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Viaggi pastorali in Italia

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2012 20:47
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19/06/2009 16:29
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Domenica il Papa a San Giovanni Rotondo. Mons. D'Ambrosio: Padre Pio, messaggio della Croce e della misericordia di Dio


Cresce l’attesa a San Giovanni Rotondo, in Puglia, dove il Papa si recherà domenica prossima. Benedetto XVI arriverà nella cittadina in elicottero poco dopo le 9.00. Prima tappa, la visita privata al Santuario di Santa Maria delle Grazie con la venerazione delle spoglie di Padre Pio nella Cripta. Alle 10.30 il Papa celebrerà la Santa Messa sul sagrato della Chiesa di San Pio da Pietrelcina, quindi reciterà l’Angelus. Nel pomeriggio, alle 16.45, l’appuntamento con gli ammalati, il personale medico ed i dirigenti dell’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, mentre alle 17.30 è previsto l’incontro con i sacerdoti, i religiosi ed i giovani, nella Chiesa di San Pio. Il ritorno in Vaticano avverrà intorno alle 19.30. Ma sull’attesa della visita del Papa a San Giovanni Rotondo, ascoltiamo mons. Domenico D’Ambrosio, vescovo della diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. L’intervista è di Isabella Piro:

R. – Il Papa viene a visitare e a pregare sulla tomba di un Santo, San Pio da Pietrelcina. Viene a confermare tutta una ricchezza di opere, di devozione, di fedeltà al carisma e al messaggio proprio di questo Santo, che è il messaggio della Croce, della misericordia del Padre. E quindi c’è una preparazione di ordine spirituale. In questo mese di giugno, praticamente, la preparazione spirituale si è concentrata nei luoghi in cui Padre Pio è vissuto, quindi all’interno del Santuario di Santa Maria delle Grazie e della nuova Chiesa di San Pio da Pietrelcina, con catechesi guidate da alcuni vescovi.


D. - Lei è anche presidente della “Casa Sollievo della Sofferenza”. Come comprendere, al mondo d’oggi, il valore della sofferenza e della malattia, anche in rapporto allo sviluppo scientifico?


R. - Non è un ospedale, ma una Casa Sollievo della Sofferenza. Padre Pio l’ha definita “tempio di preghiera e di scienza”, quindi anche la scienza rientra in una logica, possiamo dire, quasi ‘sacrale’, per sottolineare che – diceva ancora Padre Pio – all’ammalato bisogna accostarsi vedendo nell’ammalato Gesù e nell’ammalato povero due volte Gesù. È, evidentemente, faticoso, però si privilegia l’attenzione all’uomo piagato e sofferente. Nella “Casa Sollievo” – diceva San Pio - devono aumentare le riserve di amore che “tanto più è abbondante in uno, tanto più sarà abbondante nell’altro”, in uno scambio continuo.


D. - Tra i suoi incarichi c’è anche la guida dell’Associazione Internazionale “Gruppi di Preghiera” di San Pio da Pietrelcina …


R. - I Gruppi di Preghiera nascono come risposta che San Pio vuole dare alla richiesta di Pio XII subito dopo la seconda guerra mondiale: in un mondo diviso, c’è bisogno della presenza di Dio, della presenza della sua grazia, del suo sostegno. Padre Pio indica ad alcuni suoi figli spirituali il percorso della preghiera, della dedizione alla causa del Vangelo. E man mano questi Gruppi, poi, assumono una loro definizione con l’approvazione, nel 1986, da parte della Santa Sede, dell’Associazione Gruppi di Preghiera di Padre Pio. È un’associazione ormai in pieno sviluppo, ce ne sono oltre 3.500 in tutti e cinque i continenti. A loro, poi, San Pio ha affidato in modo particolare la “Casa Sollievo della Sofferenza” e dunque i Gruppi di Preghiera, con le loro offerte, sostengono le grandi iniziative e i grandi impegni che una struttura all’avanguardia nel campo scientifico ha bisogno di affrontare e di sostenere.


D. – San Pio è stato canonizzato 7 anni fa, il 16 giugno 2002. Eppure, i fedeli continuano a chiamarlo Padre Pio: cosa significa questo, secondo Lei?


R. - Padre Pio rimane tale perché da lui si andava per scoprire la paternità di Dio: è un Padre. È la sottolineatura di un legame affettuoso, semplice, ma intimo e profondo. Il rapporto che si ha con il padre è un rapporto che non crea distanza, anzi: facilita quel rapporto con Dio che, venendo a cercare Padre Pio, desideriamo in tanti.


D. – Cosa si augura che rimanga della visita del Papa nella sua diocesi?


R. – Che questa diocesi, questa Chiesa in tutte le sue espressioni, possa realmente immettersi con decisione su una strada particolare: quella che il profeta Isaia chiama “via santa”. Padre Pio è un santo che sentiamo vicino, ecco perché lo chiamiamo Padre. Quindi, deve essere più facile per noi riscoprire, nella devozione verso di lui, il richiamo a quel bisogno di perfezione che ci portiamo dentro, ma che le paure, le incertezze e i calcoli umani a volte ci fanno smarrire. Le indicazioni che il Santo Padre ci darà ci conforteranno in questo itinerario. In fondo, siamo responsabili: qui accogliamo gente da ogni parte del mondo. Allora, la nostra deve essere una Chiesa che esprime, manifesta il primato dell’amore e il primato della santità, sull’esempio e per intercessione di San Pio.


Radio Vaticana

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