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Viaggio apostolico nella Repubblica Ceca

Ultimo Aggiornamento: 04/10/2009 19:22
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28/09/2009 10:27
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Sull’ateismo: «Senza Dio assurdità della storia»

di Andrea Tornielli

nostro inviato a Praga

Nel Paese più secolarizzato d’Europa c’è una regione, la Moravia, dove i cattolici, almeno sulla carta, non sono minoranza.
Qui, sulla pista dell’aeroporto di Brno, Benedetto XVI ha il suo primo vero bagno di folla, accolto da 150mila fedeli, la più grande celebrazione - ricorda il portavoce Vaticano, padre Federico Lombardi - che ci sia mai stata nella Repubblica ceca.
Ci sono pellegrini arrivati dall’Austria, dalla Germania, dalla Polonia. Ci sono i cardinali di Cracovia, Dziwisz, di Vienna Schoenborn, di Colonia Meisner.
Nell’omelia della messa, letta in italiano e tradotta brano dopo brano in lingua ceca, Ratzinger afferma: «L’esperienza della storia mostra a quali assurdità giunge l’uomo quando esclude Dio dall’orizzonte delle sue scelte e azioni».
E spiega che non è facile «costruire una società ispirata ai valori del bene, della giustizia e della fraternità», perché l’uomo è libero, ma «la sua libertà permane fragile».
Il Papa ripete che la libertà va fondata sulla speranza, e che la fede non può essere relegata al «piano privato» o «ultraterreno». Fede e speranza devono trovare cittadinanza nello spazio pubblico, che non è solo il luogo riservato al «progresso scientifico ed economico».
Benedetto XVI mette anche in guardia dall’ambiguità del progresso, che «non basta a garantire il benessere morale della società».
Quello a Brno, seconda città della Repubblica Ceca, è un blitz di poche ore.
Il Papa arriva e riparte a bordo dell’aereo messo a disposizione dal presidente Klaus, senza avere nemmeno il tempo per una rapida panoramica sul centro storico della città.
Nel pomeriggio, prima dell’incontro con il mondo accademico, Benedetto XVI incontra i rappresentanti delle altre confessioni cristiane nella sala del trono dell’arcivescovado di Praga. Sono presenti anche due esponenti della comunità ebraica. «Il cristianesimo – dice – ha molto da offrire sul piano pratico e morale» all’Europa e al mondo.
«Quando l’Europa si pone in ascolto della storia del cristianesimo, ascolta la sua stessa storia. Le sue nozioni di giustizia, libertà e responsabilità sociale, assieme alle istituzioni culturali e giuridiche stabilite per difendere queste idee e trasmetterle alle generazioni future, sono plasmate – ricorda il Papa – dalla sua eredità cristiana».
Ratzinger invita i cristiani «ad unirsi ad altri nel ricordare all’Europa le sue radici» che non sono «avvizzite», stabilendo, grazie al sostegno spirituale e morale che deriva da esse, «un dialogo significativo con persone di altre culture e religioni». Perché, conclude, «il Vangelo non è un'ideologia, non pretende di bloccare entro schemi rigidi le realtà socio politiche che si evolvono», ma «getta nuova luce sulla dignità della persona umana in ogni epoca».
E i cristiani «non devono ripiegarsi su di sé, timorosi del mondo, ma piuttosto condividere con fiducia il tesoro di verità loro affidato».
AnTor

© Copyright Il Giornale, 28 settembre 2009


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