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Enciclica "Caritas in veritate"

Ultimo Aggiornamento: 16/11/2010 00:26
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17/06/2010 00:48
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Caritas in Veritate e sviluppo tecnologico
Non c’è vero sviluppo laddove la scienza si stacca dalla morale

di Tommaso Scandroglio


ROMA, mercoledì, 16 giugno 2010 (ZENIT.org).- Giovedì 13 maggio, presso il Campus Bovisa del Politecnico di Milano, Massimo Introvigne, moderato dal rettore prof. Giulio Balio, ha tenuto una relazione dal titolo “Tecnologia e Società nella prospettiva di indagine della Caritas in veritate”. La conferenza si è inserita nel ciclo di incontri denominato “Libertà, Scelta e professione” promosso dall’Associazione Laureati del Politecnico di Milano, dalla Cappellania universitaria e da Ingegneria senza Frontiere.

il prof. Introvigne ha centrato il suo intervento soprattutto sul capitolo VI della Caritas in veritate di Benedetto XVI, sezione dedicata allo sviluppo dei popoli e al rapporto tra etica e tecnologia.

Dopo una breve disanima della storia e degli elementi caratterizzanti della Dottrina sociale della Chiesa, Introvigne ha messo in relazione due termini che sono ormai di uso corrente: sviluppo e globalizzazione.

Già Paolo VI nella Populorum progressio distingueva tra sviluppo integrale e sviluppo come vocazione, intesa quest’ultima come elemento trascendente dello sviluppo che trova in Dio la sua causa efficiente e insieme a ciò il suo fine ultimo.

Sviluppo integrale è invece quel processo di incremento valoriale delle società che deve tenere conto non solo dei dati economici e produttivi di un consesso sociale ma soprattutto delle condotte morali. Non c’è vero sviluppo laddove questo si sgancia da riferimenti della morale naturale.

In merito invece alla globalizzazione il fenomeno di per sé è portatore sia di effetti positivi che negativi. Conseguenze positive della globalizzazione sono l’esportazione di tecnologie, di risorse, di conoscenze e scoperte. Gli effetti negativi invece si possono classificare secondo tre voci.

Effetti negativi culturali: pensiamo al relativismo, inteso, in questo ambito, come paritetiche visioni morali dell’esistenza anche laddove i principi etici assunti siano dichiaratamente contrari alla dignità dell’uomo. Pensiamo poi all’omologazione sociale, assunta come condizione di appiattimento del pensiero, delle condotte e degli stili di vita.

Effetti negativi economici: la precarietà dei posti di lavoro, la delocalizzazione all’estero delle industrie e delle imprese (non sempre un male tiene a precisare Introvigne). Nell’ambito economico-finanziario, sottolinea il relatore, spesso i costi umani sono costi economici e viceversa come ci ha tristemente insegnato la recente crisi dei mercati. Effetti negativi morali: la reificazione della persona, il turismo sessuale, etc.

Infine Introvigne ha affrontato il tema della tecnocrazia, termine che indica un uso non lecito dal punto di vista morale della tecnologia. Le ideologie del ‘900 hanno passato il testimone alla tecnocrazia, cioè a gruppi di tecnici che tentano spesso con successo di diffondere e a volte di imporre, grazie ai loro strumenti di lavoro, visioni del mondo e nuovi assetti sociali e culturali. La tecnocrazia è presente in ogni ambito professionale del vivere: dalla scienza sperimentale al diritto, dalla ricerca ai mass media.

Un episodio dove ha trionfato la tecnocrazia, ricorda Introvigne, è il caso Terri Schiavo, vicenda dai risvolti drammatici che nel 2005 ha scosso l’opinione pubblica internazionale. La signora Schiavo a seguito di un arresto cardiaco rimase in stato vegetativo persistente per 15 anni, finché per volontà del marito non sopraggiunse la morte all’età di 41 anni a seguito della interruzione di alimentazione e idratazione. I genitori della figlia, il popolo americano, il presidente di allora George W. Bush e il Senato erano tutti d’accordo che non si poteva uccidere Terri Schiavo privandola di acqua e cibo.

Ma bastò che un solo magistrato, il giudice George W. Greer del sesto Circuit della Florida, si opponesse perchè tutti i tentativi politici e solidaristici messi in atto perdessero di valore ed efficacia. Tipico esempio di come il potere di un solo tecnico vale più della voce di un’intera nazione.

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