTRE EXCELLENCE ET DE LUI EXPRIMER MES SOUHAITS DÉFÉRENTS POUR SA PERSONNE ET POUR SES COMPATRIOTES(.) SUR TOUS LES HABITANTS DE LA FRANCE J’INVOQUE DE GRAND CŒUR L’ABONDANCE DES BÉNÉDICTIONS DU SEIGNEUR.

BENEDICTUS PP. XVI




A SU MAJESTAD JUAN CARLOS I, REY DE ESPAÑA
PALACIO DE LA ZARZUELA
MADRID

AL SOBREVOLAR EL TERRITORIO ESPAÑOL PARA DAR COMIENZO A MI VISITA PASTORAL A PORTUGAL ME ES GRATO ENVIAR UN CORDIAL SALUDO A VUESTRA MAJESTAD Y A LA REINA REITERANDO MI CERCANÍA Y AFECTO POR EL PUEBLO ESPAÑOL PARA EL QUE IMPLORO AL TODOPODEROSO ABUNDANTES DONES QUE LE HAGAN PROGRESAR EN LOS VALORES ESPIRITUALES Y HUMANOS QUE FECUNDAN SU RICA HISTORIA DESEÁNDOLE AL MISMO TIEMPO PROSPERIDAD PACÍFICA CONVIVENCIA Y SOLIDARIDAD

BENEDICTUS PP XVI










VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN PORTOGALLO NEL 10° ANNIVERSARIO DELLA BEATIFICAZIONE DI GIACINTA E FRANCESCO, PASTORELLI DI FÁTIMA (11-14 MAGGIO 2010) (II)


ACCOGLIENZA UFFICIALE ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE PORTELA DI LISBOA



All’arrivo all’aeroporto internazionale Portela di Lisboa, alle ore 11.00 locali (12.00 ora di Roma), il Santo Padre Benedetto XVI è accolto dal Presidente della Repubblica, S.E. il Sig. Aníbal Cavaco Silva, con la Consorte, e dal Patriarca di Lisboa, Em.mo Card. José da Cruz Policarpo. Sono presenti inoltre Autorità politiche e civili ed alcuni Vescovi del Portogallo.

Dopo il saluto del Presidente della Repubblica del Portogallo, Sig. Aníbal Cavaco Silva, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:


Signor Presidente della Repubblica,

Illustri Autorità della Nazione,

Venerabili Fratelli nell’Episcopato

Signore e Signori!

Soltanto adesso mi è stato possibile accogliere gli amabili inviti del Signor Presidente e dei miei Fratelli Vescovi per visitare quest’amata e antica Nazione, che in quest’anno celebra un secolo di proclamazione della Repubblica. Nel toccarne il suolo la prima volta da quando la Divina Provvidenza mi ha chiamato alla Sede di Pietro, provo grande onore e gratitudine per la presenza deferente e ospitale di tutti voi. La ringrazio, Signor Presidente, per le sue cordiali espressioni di benvenuto, interpretando i sentimenti e le speranze del buon popolo portoghese. A tutti, indipendentemente dalla loro fede e religione, va il mio saluto amichevole, in particolare a quanti non hanno potuto venire al mio incontro. Vengo nelle vesti di pellegrino della Madonna di Fatima, investito dall’Alto nella missione di confermare i miei fratelli che avanzano nel loro pellegrinaggio verso il Cielo.

Sin dagli albori della propria nazionalità, il popolo portoghese si è rivolto al Successore di Pietro per vedere riconosciuta la propria esistenza come Nazione; in seguito, un mio Predecessore avrebbe onorato il Portogallo, nella persona del suo Re, con il titolo di fedelissimo (cfr Pio II, Bolla Dum tuam, 25 gennaio 1460), per alti e prolungati servizi resi alla causa del Vangelo. Quanto all’evento successo 93 anni orsono, che cioè il Cielo si sia aperto proprio sul Portogallo – come una finestra di speranza che Dio apre quando l’uomo Gli chiude la porta – per ricucire, in seno alla famiglia umana, i vincoli della solidarietà fraterna che poggiano sul reciproco riconoscimento dello stesso ed unico Padre, si tratta di un amorevole disegno da Dio; non dipende dal Papa, né da qualsiasi altra autorità ecclesiale: "Non fu la Chiesa che ha imposto Fatima – direbbe il Cardinale Manuel Cerejeira, di venerata memoria –, ma fu Fatima che si impose alla Chiesa".

La Vergine Maria è venuta dal Cielo per ricordarci verità del Vangelo che costituiscono per l’umanità, fredda di amore e senza speranza nella salvezza, sorgente di speranza. Certo, questa speranza ha come prima e radicale dimensione non la relazione orizzontale, ma quella verticale e trascendente. La relazione con Dio è costitutiva dell’essere umano: questi è stato creato e ordinato verso Dio, cerca la verità nella propria struttura conoscitiva, tende verso il bene nella sfera volitiva, ed è attratto dalla bellezza nella dimensione estetica. La coscienza è cristiana nella misura in cui si apre alla pienezza della vita e della sapienza, che abbiamo in Gesù Cristo. La visita, che ora inizio sotto il segno della speranza, intende essere una proposta di sapienza e di missione.

Da una visione sapiente sulla vita e sul mondo deriva il giusto ordinamento della società. Posta nella storia, la Chiesa è aperta per collaborare con chi non marginalizza né riduce al privato l’essenziale considerazione del senso umano della vita. Non si tratta di un confronto etico fra un sistema laico e un sistema religioso, bensì di una questione di senso alla quale si affida la propria libertà. Ciò che distingue è il valore attribuito alla problematica del senso e la sua implicazione nella vita pubblica. La svolta repubblicana, verificatesi cento anni fa in Portogallo, ha aperto, nella distinzione fra Chiesa e Stato, un nuovo spazio di libertà per la Chiesa, a cui i due Concordati del 1940 e del 2004 avrebbero dato forma, in ambiti culturali e prospettive ecclesiali assai segnate da rapidi cambiamenti. Le sofferenze causate dalle trasformazioni sono state in genere affrontate con coraggio. Il vivere nella pluralità di sistemi di valori e di quadri etici richiede un viaggio al centro del proprio io e al nucleo del cristianesimo per rinforzare la qualità della testimonianza fino alla santità, trovare sentieri di missione fino alla radicalità del martirio.

Carissimi fratelli e amici portoghesi, vi ringrazio ancora una volta per il cordiale benvenuto. Dio benedica coloro che si trovano qui e tutti gli abitanti di questa nobile e diletta Nazione, che affido alla Madonna di Fatima, immagine sublime dell’amore di Dio che abbraccia tutti come figli.




Al termine dell’accoglienza ufficiale all’aeroporto, il Santo Padre si trasferisce in auto alla Nunziatura Apostolica di Lisboa da dove, dopo una breve sosta, si reca al Mosteiro dos Jerónimos, per la cerimonia di benvenuto.






I telegrammi del Papa ai capi di Stato d'Italia, Francia e Spagna



Nel suo viaggio verso il Portogallo, il Papa, sorvolando lo spazio aereo di Italia, Francia e Spagna, ha inviato messaggi augurali ai capi di Stato dei tre Paesi. Nel telegramma al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, definisce la sua 15.ma visita apostolica internazionale un incontro con i pellegrini, “specialmente malati”, che “da tutto il mondo accorrono al Santuario mariano di Fatima per trovare luce e speranza”. Invoca quindi la “benedizione del Signore sull’intera nazione italiana, in particolare su quanti soffrono nel corpo e nello spirito”. “L’abbondanza delle benedizioni del Signore” invoca anche sul popolo francese nel messaggio al presidente francese Nicolas Sarkozy. Dello stesso tenore il telegramma inviato al Re di Spagna Juan Carlos: “esprimo la mia vicinanza e il mio affetto per il popolo spagnolo”, scrive, auspicando che possa “progredire nei valori spirituali e umani che fecondano la sua ricca storia” e augurando per il Paese “prosperità, pacifica convivenza e solidarietà”. Nel messaggio di risposta, il capo dello Stato italiano osserva che quello del Papa, nel 10.mo anniversario della Beatificazione di Giacinta e Francesco Marto, non è “solo il pellegrinaggio in uno dei luoghi più cari alla cristianità, ma anche una preziosa opportunità” affinché il “costante richiamo” di Benedetto XVI “ai valori condivisi della pace, della libertà, del dialogo, della giustizia e della fraternità possa trovare ovunque rinnovata risonanza”.




Telegramma del Papa al presidente italiano: il mio viaggio a Fatima, un incontro con chi cerca in Maria "luce e speranza"


Un incontro con i pellegrini, “specialmente malati”, che “da tutto il mondo accorrono al Santuario mariano di Fatima per trovare luce e speranza”. Con queste parole Benedetto XVI definisce il suo viaggio apostolico in Portogallo nel telegramma inviato durante il volo verso Lisbona al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, invocando nel contempo la “benedizione del Signore sull’intera nazione italiana, in particolare su quanti soffrono nel corpo e nello spirito”.

Nel messaggio di risposta, il capo dello Stato osserva che quello del Papa, nel 10.mo anniversario della Beatificazione di Giacinta e Francesco Marto, non è “solo il pellegrinaggio in uno dei luoghi più cari alla cristianità, ma anche una preziosa opportunità” affinché il “costante richiamo” di Benedetto XVI “ai valori condivisi della pace, della libertà, del dialogo, della giustizia e della fraternità possa trovare ovunque rinnovata risonanza”. (A cura di Alessandro De Carolis)








Il Papa ai giornalisti sull'aereo: la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai dai nemici esterni ma dai peccati al suo interno


Il rapporto tra secolarizzazione e fede, la crisi economica e i suoi influssi sull’Europa, il senso dell’imminente pellegrinaggio a Fatima, con una riflessione sulle ferite più recenti patite dalla Chiesa, come quella degli abusi sessuali, che trovano eco nel messaggio stesso di Fatima. Sono i temi affrontati questa mattina da Benedetto XVI nell’incontro con i giornalisti a bordo del volo papale diretto a Lisbona. Riferendosi in particolare alla questione degli abusi commessi dal clero, Benedetto XVI ha affermato che “le più grandi persecuzioni” contro la Chiesa oggi vengono non da fuori ma “dai peccati” al suo interno. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Le parole di Benedetto XVI echeggiano chiare e incisive all’interno dell’Airbus 320 dell’Alitalia, gremito dai giornalisti come sempre ansiosi di ascoltare le prime considerazioni del Papa all’inizio di un viaggio apostolico. La terza domanda dei cronisti tocca uno dei punti nevralgici: è possibile cogliere nel Messaggio di Fatima, chiedono, oltre a ciò che riguardò Giovanni Paolo II e l’attentato subito, anche il senso delle sofferenze che vive la Chiesa contemporanea, scossa dalle vicende degli abusi sessuali sui minori? La replica di Benedetto XVI è netta. Ciò che di nuovo si può scoprire oggi nel Messaggio di Fatima è che in esso, dice, si vede la “passione” che vive la Chiesa che “si riflette sulla persona del Papa”:


“Non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione alla Chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa, e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di reimparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia”.


Detto questo, ribadisce il Papa, dobbiamo ricordare che “il Signore è più forte del male e la Madonna per noi è la garanzia visibile, materna della bontà di Dio, che è sempre l’ultima parola nella storia”. In precedenza, il Pontefice aveva risposto a una domanda sulla realtà di secolarizzazione del Portogallo, Paese un tempo profondamente cattolico. Benedetto XVI ha riconosciuto anzitutto la presenza lungo i secoli di una “fede coraggiosa, intelligente e creativa”, testimoniata dalla nazione lusitana anche in molte parti del mondo, come in Brasile. Pur notando come “la dialettica tra fede e secolarismo in Portogallo” conti “una lunga storia”, tuttavia non sono mancate persone, ha detto, intenzionate a “creare dei ponti”, a “creare un dialogo” tra le due posizioni. Un compito che non è mai tramontato ed è tuttora attuale:


“Penso che proprio il compito, la missione dell’Europa in questa situazione è trovare questo dialogo, integrare fede e razionalità moderna in un'unica visione antropologica che completa l’essere umano e rende così anche comunicabile le culture umane. La presenza del secolarismo è una cosa normale, ma la separazione, la contrapposizione tra secolarismo e cultura della fede è anomala e deve essere superata. La grande sfida di questo momento è che i due si incontrino, così che trovino la loro vera identità. E’ una missione dell’Europa e una necessità umana in questa nostra storia".


Benedetto XVI ha pure risposto a una domanda sulla crisi economica che metterebbe a rischio, per alcuni, la stabilità stessa dell’Europa comunitaria. Prendendo spunto dalla Dottrina sociale della Chiesa, che invita il positivismo economico a entrare in dialogo con una visione etica dell’economia, il Papa ha anche confessato che la fede cattolica ha “spesso” lasciato, in passato, le questioni economiche al mondo pensando solo “alla salvezza individuale”. Ed ha concluso:


“Tutta la tradizione della Dottrina sociale della Chiesa va nel senso di allargare l’aspetto etico e della fede, oltre l'individuo, alla responsabilità del mondo, a una razionalità 'performata' dall’etica. E d’altra parte, gli ultimi avvenimenti sul mercato in questi ultimi due-tre anni hanno dimostrato che la dimensione etica è interna e deve entrare nell’interno dell’agire economico (...) Solo così, l’Europa realizza la sua missione”.











Benedetto XVI in Portogallo, pellegrino della Madonna di Fatima: Chiesa pronta a dialogare con chi non marginalizza la libertà di dare un senso umano alla vita


Calorosa accoglienza per Benedetto XVI giunto in Portogallo per il suo 15.mo viaggio apostolico internazionale, a dieci anni dalla Beatificazione dei veggenti di Fatima, Giacinta e Francesco Marto. L’aereo papale, partito verso le 9.15 dall'aeroporto romano di Fiumicino, è atterrato nell'aeroporto di Lisbona alle 10,57 ora locale, le 11.57 in Italia. Ad accogliere il Pontefice, il presidente portoghese Anibal Cavaco Silva. Il servizio del nostro inviato, Roberto Piermarini:

“Venho como peregrino de Nossa Senhora de Fátima, investido…”


“Vengo nelle vesti di pellegrino della Madonna di Fatima, investito dall’Alto nella missione di confermare i miei fratelli che avanzano nel loro pellegrinaggio verso il Cielo”. Così Benedetto XVI nel suo primo discorso in terra portoghese all’aeroporto di Lisbona dove ha salutato tutti “indipendentemente dalla loro fede e religione”. Il Papa ha ricordato l’evento successo a Fatima 93 anni fa, “quando il Cielo – ha affermato - si è aperto proprio sul Portogallo – come una finestra di speranza che Dio apre quando l’uomo Gli chiude la porta – per ricucire, in seno alla famiglia umana, i vincoli della solidarietà fraterna che poggiano sul reciproco riconoscimento dello stesso ed unico Padre”. Si tratta – ha detto - di un amorevole disegno di Dio che non è dipeso né dal Papa, né da qualsiasi altra autorità ecclesiale:

“Não foi a Igreja que impôs Fátima – diria o Cardeal Manuel Cerejeira…”
“Non fu la Chiesa che ha imposto Fatima – direbbe il cardinale Manuel Cerejeira, di venerata memoria –, ma fu Fatima – ha detto - che si impose alla Chiesa”. Una risposta agli attacchi delle autorità civili di allora, condizionate dell’anticlericalismo-massonico che considerò le apparizioni di Fatima come un’invenzione della Chiesa tanto che i tre piccoli veggenti vennero anche arrestati per fargli dire che erano stati indottrinati dalla Chiesa. “La Vergine Maria è venuta dal Cielo – ha detto Benedetto XVI - per ricordarci verità del Vangelo che costituiscono per l’umanità, fredda di amore e senza speranza nella salvezza, sorgente di speranza”. Ed il Papa ha sottolineato che la sua visita vuole essere una proposta di sapienza e di missione, sotto il segno della speranza. Benedetto XVI non ha mancato di ribadire alle autorità politiche, che “la Chiesa è aperta per collaborare con chi non marginalizza né riduce al privato l’essenziale considerazione del senso umano della vita”. Inoltre ha osservato che la svolta repubblicana di 100 anni fa, “ha aperto, nella distinzione fra Chiesa e Stato, un nuovo spazio di libertà per la Chiesa, a cui i due Concordati del 1940 e del 2004 avrebbero dato forma, in ambiti culturali e prospettive ecclesiali assai segnate da rapidi cambiamenti”.


Dal canto suo il presidente della Repubblica, Cavaco Silva, accogliendo il Pontefice ha affermato che il Portogallo si attende da questa visita un messaggio di speranza in questi tempi di incertezza per il Paese. Dall’aeroporto – tra due ali di folla festante - il Papa si è poi trasferito al Monastero di Jerónimos, storico complesso da dove partivano nel ‘500 i grandi esploratori ed i missionari portoghesi e che oggi è utilizzato dal Cerimoniale per l’accoglienza dei Capi di Stato.



www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1383&sett...







Il rettore del Santuario di Fatima: Maria è venuta a dirci che senza Dio non si può costruire una società nella pace, nella giustizia e nell'amore


Culmine di questo 15.mo viaggio apostolico internazionale sarà la sosta al Santuario della Madonna di Fatima, dove il Pontefice presiederà la Messa solenne giovedì prossimo 13 maggio, a dieci anni esatti dalla Beatificazione dei veggenti Giacinta e Francesco. Ma quale messaggio lancia oggi all’umanità la Vergine di Fatima? Roberto Piermarini lo ha chiesto a padre Virgílio do Nascimento Antunes, rettore del Santuario di Fatima:

R. – La Vergine di Fatima ci parla di Dio. Questo per me è il centro di tutto il messaggio di Fatima: Dio esiste. Le apparizioni accadevano all’inizio del XX secolo, quando si stavano sviluppando moltissimo le ideologie che parlavano contro Dio: la Vergine venne a dirci “Sì, Dio esiste e l’umanità ha bisogno di Dio, senza Dio non è possibile costruire una società nella pace, nell’amore, nella giustizia". Ci sono poi le strade per arrivare a questa pace, a questa giustizia, a questo amore, e sono la penitenza e la conversione, perché senza conversione e senza cambiamento di cuore non è possibile nulla di tutto questo. Dopo la conversione, con l’aiuto della penitenza e della preghiera - e soprattutto proprio della preghiera - la Madonna ha chiesto la preghiera più semplice e più popolare, la preghiera del Rosario. Questa preghiera che ci fa entrare la pace nel cuore.

D. – L’allora cardinale Ratzinger, quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha preparato un commento teologico sul segreto di Fatima. Qual è l’importanza di questo documento?


R. – Mi sembra un po’ un messaggio simile a quelli che abbiamo nel Libro dell’Apocalisse: alla fine della storia, sempre immerso nella storia, c’è Cristo, la Croce di Cristo come luogo e come segno di salvezza. Per questo la storia del XX secolo era veramente una storia difficile per i cristiani, per le altre religioni, per gli altri popoli: questo è stato il secolo del martirio, soprattutto del martirio per affermare la fede in Dio. Per questo il Papa, con tutto il popolo di Dio, che porta sulle spalle questa sofferenza di tutta l’umanità e di tutta la Chiesa, afferma sempre la speranza nella Croce di Cristo, dalla quale sorge la salvezza per il mondo. A me sembra questo certamente un messaggio un po’ difficile da trasmettere ai nostri giorni, ma è il messaggio della Chiesa in tutti tempi.


D. – Il Portogallo – come altri Paesi europei – sta vivendo una difficile crisi economico-finanziaria. Cosa può dire la Vergine di Fatima ai portoghesi che stanno vivendo questa delicata situazione?


R. – E’ veramente una realtà difficile per tutto il Portogallo, che si trova in condizioni un po’ diverse rispetto ad altri Paesi. Per questo il messaggio finale della Vergine di Fatima è sempre di speranza: "alla fine il mio cuore trionferà". Il cuore - come segno e come luogo di amore - e per questo il messaggio è sempre di speranza e di fiducia anche in queste questioni di economia, di finanza, della vita di una famiglia, del lavoro. Se mettiamo in tutto un po’ di cuore collegato con il Cuore di Maria, come Madre, e con il Cuore di Cristo, come fratello, avremo sicuramente la possibilità di trovare le soluzioni in questo tempo soprattutto fra di noi in Portogallo.


D. - Cosa si aspetta da questa visita di Benedetto XVI che i mass-media locali hanno definito “Il terzo Papa di Fatima?


R. – E’ veramente una grande gioia avere ancora una volta il Papa a Fatima. Nel nostro piccolo periodico, che per i portoghesi è il più importante, ho detto che la cosa più importante non è tanto la visita del Papa, ma il fatto che il Papa venga come un pellegrino di Fatima. E questo perché si sentono vicini al Papa, perché è un pellegrino come noi siamo pellegrini, viene ad inginocchiarsi davanti alla Madonna, come noi facciamo. Cerca nella preghiera attraverso la Madonna la sicurezza per la Chiesa e la speranza per il mondo; viene a pregare per i sacerdoti e per tutti i problemi che esistono. E’ un pellegrino come noi. Credo che la gente portoghese, che tanto ama il Papa e che tanto ama la Vergine, sia contentissima di questa visita del Papa, che viene – così come hanno fatto gli altri – come pellegrino. (Montaggio a cura di Maria Brigini)








Il profondo legame del Papa con il Santuario di Fatima nelle parole del cardinale Saraiva Martins


Il nostro inviato in Portogallo, Roberto Piermarini, ha domandato al cardinale José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei Santi, quale sia il legame che unisce Benedetto XVI alla Vergine di Fatima:
R. – C’è un grande legame tra Benedetto XVI e Fatima. E questo perché, tra l’altro, il cardinale Ratzinger è stato già a Fatima per presiedere il pellegrinaggio mondiale, che vede a Fatima centinaia di migliaia di persone. In un’altra occasione, poi, il cardinale Ratzinger ha tenuto una conferenza nella sede di Porto dell’Università Cattolica portoghese. Ci sono dunque molti legami tra Benedetto XVI, Fatima e il Portogallo. Bisogna anche ricordare che è stato proprio il cardinale Ratzinger a preparare la pubblicazione dell’ultima parte del "segreto" di Fatima. Allora era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e il documento che fu letto a Fatima alla fine della Messa di beatificazione di Giacinta e Francesco fu preparato proprio dal cardinale Ratzinger insieme con i suoi collaboratori.

D. – Nel 2000, lei ha accompagnato a Fatima Giovanni Paolo II. Che ricordo le è rimasto di quella visita?

R. – Io ho molti ricordi, ma ce ne è soprattutto uno al quale mi voglio riferire e che è stato per me veramente molto commovente. Giovanni Paolo II mi aveva voluto con molta, molta intensità assieme a lui alla Beatificazione dei due veggenti di Fatima, per portarli alla gloria degli altari, per mettere un candelabro che illuminasse l’uomo di oggi e soprattutto i bambini di oggi. Dopo la Beatificazione di Giacinta e Francesco, rientrando a Roma in aereo, Giovanni Paolo II parlava con grande calore di quanto avvenuto: un calore che era chiaramente l’espressione di una persona che era riuscita finalmente a realizzare ciò che da tempo desiderava, beatificare i due pastorelli. Mai mi dimenticherò di quella reazione di Papa Giovanni Paolo II: era un uomo felice. "Finalmente – pensava tra sé – ho fatto quello che da molto tempo avrei voluto fare!”. Non dimentichiamo che Giovanni Paolo II era intimamente legato a Fatima per tanti motivi, non ultimo in riferimento all’attentato. Lui ha detto chiaramente e più di una volta che è stata la Madonna di Fatima a salvargli la vita, perché – secondo lui – è stata proprio la Madonna di Fatima a deviare la pallottola che avrebbe dovuto ucciderlo. Tanto era convinto di questo, che offrì alla Madonna di Fatima quella stessa pallottola che avrebbe dovuto ucciderlo e che è ora nella Corona della Bianca Signora della Cova di Iria.

D. – In occasione della visita di Giovanni Paolo II, culminata con la Beatificazione dei pastorelli Giacinta e Francesco, venne data lettura della terza parte del “segreto” di Fatima, che secondo la Santa Sede si era compiuto con l’attentato allo stesso Pontefice il 13 maggio del 1981. Cosa risponde a chi parla di una “quarta parte” del segreto, che sarebbe tenuta nascosta?

R. – Certamente, si parla di una quarta parte del segreto di Fatima, ma secondo me questa quarta parte non esiste. Si tratta piuttosto di una affermazione gratuita, che non ha alcun fondamento nella realtà delle cose. La terza parte è l’ultima parte del messaggio del segreto di Fatima. Non c’è alcuna ragione valida per poter affermare che esista una quarta parte. So bene che molto se ne è parlato e che qualcuno ha pure scritto un libro sull’argomento, ma io non trovo alcun fondamento in tale affermazione.

D. – Lei ha incontrato numerose volte nel suo monastero di Coimbra la terza veggente, suor Lucia. Cosa ricorda di quegli incontri?

R. – Ho tanti ricordi e tutti commoventi. Io incontravo suor Lucia, ogni anno, in agosto e precisamente il 15 agosto, Festa dell’Assunta. Quel giorno, infatti, le suore del Monastero di Coimbra, sapendo che io ero in vacanza in Portogallo, a Lisbona, mi invitavano a celebrare la messa per la Festa dell’Assunta. In quell’occasione, avevo sempre un incontro con suor Lucia e con tutte le altre suore del Monastero. Suor Lucia mi ha sempre dato l’impressione di essere una persona semplice, una persona anche molto intelligente, molto pratica, ma soprattutto una persona santa. Il suo modo di parlare e il suo modo di muoversi esprimevano molto chiaramente – secondo me – la sua santità. Era veramente una santa. Questa era l’impressione che mi rimaneva sempre dopo aver parlato con Lucia. Era di una semplicità straordinaria, la semplicità del Vangelo. Proprio per la sua intelligenza e praticità è stata l’economa del Monastero di Coimbra. Quando le Suore carmelitane di clausura hanno avuto bisogno di erigere un altro monastero nella città di Guarda, fu proprio suor Lucia che da Coimbra andò a Guarda per parlare con gli architetti e dire loro come dovevano fare il nuovo monastero. I santi sono sempre pratici, realistici, concreti.

D. – Eminenza, cosa ha rappresentato e cosa rappresenta oggi Fatima per la sua vita?

R. – Fatima ha rappresentato sempre molto nella mia vita, fin da bambino. E questo perché, come succede con tutte le mamme portoghesi – almeno con la maggior parte delle mamme portoghesi – la mia mamma mi ha sempre parlato della Madonna di Fatima sin dalla tenera età. Ho quindi imparato ad amare la Madonna di Fatima e a venerare i pastorelli. Per me, quindi, come penso per la maggior parte dei portoghesi, amare la Madonna di Fatima, essere devoti della Madonna di Fatima è qualcosa di naturale. Lo abbiamo imparato dalla mamma, tutti noi.







11/05/2010 16:33
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Il papa pellegrino a Fatima e in Portogallo. I 95 del volo papale
Scritto da Salvatore Scolozzi




Tutto pronto per il quindicesimo viaggio internazionale di papa Benedetto XVI, che da domani 11 al 14 maggio sarà in Portogallo, nel decennale della beatificazione di Jacinta e Francisco, i pastorelli di Fatima. Sarà soprattutto un pellegrinaggio mariano, ma non mancherà l’aspetto istituzionale, con i tanti incontri con le autorità portoghesi. Fittissimo il programma, con un tema di riflessione per ogni tappa: Lisbona, "Santità ed Evangelizzazione", Fatima, “Condividere con gioia” e Porto, ”Chiesa e missione”.
Il viaggio sarà dedicato sopratutto alla preghiera per "la Chiesa, in particolare per i sacerdoti, e per la pace nel mondo". "Invito tutti - ha detto ieri papa Ratzinger ai fedeli in piazza San Pietro, subito dopo la recita del Regina Caeli - ad accompagnarmi in questo pellegrinaggio, partecipando attivamente con la preghiera: con un cuore solo ed un'anima sola invochiamo l'intercessione della Vergine Maria per la Chiesa, in particolare per i sacerdoti, e per la pace nel mondo".


Sarà la sesta visita di un papa in Portogallo, dopo quella di Paolo VI a Fátima (13 maggio 1967) e le quattro di Giovanni Paolo II: dal 12 al 15 maggio 1982, un anno dopo l’attentato di Piazza San Pietro, pellegrino a Fátima; scalo tecnico a Lisbona all’inizio del Suo 17° viaggio apostolico in Costa Rica, Nicaragua, Pánama, El Salvador, Guatemala, Honduras, Belize e Haiti dal 2 al 10 marzo 1983; pellegrino a Fátima durante il Suo viaggio dal 10 al 13 maggio 1991; a Fátima il 12 e 13 maggio 2000, per la Beatificazione dei Venerabili Servi di Dio Jacinta e Francisco Marto.
La partenza del volo papale è prevista alle 8,50 di domani, 11 maggio, con l’Airbus A 320 “Giuseppe Ungaretti” dell’Alitalia, codice AZ 4000. A bordo, oltre il Santo Padre, il seguito papale, i giornalisti ammessi al volo, un funzionario della Sala stampa vaticana e uno dell’Alitalia. In tutto, viaggeranno con il Santo Padre 95 persone.

Del seguito papale faranno parte due cardinali, due vescovi, sette sacerdoti e diciotto laici. A capo del seguito il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato. Sarà del seguito anche il cardinale José Saraiva Martins, portoghese, prefetto emerito della Congregazione delle cause dei Santi. I vescovi saranno il sostituto alla Segreteria di Stato, S.E.R. Mons. Fernando Filoni e il segretario della Congregazione dei vescovi, S.E.R. Mons. Manuel De Castro, anch’egli portoghese. Tra i sacerdoti, Mons. Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche, Mons. Georg Gänswein, segretario particolare del papa, coadiuvato da Mons. Alfred Xuereb. Per la Segreteria di Stato, inoltre, sarà presente Mons. Antonio Da Costa.
Faranno parte del seguito anche i coadiutori del maestro delle celebrazioni liturgiche, Mons. Francesco Camaldo e Mons. Konrad Krajewski. A curare i rapporti con gli operatori della comunicazione, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, del CTV e della Radio vaticana, P. Federico Lombardi, S.J., e il funzionario della Sala Stampa, Vik van Brantegem.

Tra i laici presenti il dott. Alberto Gasbarri, responsabile dell’organizzazione del viaggio, coadiuvato dal dott. Paolo Corvini e il Prof. Giovanni Maria Vian, direttore de L'Osservatore Romano. Nel seguito anche il medico personale del papa, dott. Patrizio Polisca, il dott. Giampiero Vetturini, Direttore dei servizi sanitari S.C.V. e l’assistente di camera del papa, Paolo Gabriele.

La sicurezza personale del Santo Padre sarà garantita dei 5 della gendarmeria vaticana, guidati dal dott. Domenico Giani, oltre che dal Ten. Col. Jean-Daniel Pitteloud e dal Serg. Daniel Koch della Guardia Svizzera pontificia.

Per i media della Santa Sede, faranno parte del seguito il fotografo dell’Osservatore Romano, Francesco Sforza, due operatori del CTV e due della Radio vaticana. L’assistente dall’Alitalia è Stefania Izzo, responsabile per i trasferimenti aerei.

64 i giornalisti accreditati viaggeranno con Benedetto XVI, di cui 29 per testate italiane e 4 per conto di media vaticani. Tra questi ultimi, ci saranno Simone Coali ed Alessandro di Bussolo per per il CTV, Nicola Gori e Simone Risoluti per L’Osservatore Romano. Gli altri giornalisti rappresentano le più importanti testate giornalistiche mondiali.
Tra i giornalisti ammessi al volo papale, 6 sono photoreporter: Vincenzo Pinto per AFP, Ettore Ferrari per ANSA, Gregorio Borgia per AP, Stefano Rellandini per Reuters, Gregorz Galazka per SIPA e Alessia Giuliani per Catholic Press Photo.

Le testate televisive saranno rappresentate da 21, di cui 12 corrispondenti, 8 cameramen e un producer. Tra i corrispondenti, Cristiana Caricato di Tv2000, Giuseppe De Carli, direttore della Struttura Rai Vaticano, Mons. Guido Todeschini di Telepace, Mons. Jarorlaw Cielecki per Vatican Service News, e 1 giornalista rispettivamente per Televisiva, ZDF, Fox News, ABC News, KTO TV, Canal 13 TV UC Chile, RTP e SIC TV.
Tra i cameramen gli inviati delle agenzie EU Pool TV (Stefano Belardini), AP-Reuters pool TV (Gabriele Pileri), TV2000 (Andrea Tramontano) e Telepace (Antonio Ivan Russo). Il producer sarà Fabio Severo, per EU Pool TV.
I redattori di giornali, agenzie e periodici saranno 33. Per i quotidiani italiani saranno presenti Marco Ansaldo (La Repubblica), Giacomo Galeazzi (La Stampa), Franca Giansoldati (Il Messaggero), Carlo Marroni (Il Sole 24 Ore), Salvatore Mazza (Avvenire), Andrea Tornielli (Il Giornale), Gian Guido Vecchi (Corriere della Sera). Per i quotidiani stranieri Rachel Donadio (The New York Times), Jaen Marie Guénois (Le Figaro), Stéphanie Le Bars (Le Monde), Frederic Mounier (Le Croix) e Maria Paixão de Magelhães Redmont (Diário de Notícias).

Unico inviato italiano per le agenzie di stampa, Fausto Gasparroni per l’Ansa. Tra le altre agenzie, segnaliamo la ITAR-TASS, la EFE, la Promedia, la I.Media, CNS, la CIC, l’AFP, l’UCA News, la Reuters, l’AP, la DPA e l’Agencia Ecclesia. Per i periodici saranno presenti 4 giornalisti, tra cui Ignazio Ingrao per Panorama e i corrispondenti di National Catholic Reporter, Sabado ed Expresso. Tra i tre giornalisti radiofonici, unico italiano Raffaele Luise (Rai – Gr); altre radio rappresentate Cadena Cope, Radio Renascença.

Dopo un volo di 3 ore e 10 minuti, 1860 km percorsi, il volo papale atterrerà alle ore 11:00 all’aeroporto internazionale Portela di Lisbona, dopo aver attraversato Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Venerdì pomeriggio, l’A320 della TAP “D. Alfonso Henriques” con numero TP9704 riporterà a Roma il Santo Padre,il seguito e i giornalisti ammessi, con partenza alle 14 con partenza dall’aeroporto internazionale “Francisco sa Cárneiro” di Porto, alla volta dell’aeroporto di Ciampino a Roma, dopo 1760 km percorsi.




11/05/2010 18:27
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Le tappe della visita che sta mobilitando l'intero Paese

L'attesa dei cattolici e la curiosità degli altri

di Rino Passigato
Arcivescovo titolare di Nova di Cesare
Nunzio apostolico in Portogallo

Dall'11 al 14 maggio, accogliendo l'invito del capo dello Stato e dell'episcopato locale, Benedetto XVI sarà in Portogallo. Subito dopo il saluto di benvenuto all'aeroporto internazionale di Lisbona, il Pontefice compirà la visita ufficiale al presidente della Repubblica Aníbal Cavaco Silva, nel palazzo di Belém, sostando per alcuni momenti nel complesso monumentale del monastero dos Jerónimos, esempio eccelso di architettura in stile "manuelino", in cui, oltre a numerose memorie storiche, sono custoditi i sarcofagi di Vasco da Gama e di Camões, che tra la fine del xv e la metà del XVI secolo resero grande il Portogallo e la sua lingua nel mondo.
Il primo bagno di folla del Papa è previsto nella centralissima Praça do Comercio (o Terreiro do Paço), dove, accolto dal sindaco della capitale che gli offrirà simbolicamente le chiavi della città, Benedetto XVI presiederà la celebrazione della messa e darà il suo primo messaggio alla comunità cattolica stimolandola a rinnovare la propria fede pasquale in una ricerca di santità di vita e di rinnovato impegno apostolico e missionario. Alla fine del rito il Papa renderà omaggio all'immagine di Cristo Re che, da 50 anni, dall'altra sponda del fiume Tago abbraccia con amorevole gesto di protezione la città di Lisbona e il Portogallo.
La prima giornata si concluderà con la cena in privato nella nunziatura apostolica.
Il secondo giorno della visita avrà in mattinata due momenti importanti: dapprima, l'incontro con il mondo della cultura, a cui, oltre a circa 1300 personalità nazionali, esponenti del mondo delle lettere e delle arti, sono stati invitati anche gli ambasciatori e i rappresentanti di organismi internazionali accreditati nella capitale portoghese; Papa Ratzinger parlerà di dialogo ragione-fede e di dialogo tra culture. Poi, il Pontefice, affiancato dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, riceverà in nunziatura il primo ministro José Sócrates, accompagnato dal proprio ministro degli Esteri; assisteranno l'ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede e il nunzio apostolico a Lisbona.
Nel pomeriggio il Santo Padre si trasferirà a Fátima, meta centrale del viaggio apostolico. Sarà il terzo Papa a recarsi al santuario, dopo Paolo vi e Giovanni Paolo ii (che vi si recò ben tre volte); per Ratzinger sarà un ritorno, poiché già vi fu da cardinale nell'ottobre del 1996, occasione in cui incontrò suor Lucia nel Carmelo di Coimbra. Nella cittadella mariana Benedetto XVI sosterà in silenziosa preghiera davanti all'immagine della Vergine nella cappellina delle apparizioni, esternando, poi, i suoi sentimenti in un'invocazione e deponendo ai suoi piedi una rosa d'oro. Di lì raggiungerà la nuova grande chiesa della Santissima Trinità, che sorge in fondo alla spianata, per celebrarvi la liturgia dei vespri con i sacerdoti, i diaconi, i seminaristi e le persone consacrate. Siamo ancora nell'Anno sacerdotale e in quest'incontro il Papa rivolgerà un messaggio atto a illuminare la mente e a scaldare il cuore di coloro che, accogliendo la chiamata di Cristo e il dono della sua amicizia di predilezione, sono stati inviati come testimoni del Vangelo, ministri e dispensatori, in persona Christi, della grazia divina, la vita nuova del Regno.
In serata, dopo cena, il Papa guiderà la recita del santo rosario, preghiera mariana per eccellenza che, a Fátima, in obbedienza a quanto la Madonna chiese ai pastorelli, è recitata pubblicamente tutti i giorni per la conversione dei peccatori e per la pace nel mondo.
Il 13 maggio, solennità della Madonna di Fátima, nel 93° anniversario della prima apparizione di Maria Santissima a Lucia, Francesco e Giacinta, la visita del Pontefice raggiungerà il suo apice nella celebrazione della messa, a metà mattinata, preceduta dalla tradizionale processione che, snodandosi attraverso la spianata, terminerà in cima alla gradinata antistante il santuario, dove si svolgerà la solenne liturgia eucaristica. Benedetto XVI testimonierà ai presenti e al mondo il suo profondo amore alla Madre di Dio e Madre di tutti gli uomini, e indicherà nel messaggio di Fátima (preghiera, penitenza, conversione) il cammino da seguire per ottenere la salvezza e la pace.
Nel pomeriggio il Santo Padre incontrerà gli operatori della Pastorale sociale e, anche per loro, avrà un discorso distillato dal suo magistero, dalla Deus Caritas est alla Caritas in veritate, mostrando come, per il cristiano, fede, impegno sociale e carità rispondono a un'unica vocazione. Prima di chiudere la terza giornata il Papa s'intratterrà con i vescovi portoghesi, adempiendo così il munus petrino di confirmare fratres.
Il viaggio apostolico si concluderà il venerdì 14 maggio nel città di Porto, la seconda del Paese, con oltre due milioni di abitanti. A metà mattinata Benedetto XVI presiederà la celebrazione della messa nella piazza centrale, davanti al palazzo del municipio. Anche tra questa operosa popolazione del nord è grande l'attesa del Papa. Il Portogallo cattolico è ansioso di vedere Pietro, di ascoltare la sua parola, di ricevere la sua benedizione. In molte chiese si è preparata la visita con una preghiera ininterrotta.
In ogni luogo dove egli passerà - Lisbona, Fátima e Porto - numerosi cattolici cercheranno di avvicinarsi il più possibile al Pontefice. Ma ci saranno pure dei curiosi che si affacceranno solo per vedere l'uomo vestito di bianco. E ci saranno gli indifferenti, che continueranno nelle loro occupazioni e per i quali la visita del Papa non farà storia. Ed è anche da pensare che vi saranno, come in altre parti, persone che si sentiranno persino disturbate dalla presenza del Capo della Chiesa cattolica e dalle attenzioni di riguardo che gli verranno prestate dalle autorità e dal popolo credente.
Ma soprattutto ci saranno loro, i giovani cattolici portoghesi; quelli che danno vita alle loro parrocchie e quelli che militano nei diversi movimenti ecclesiali; gli stessi che nella recente festa di san Giuseppe mandarono a Benedetto XVI una lettera per augurargli buon onomastico e dirgli l'impazienza della loro attesa; quei giovani che l'accompagneranno in tutte le tappe della sua visita e animeranno ogni celebrazione eucaristica e mariana; gli stessi che la sera del primo giorno verranno a cantargli una serenata sotto le finestre della nunziatura e che l'indomani, a piedi, lo precederanno alla Cova da Iria. Loro, il futuro della Chiesa e della nazione, saranno presenti e godranno nel vedere e nell'udire Benedetto XVI, Pietro oggi. E Benedetto XVI godrà della loro presenza, dall'inizio alla fine del suo viaggio apostolico in Portogallo. Benedetto colui che viene nel nome del Signore!

(©L'Osservatore Romano - 10-11 maggio 2010)


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LISBONA

Il rettore del santuario: Fatima altare del mondo

Luigi Gerninazzi

Si sono messi in cammino da ogni angolo del Portogallo. Da giorni 40 mila pellegrini stanno convergendo a piedi su Fatima, per stringersi attorno a Benedetto XVI il 13 maggio. Succede ad ogni anniversario della prima apparizione della Vergine ai tre pastorelli, ma quest’anno si registra un afflusso di carattere straordinario. Non solo dal Portogallo. «Al momento abbiamo notizia di 163 pellegrinaggi, dall’Europa ma anche dall’America Latina e dall’Estremo Oriente», sono le cifre fornite dall’ufficio stampa del santuario. Più che mai Fatima in questi giorni merita la definizione di «Altare del mondo». Benedetto XVI arriverà qui domani pomeriggio, «pellegrino tra i pellegrini». Alloggerà nella Casa per ritiri «Nossa Senhora do Carmo» che sorge a fianco del santuario. Un alloggio molto semplice, lo stesso che accolse dieci anni fa il suo predecessore Giovanni Paolo II quando, per la terza volta, venne a Fatima per proclamare beati i pastorelli Giacinta e Francesco, morti in tenerà età. Benedetto XVI ne ripercorre le orme. E come primo gesto si recherà a pregare sulle tombe dei tre veggenti, sempre ricoperte di fiori freschi e oggetto di venerazione dei fedeli (nel 2006 è stata traslata nella basilica di Fatima anche il corpo di suor Lucia, deceduta l’anno precedente). «Il Messaggio di Fatima è sempre attuale e la venuta di Benedetto XVI ne è una conferma», ci dice in quest’intervista padre Virgilio Antunes, 48 anni, dal 2008 rettore del santuario.

Benedetto XVI ha detto che la meta principale del suo viaggio in Portogallo è Fatima. Che rapporto esiste tra il Papa e questo santuario mariano?

Prima di tutto dobbiamo ricordare che la figura del Papa occupa un posto di rilievo nel Messaggio di Fatima. In vista della visita pastorale di Benedetto XVI sono andato a rileggermi le «Memorie di Suor Lucia» dove emergono la devozione personale ed il grande affetto dei tre pastorelli nei confronti del Papa. E d’altro canto tutti i Pontefici, a cominciare da Pio XI, si sono sentiti vicini a Fatima. Soprattutto Giovanni Paolo II che, come sappiamo, ha avuto un legame assolutamente unico e speciale con le apparizioni e le profezie della Madonna in questo luogo. Joseph Ratzinger è già stato qui, come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ha guidato il pellegrinaggio internazionale nell’ottobre del 1996. Dunque conosce bene il nostro santuario. Non solo il contesto ambientale ma anche quello teologico, che ha esposto in modo magistrale nel commento pubblicato nel giugno 2000 al Terzo Segreto di Fatima.

Fatima riserva sempre qualche sorpresa. Lei s’aspetta qualche novità dall’imminente visita di Benedetto XVI?

Se si riferisce a nuove rivelazioni riguardanti il segreto di Fatima penso proprio di no. Tutto è stato detto e spiegato, non esiste assolutamente un quarto segreto che secondo qualcuno sarebbe tenuto ancora nascosto.
Lo hanno affermato le più alte autorità ecclesiastiche e non vedo motivo per dubitarne. Ma quel che dirà Benedetto XVI non sarà affatto scontato. Sono convinto che la sua omelia del 13 maggio, anniversario della prima apparizione, offrirà spunti interessanti per sviluppare una riflessione sull’attualità del Messaggio di Fatima nel nostro tempo.

Fatima ci ha offerto una chiave intepretativa delle drammatiche vicende del secolo scorso con al centro il martirio della Chiesa. Ha qualcosa da dire anche per il secolo XXI?

Certamente. Il Messaggio di Fatima continua ad essere attuale ed universale. Guardiamo cosa sta succedendo nel mondo: le persecuzioni non sono finite, la Chiesa continua a soffrire, le guerre succedono ancora e l’umanità è sempre sottoposta a tante minacce e pericoli. L’invito alla conversione e alla penitenza che la Madonna rivolse ai tre pastorelli più di novant’anni fa è un messaggio che va oltre un determinato arco temporale. Sono sicuro che Fatima sarà una grazia per il XXI secolo così come lo è stato per il secolo scorso.

In Portogallo è ancora molto forte il ricordo di Giovanni Paolo II, circondato di grande affetto ed entusiasmo nel corso dei suoi viaggi a Fatima...

È vero, ma non credo che questa visita del Papa susciterà meno entusiasmo delle precedenti. Al contrario. La storia va avanti e da noi c’è un grande attaccamento alla figura del Pontefice per quel che rappresenta nella Chiesa e nel mondo. Un po’ come diceva Giacinta, che soffriva e pregava per il Santo Padre anche se non ne conosceva il nome. E poi c’è grande attesa per Benedetto XVI a Fatima, un Papa teologo e intellettuale in un luogo di devozione popolare. Sì, sarà molto interessante per la gente, ne sono convinto.

© Copyright Avvenire, 11 maggio 2010


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PAPA: PER 10* ANNIVERSARIO FATIMA, A LISBONA CON L'ALITALIA

E' stata Alitalia ad accompagnare Sua Santita' Benedetto XVI a Lisbona, in occasione del viaggio apostolico in Portogallo per il 10* anniversario della beatificazione di Giacinta e Francesco, pastorelli di Fatima.
L'Airbus - si legge in una nota della compagnia - e' decollato dall'aeroporto di Roma Fiumicino alle 08.50 e arrivera' a Lisbona alle 11.00 (ora locale). Il volo AZ4000 e' effettuato con il nuovissimo Airbus A320 ''Giuseppe Ungaretti'' entrato recentemente a far parte della flotta di Alitalia. L'equipaggio e' composto da 2 comandanti, 1 primo ufficiale e 6 assistenti di volo, scelti tra quanti si sono distinti per professionalita' e impegno nel corso della loro carriera professionale. Coordinatore del Volo e' il Comandante Roberto Germano, Direttore Operazioni Volo Alitalia. Il comandante titolare e' Giacomo Belloni che ha al suo attivo 10.600 ore di volo.
A bordo dell'aereo, presenti anche i giornalisti che seguono Sua Santita' Benedetto XVI e la delegazione pontificia. Con il viaggio in Portogallo prosegue la collaborazione tra Santa Sede e Alitalia che nell'ultimo anno ha accompagnato Papa Benedetto XVI in Africa (marzo 2009), in Terra Santa (maggio 2009), a Praga (settembre 2009) e a Malta (aprile 2010). ''Alitalia - conclude la nota - e' onorata di essere la Compagnia prescelta dalla Santa Sede per i viaggi apostolici di Sua Santita' all'estero e di mettere a servizio della delegazione pontificia l'affidabilita' e la qualita' dei propri servizi''.

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Pedofilia, il Papa rivela: "Nel 3° segreto di Fatima le sofferenze della Chiesa"

di Redazione

Durante il volo che lo ha condotto il Santo Padre in Portogallo, il Papa è tornato a condannare la pedofilia: "E' terrificante come la Chiesa soffra per gli attacchi e i peccati che esistono dentro a lei stessa

Pubblichiamo la conversazione che ha avuto il Papa Benedetto XVI con i giornalisti sul volo che lo ha portato in Portogallo. Il Pontefice inizia oggi una visita di quattro giorni nel paese lusitano. La conversazione con il Santo Padre è stata riportata dal nostro inviato Andrea Tornielli.

Cosa si può dire al Portogallo, Paese profondamente cattolico in passato, portatore della fede nel mondo oggi secolarizzato. Come annunciare la fede in un contesto indifferente e ostile alla chiesa?

"Innanzitutto buona giornata a voi tutti e buon viaggio. Nonostante la famosa nuvola sopra cui siamo. Sento soprattutto sentimenti di gioia, di gratitudine per quanto fa e ha fatto questo paese nel mondo e nella storia e per la profonda umanità di questo popolo, che potevo conoscere in una visita e con tanti amici portoghesi. Direi che è vero, verissimo che il Portogallo è una grande forza della fede cattolica, ha portato questa fede in tutte le parti del mondo. Una fede coraggiosa, intelligente e creativa, ha saputo creare grande cultura, vediamo in Brasile, in Portogallo stesso, ma anche la presenza dello spirito portoghese in Africa, Asia. E dall’altra parte questa presenza del secolarismo non è una cosa del tutto nuova. La dialettica tra fede e secolarismo in Portogallo ha una lunga storia, già nel 700 c’è una forte presenza dell’illuminismo, basta pensare al nome Pombal, così vediamo che in questi secoli vediamo che il Portogallo viveva sempre questa dialettica, che naturalmente oggi si è radicalizzata e si mostra con tutti i segni dello spirito europeo di oggi. E questa mi sembra una sfida e anche una grande possibilità. In questi secoli la dialettica tra illuminismo, secolarismo e fede, non mancavano mai che persone che volevano creare dei ponti e creare un dialogo, ma purtroppo la tendenza dominante fu quella della contrarietà e dell’esclusivo dell’uno e dell’altro. Oggi vediamo che è proprio questa dialettica è una chance, che dobbiamo trovare la sintesi e un foriero (?) e profondo dialogo. Nella situazione multiculturale nella quale siamo tutti si vede che una cultura europea che sarebbe solo razionalista non avrebbe la dimensione religiosa trascendente non sarebbe in grado di entrare in dialogo con le grandi culture dell’umanità, che hanno tutte questa dimensione religiosa trascendente, che è una dimensione dell’essere umano. E quindi pensare che ci sarebbe una ragione pura, anche storica solo esistente in se stessa sarebbe questa la ragione, è un errore. Scopriamo sempre più che tocca solo una parte dell’uomo, esprime una certa situazione storica e non è la ragione come tale. La ragione come tale è aperta alla trascendenza, solo nell’incontro tra la realtà trascendente, la fede e la ragione trova se stessa. Quindi penso che proprio il compito della missione dell’Europa in questa situazione è trovare questo dialogo, integrare fede e razionalità moderna in un'unica visione antropologica che, completa l’essere umano e rende così anche comunicabile le culture umane. La presenza del secolarismo è una cosa normale, ma la separazione, la contrarietà (contrapposizione) tra fede e secolarismo è anomala. La grande sfida di questo momento è che i due si incontrano, così che trovino la loro vera identità. E’ una missione d’Europa e la necessità umana in questa nostra storia."

Il Portogallo vive in modo particolare la crisi economica portogall, c’è chi dice che il futuro dell’Unione sia a rischio. Quali lezioni sul piano etico e morale traiamo dall’attuale crisi?

"Direi che proprio questa crisi economica con la sua componente morale che nessuno non può non vedere è una caso di applicazione, di concretizzazione di quanto ho detto prima. Cioè che due correnti culturali separate devono incontrarsi altrimenti non troviamo la strada verso il futuro. C’è un positivismo economico che pensa di poter realizzarsi senza la componente etica, un mercato che è regolato solo da se stesso, dalle due forze economiche, dalla razionalità positivista e pragamatismo economico, l’etica sarebbe qualcosa d’altro estranea a questo. In realtà vediamo adesso che un puro pragmatismo economico che prescinde dalla realtà dell’uomo che e’ un essere etico non finisce positivamente ma crea problemi irresolubili. Perciò adesso è il momento di vedere che l’etica non è una cosa esteriore ma interiore alla razionalità, la pragmatismo economico. Dall’altra parte dobbiamo anche confessare che la fede cattolica cristiana spesso troppo individualistica lasciava le cose concrete, economiche al mondo e pensavo solo alla salvezza individuale, ai lati religiosi senza vedere che questi implicano una responsabilità globale per il mondo. Quindi anche qui dobbiamo entrare in un dialogo concreto. Ho cercato nella mia enciclica Caritas in Veritate, e tutta la tradizione della dottrina sociale della chiesa va in questa direzione, allargare l’aspetto etico della fede, un invito alla responsabilità, ad una razionalità performata dall’etica. E dall’altra parte gli ultimi avvenimenti sul mercato in questi ultimi due tre anni hanno dimostrato che la dimensione etica è interna e deve entrare nell’interno dell’agire economico. Perché l’uomo è uno, si tratta di nuovo di una antropologia sana che implica tutto e solo così di risolve un problema. Solo così l’Europa realizza la sua missione."

Quale significato hanno oggi per noi le Apparizioni di Fatima?
Il messaggio può essere esteso, oltre che all’attentato a Giovanni Paolo II, anche alle altre sofferenze dei Papi. E’ possibile inquadrare in quella visione anche le sofferenze della Chiesa di oggi, con i peccati degli abusi sessuali sui minori?

Innanzitutto vorrei esprimere la mia gioia di andare a Fatima, di pregare davanti alla madonna di Fatima, che per me è un segno della presenza della fede che proprio dai piccoli nasce una nuova forza della fede che non si riduce ai piccoli ma che ha un messaggio per tutto il mondo, in tutta la storia, in tutto il suo presente e illumina questa storia. Nel 2000 nella mia presentazione avevo detto che in un’apparizione c’è un impulso soprannaturale che non viene solo dalla situazione della persona ma in realtà viene dalla Vergine Maria, dal soprannaturale. Dall’impulso interno del soggetto che si esprime nelle possibilità del soggetto. Il soggetto è determinato dalle sue condizioni storiche, personali, temperamentali, e quindi traduce il grande impulso soprannaturale, nelle sue possibilità di dire, di immaginare, di esprimere, ma in queste espressioni formate dal soggetto si nasconde un contenuto che va oltre, più profondo. Solo nel corso della storia possiamo vedere tutta la profondità, che era diciamo era vestita in questa visione possibile alle persone concrete. Oltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in sostanza riferire a Giovanni Paolo II sono indicate realtà del futuro della chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano. Cioè è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta nella chiesa e quindi sono sofferenze della chiesa che si annunciano. Il Signore ci ha detto che la chiesa sarà per sempre sofferente, in modi diversi fino alla fine de mondo. L’importante è che il messaggio, la risposta di Fatima, sostanzialmente non va a situazioni particolari, ma la risposta fondamentale cioè conversione permanente, penitenza, preghiera, e le virtù cardinali, fede, speranza carità. Così vediamo qui la vera e fondamentale risposta che la chiesa deve dare, che noi ogni singolo dobbiamo dare in questa situazione. Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio è anche che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla chiesa, ma le sofferenze della chiesa vengono proprio dall’interno della chiesa, dal peccato che esiste nella chiesa. Anche questo lo vediamo sempre ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante che la più grande persecuzione alla chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella chiesa. E che la chiesa ha quindi ha profondo bisogno di rimparare la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia. Dobbiamo imparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera la penitenza, le virtù teologali e qui siamo realistica il male attacca anche dall’interno, ma che sempre anche le forze del bene sono presenti e che finalmente il Signore è più forte del male e la madonna per noi è la garanzia. La bontà di Dio è sempre l’ultima risposta della storia."

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PAPA: A CHIESA FERITA DA ABUSI FATIMA CHIEDE PENITENZA NON ARRETRAMENTI

(AGI) - Lisbona, 11 mag.

(dall'inviato Salvatore Izzo)

"La Vergine Maria e' venuta dal Cielo per ricordarci verita' del Vangelo che costituiscono per l'umanita', fredda di amore e senza speranza nella salvezza, una sorgente di speranza". Sono dedicate alla Madonna di Fatima le prime parole di Benedetto XVI all'aeroporto Portela di Lisbona, dove e' giunto questa mattina come "pellegrino investito dall'Alto nella missione di confermare i fratelli che avanzano nel loro pellegrinaggio verso il Cielo".
E al "Terzo Segreto", 93 anni dopo che fu dettato alla piccola Lucia dos Santos e a dieci dalla decisione di Giovanni Paolo II di pubblicarlo, il Pontefice tedesco si e' riferito gia' sull'aereo, rispondendo alle domande dei giornalisti sullo scandalo degli abusi commessi da sacerdoti: "la novita' che possiamo oggi scoprire in questo messaggio - ha detto - e' anche che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall'interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa".
"Anche questo - ha commentato con voce ferma - si sapeva sempre, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la piu' grande persecuzione della Chiesa non
viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa. E che la Chiesa ha quindi profondo bisogno di rimparare la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessita' della giustizia. Il perdono - ha ripetuto anche oggi - non sostituisce la giustizia. Dobbiamo imparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera, la penitenza, le virtu' teologali. Cosi' rispondiamo e siamo realisti, per aspettare che sempre il male attacca, attacca dall'interno e dall'esterno, ma che sempre anche le forze del bene sono presenti e che finalmente il Signore e' piu' forte del male e la Madonna per noi e' la garanzia. La bonta' di Dio e' sempre l'ultima parola della storia".
Per il Papa, pero', il messaggio di Fatima non chiede arretramenti alla Chiesa: "una cultura europea che fosse solo razionalista, e non avesse la dimensione religiosa e trascendente, non sarebbe in grado di entrare in dialogo con le grandi culture dell'umanita' le quali hanno tutte questa dimensione religiosa e trascendente, che e' una dimensione dell'essere umano".
Alla luce del messaggio di Fatima, "quindi, il compito dell'Europa, la missione dell'Europa, nell'attuale situazione, e' trovare questo dialogo, integrare fede e razionalita' moderna in una unica visione antropologica che completa l'essere umano e rende cosi' anche comunicabili le culture umane". E se "la presenza del secolarsimo e' una cosa normale", per Papa Ratzinger non lo e' "la separazione e la contrarieta' tra secolarismo e cultura della fede". Si tratta di una situazione "anomala che deve essere superata". La grande sfida di questo momento - ha rilevato - e' che i due si incontrino e trovino cosi' la loro vera identita', e' una missione dell'Europa e una necessita' umana in questa nostra storia". Ed anche "questa crisi economica, con la sua componente morale che nessuno puo' non vedere, e' un caso di applicazione e di concretizzazione del fatto che queste due correnti culturali separate devono incontrarsi, altrimenti non troviamo la strada verso il futuro": occorre cioe' superare quel "positivismo economico che pensa di potersi realizzare senza la componente etica, o malgrado essa, regolato solo da se stesso, dalle pure forze economiche , dalla razionalita' positivista, dal pragmatismo dell'economia, l'etica sarebbe una cosa estranea". "In realta' - ha aggiunto il Pontefice - vediamo adesso che un puro pragmatismo economico che prescinde dalla realta' dell'uomo che resta etico, non contribuisce positivamente ma crea problemi.
Percio' adesso e' il momento di vedere che l'etica non e' una cosa esteriore ma interiore alla razionalita' e al pragmatismo economico". E occorre farlo senza paure ne' nostalgie di un passato nel quale chi proclamava il Vangelo trovava maggiore ascolto. "E' vero, verissimo - ha sottolineato in proposito il Papa - che il Portogallo era una grande forza della fede cattolica, ha portato questa fede in tutte le parti del mondo, una fede coraggiosa, intelligente e creativa. Ha saputo creare grandi culture, vediamo in Brasile, in Portogallo stesso, anche la presenza dello spirito portoghese in Africa e in Asia".
Per Benedetto XVI proprio la Vergine di Fatima chiede oggi di tornare a annunciare Vangelo e valori. "Da una visione sapiente sulla vita e sul mondo - ha chiarito infatti nel discorso all'eroporto internazionale Portela di Lisbona - deriva il giusto ordinamento della societa'. Posta nella storia, la Chiesa e' aperta per collaborare con chi non marginalizza ne' riduce al privato l'essenziale considerazione del senso umano della vita. Non si tratta - ha sottolineato - di un confronto etico fra un sistema laico e un sistema religioso, bensi' di una questione di senso alla quale si affida la propria liberta'. Cio' che distingue e' il valore attribuito alla problematica del senso e la sua implicazione nella vita pubblica". Con questo spirito Benedetto XVI - accolto con grande entusiasmo dai fedeli di Lisbona che in decine di migliaia sono scesi nelle strade per salutarne il passaggio nel centro della citta', preceduto da salve di cannoni e da una formazione di Guardie
presidenziali a cavallo - si prepara a commemorare a Fatima, domani e dopodomani, "un evento successo 93 anni orsono, quando il Cielo si e' aperto
proprio sul Portogallo come una finestra di speranza che Dio apre quando l'uomo
Gli chiude la porta, per ricucire, in seno alla famiglia umana, i vincoli della solidarieta' fraterna che poggiano sul reciproco riconoscimento dello stesso ed unico Padre". L'annuncio rinnovato cioe' di "un amorevole disegno da Dio" che "non dipende dal Papa, ne' da qualsiasi altra autorita' ecclesiale". "Non fu la Chiesa che ha imposto Fatima ma fu Fatima che si impose alla Chiesa", ha tenuto a sottolineare, citando il cardinale Manuel Cerejeira, di "venerata memoria". "Certo - ha osservato - questa speranza ha come prima e radicale dimensione non la relazione orizzontale, ma quella verticale e trascendente. La relazione con Dio e' costitutiva dell'essere umano: questi e' stato creato e ordinato verso Dio, cerca la verita' nella propria struttura conoscitiva, tende verso il bene nella sfera volitiva, ed e' attratto dalla bellezza nella dimensione estetica". "La coscienza - ha cosi' ribadito a una nazione i cui cittadini si professano cattolici all'88 per cento - e' cristiana nella misura in cui si apre alla pienezza della vita e della sapienza, che abbiamo in Gesu' Cristo".

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PAPA: "PERSECUZIONE NASCE DAL PECCATO NELLA CHIESA"

(AGI) - Lisbona, 11 mag.

(dall'inviato Salvatore Izzo)

"Nessuna potenza avversa potra' mai distruggere la Chiesa". Ma oggi "la piu' grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa".
Entrambe queste affermazioni sono state pronunciate da Papa Ratzinger all'inizio del suo 15esimo viaggio apostolico. La prima nella grande messa celebrata in serata a Lisbona per 200 mila fedeli, nella quale - mettendo da parte la leggenda nera su conquistadores e evangelizzatori - ha ricordato il servizio "glorioso" offerto dal Portogallo alla diffusione della fede "nelle cinque parti del mondo", e chiesto a questo grande Paese cattolico di portare il "contributo della propria identita' culturale e religiosa" anche "partecipando all'edificazione dell'Unione Europea". La seconda in un botta e risposta su pedofilia e "terzo segreto di Fatima", sull'aereo in volo da Fiumicino. "Il Signore - sono state le parole di Ratzinger - ci ha detto che la Chiesa sara' per sempre sofferente, in modi diversi fino alla fine del mondo. E la novita' che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, e' anche che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla chiesa, ma le sofferenze della chiesa vengono proprio dall'interno della chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa". "Anche questo - ha scandito - si sapeva sempre, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la piu' grande persecuzione della chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella chiesa. E che la Chiesa ha quindi ha profondo bisogno di rimparare la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessita' della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia. Dobbiamo imparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera, la penitenza, le virtu' teologali.
Cosi' rispondiamo e siamo realisti, per aspettare che sempre il male attacca, attacca dall'interno e dall'esterno, ma che sempre anche le forze del bene sono presenti e che finalmente il Signore e' piu' forte del male e la Madonna per noi e' la garanzia. La bonta' di Dio e' sempre l'ultima parola della storia".
Da parte sua, Benedetto XVI ha raccomandato ai cristiani del Portogallo di non riporre "una fiducia eccessiva" nelle strutture e nei programmi ecclesiali, perche' quello che conta davvero e' salvaguardare la fede. Come in ogni epoca, ha ammesso, nell'omelia, anche alla Chiesa di oggi "non mancano figli riottosi e persino ribelli". Per il Papa, pero' "e' nei Santi che la Chiesa riconosce i propri tratti caratteristici e, proprio in loro, assapora la sua gioia piu' profonda. Li accomuna tutti la volonta' di incarnare il Vangelo nella propria esistenza, sotto la spinta dell'eterno animatore del Popolo di Dio che e' lo Spirito Santo". "Fissando lo sguardo sui propri Santi, questa Chiesa locale - ha sottolineato - ha giustamente concluso che oggi la priorita' pastorale e' quella di fare di ogni donna e uomo cristiani una presenza raggiante della prospettiva evangelica in mezzo al mondo, nella famiglia, nella cultura, nell'economia, nella politica". Ed e' in Maria che bisogna cercare "ogni giorno la protezione". "Ella, la Tutta Santa, vi aiutera' ad essere fedeli discepoli del suo Figlio Gesu' Cristo", invita il Papa mentre
l'immensa assemblea intona un canto mariano. Domani Benedetto XVI sara' a Fatima, tappa principale del viaggio. "La Vergine Maria e' venuta dal Cielo per ricordarci verita' del Vangelo che costituiscono per l'umanita', fredda di amore e senza speranza nella salvezza, sorgente di speranza", ha affermato oggi al suo arrivo all'aeroporto internazionale Portela, professandosi "pellegrino della Madonna di Fatima, investito dall'Alto nella missione di confermare i miei fratelli che avanzano nel loro pellegrinaggio verso il Cielo". Al di la' del riferimento alle sofferenze della Chiesa - che per Benedetto XVI puo' essere letto anche in relazione allo scandalo degli abusi e non riguarda solo l'attentato a Giovanni Paolo II, come del resto era chiaro anche nel commento al testo che Wojtyla affido' nel 2000 allo stesso Ratzinger - e' un richiamo forte a convertirsi ed evangelizzare il messaggio affidato dalla Vergine ai tre pastorelli "93 anni orsono, quando il Cielo si e' aperto proprio sul Portogallo come una finestra di speranza che Dio apre quando l'uomo Gli chiude la porta, per ricucire, in seno alla famiglia umana, i vincoli della solidarieta' fraterna che poggiano sul reciproco riconoscimento dello stesso ed unico Padre". Un invito alla penitenza e alla fedelta' al Vangelo "che non dipende dal Papa, ne' da qualsiasi altra autorita' ecclesiale". "Non fu la Chiesa che ha imposto Fatima ma fu Fatima che si impose alla Chiesa", ha concluso, citando il cardinale Manuel Cerejeira, di "venerata memoria".

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PAPA A LISBONA: CRISTO RE ABBRACCIA I POVERI E GLI OPPRESSI

Salvatore Izzo

(AGI) - Lisbona, 11 mag.

"L'immagine di Cristo stende le braccia all'intero Portogallo, quasi a ricordargli la Croce dove Gesu' ha ottenuto la pace dell'universo e si e' manifestato Re e servo, perche' e' il vero Salvatore dell'umanita'". Con queste parole il Papa ha descritto la grande statua del "Cristo Rei" di Almada che dall'alto domina Lisbona, collocata 50 anni fa ad imitazione del Cristo di Rio de Janeiro. "Questo santuario - ha chiesto Benedetto XVI ricordando l'anniversario dopo la grande messa celebrata al
centgro della citta' - diventi sempre piu' un luogo in cui ogni fedele possa verificare come i criteri del Regno di Cristo siano impressi nella sua vita di consacrazione battesimale, per promuovere l'edificazione dell'amore, della giustizia e della pace con interventi nella societa' a favore dei poveri e degli oppressi, per focalizzare la spiritualita' delle comunita' cristiane in Cristo, Signore e Giudice della storia". "Su quanti operano e servono nel Santuario di Cristo Re, sui suoi pellegrini e su tutti i fedeli della diocesi di Setubal imploro - ha concluso - abbondanti benedizioni del Cielo, creatrici di speranza e di pace durature nei cuori, nelle famiglie e nella societa'".

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