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Viaggio apostolico in Giordania e Israele

Ultimo Aggiornamento: 08/07/2009 21:40
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12/05/2009 23:17
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Dal blog di Lella...

YAD VASHEM LA VISITA

Il Papa sulla Shoah «Mai sia negata»

Commossa sosta al Memoriale dell’Olocausto degli ebrei: «Non vanno sminuite, né dimenticate quelle sofferenze»

DAL NOSTRO INVIATO A GERUSALEMME

SALVATORE MAZZA

Uno di quei luoghi in cui re sti come sospeso.
Che ti pe sano addosso e tolgono il fiato. Anche se ci entrassi ogni gior no, tutti i giorni.
Uno di questi luo ghi in cui davvero è difficile com prendere le misteriose e imper scrutabili vie del Signore. L’ingle se scheggiato con cui pronuncia il suo discorso rivela il peso che an che il Papa si sente addosso, il suo fiato corto.
Un’emozione infinita. «So che lei è nato in Germania, ma per me lei è un essere umano co me me, la ringrazio di essere qui » , gli dice Ed Mosberg, l’ultimo dei sopravvissuti all’Olocausto cui stringe la mano. Forse ha letto tut to di quell’emozione, nei suoi oc chi commossi. Il Papa gli stringe a lungo le mani, mormorando qual cosa che nessuno raccoglie.
Allo Yad Vashem, il memoriale del la Shoah, Benedetto XVI entra nel suo primo pomeriggio a Gerusa lemme.
Al suo arrivo in Israele, e dopo nella visita al presidente Shi- mon Peres, che adesso lo accom pagna nella Sala della rimem branza, ha già detto tutto quel che sentiva di dover dire. E quello che i suoi ospiti si aspettavano di udi re. Qui, al mausoleo, onora le vit time. I loro nomi che non devono « perire mai » , e le cui sofferenze non dovranno « mai essere negate, sminuite, dimenticate» .
E in questo, quei nomi, sembra chiamarli a uno a uno, intermina bile processione di dolore genera ti da un odio nero come la pietra del pavimento su cui sono scolpi ti i mostri da quell’odio generati, che quei nomi hanno divorato: Ba bi Yar, Ponery, Transnistria, We­sterbork, Ravensbrueck, Buchen vald, Dachau, Therensienstadt, Stutthof, Klooga, Sobibor, Tre blinka, Belzes, Chelmno, Au schwitz, Bergen- Belsen, Janosw ska, Majdanek, Mathausen, Jase novac, Drancy, Breendonck. Mo stri che hanno schiantato vite, so gni, speranze, attese. Ma, ricorda il Papa, non sono riusciti a cancella re quei nomi che «custoditi in que sto venerato monumento avran­no per sempre un posto sacro fra gli innumerevoli discendenti di A braham » . Comincia in ritardo, la cerimonia allo Yad Vashem. E accumulerà al tro ritardo. Il Papa non se ne cura. Dopo aver deposto i suoi fiori bianchi e gialli, si sofferma a salu tare sei sopravvissuti e un ' giusto delle nazioni': Ivan Vranetic, che salvò un gruppo di ebrei in Croa zia, Israela Hargil, salvata da una famiglia di cattolici polacchi, A vraham Ashkenazi, aiutato dai gre ci ortodossi, Gita Calderon, so pravvissuta al campo di sterminio, Dan Landsberg, nascosto a tre an ni sotto la gonna di suor Gertruda mentre lei accompagnava i nazi sti che perquisivano il convento al la ricerca di bambini ebrei, Ruth Blondy, scampata a Bergen- Bel sen, ed Edward Mosberg.
«Cari amici – termina il suo di scorso – sono profondamente gra to a Dio e a voi per l’opportunità che mi è stata data di sostare qui in silenzio: un silenzio per ricor dare, un silenzio per sperare » . La voce, adesso, appena si sente.

© Copyright Avvenire, 12 maggio 2009


Papa Ratzi Superstar









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