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Viaggio apostolico in Camerun e Angola

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2009 17:13
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21/03/2009 21:37
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ANGOLA FERITA COME LA MIA GERMANIA

Angola: primo giorno per Benedetto XVI accolto nella capitale Luanda da una folla entusiasta. Negli incontri con i politici e con i vescovi le sfide che attendono il Paese e il Continente «Non arrendetevi alla legge del più forte». E ai Paesi ricchi: «Mantenete le promesse di aiuti»

Il Papa: pace e sviluppo per l’Africa

Da Luanda richiamo ai «principi indispensabili a ogni moderna democrazia»

DAL NOSTRO INVIATO A LUANDA (ANGOLA)

MIMMO MUOLO

L’Angola in partico lare, e l’Africa più in generale, «non de vono arrendersi alla legge del più forte».
Per il conti nente, infatti, è arrivato il tempo della democrazia con tutti i suoi principi. Co sì come per i «Paesi svilup pati » è giunto il momento di «realizzare le promesse», tanto più urgenti in tempi di crisi mondiale. Ad esem pio destinare «lo 0,7 % del proprio pil agli aiuti ufficia li allo sviluppo».
Appena giunto a Luanda, Benedet to XVI entra subito nel vivo dei problemi che travaglia no questa terra di grandi contrasti. Corruzione, man cato rispetto dei diritti u mani, guerre, violenze, po vertà.

Il Papa, una volta di più, dimostra con i fatti che conosce e ama l’Africa più di tanti presunti esperti e che dall’Africa è riamato senza riserve. Basti guardare il clima del suo arrivo all’aeroporto internazionale della capitale angolana.

Sono immagini fotocopia (e forse ancora più intense) di quelle di martedì scorso a Yaoundé. Centinaia di migliaia di persone hanno let teralmente circondato la papamobile, che avanzava a fatica lungo i viali fenden do una folla entusiasta, con il Pontefice che non si è sot tratto all’abbraccio e ha ri cambiato con ampi gesti di saluto, sorrisi e benedizioni nel tripudio generale.

Gesti che ha ripetuto anche in se rata, affacciandosi al balco ne della Nunziatura visibil mente contento, per ri spondere alle migliaia di fedeli che lo invocavano scan dendo la frase «Papa, amigo, Angola està contigo».


Ecco, dunque, che i tre di scorsi pronunciati ieri (sul la pista dell’aeroporto di fronte al presidente José Eduardo Dos Santos, nel pa­lazzo presidenziale rivol gendosi al Corpo diplomatico e nella nunziatura al co spetto dei 25 vescovi della locale Conferenza episco­pale) assumono il valore di un ulteriore contraccambio per tanto affetto. Con le sue parole, infatti, come egli stesso sottolinea, il Papa vuole «offrire un cordiale in coraggiamento a prosegui re sulla via della pacifica zione e della ricostruzione». E non solo all’Angola, ma a tutta l’Africa. Questa visita, spiega Benedetto XVI, «nel mio spirito ha per orizzon te il Continente africano, anche se i miei passi – ag giunge – ho dovuto circo scriverli a Yaoundé e Luan da ». E di che cosa ha bisogno dunque questa terra? Tre sono le prospettive indica te dal Pontefice. Pace, de mocrazia, aiuto allo svilup po. La pace innanzitutto.
Ri cordando la sua nazionalità tedesca e quanto la Germa nia abbia sofferto a causa di «ideologie devastanti e di sumane », il Papa invita «al dialogo tra gli uomini come mezzo per superare ogni forma di conflitto e di ten sione e per fare di ogni Na zione una casa di pace e di fraternità». «Non arrende tevi alla legge del più forte» è il suo accorato appello. Con le «ali della fede e del la ragione non vi sarà diffi cile riconoscere nell’altro un fratello con gli stessi di ritti umani». Sono parole pronunciate già all’aeroporto, sotto un sole cocente che nel recen te passato è stato muto te stimone di una terribile guerra civile con più di mez zo milione di morti. E dun que assumono ancora mag gior valore in una nazione che ha trascorso in pratica 27 dei suoi 34 anni di indi pendenza (prima era una colonia portoghese) a dila niarsi. Anche qui, in un cer to senso, si potrebbe parla re di un’«Africa in miniatu ra » (ma per ragioni opposte a quelle del Camerun), poi ché purtroppo quello an golano non è stato il solo conflitto fratricida che ha insanguinato il continente dopo la fine del coloniali smo. Perciò la scena di pa ce e di gioia che si presenta al Papa ai piedi dell’aereo, dove lo attendono autorità e vescovi locali, e poi per le strade della capitale, è dav vero un simbolo di speran za.
Benedetto XVI sa, però, che l’assenza della guerra da so la non basta. E quando ar riva nel palazzo presiden ziale per la visita a Dos San­tos, che è ininterrottamen te al potere dal 1979, e per il discorso al Corpo diploma tico, mette anche l’accento sulla necessità di liberarsi « dal flagello dell’avidità, dalla violenza e dal disordi ne» .
Tra i principi di una moderna democrazia, spie ga il Papa, ci sono «il rispet to e la promozione dei di ritti umani, un governo tra­sparente, una magistratura indipendente, una comu nicazione sociale libera, un’onesta amministrazione pubblica, una rete di scuo le e di ospedali funzionanti in modo adeguato, e la fer ma determinazione, radi cata nella conversione dei cuori, di stroncare una vol ta per tutte la corruzione». E anche queste sono paro le sulle quali riflettere. Non solo qui a Luanda, ma in molti altri Stati africani, compreso il Camerun ap pena lasciato. Tra l’altro, a dimostrazione di quanto il cammino della democrazia sia ancora lungo, va regi strato il rifiuto della polizia all’ingresso del pool di gior nalisti del volo papale che doveva assistere alla ceri monia nel palazzo presi denziale.
A nulla sono valse le proteste.
Ma il discorso sulle pro spettive dell’Africa non sa rebbe completo senza il ri ferimento all’economia. Perciò, sempre parlando al Corpo diplomatico, mentre raccomanda agli africani di diventare «gli agenti prima ri del proprio sviluppo», Pa pa Ratzinger lancia un mo nito alla comunità interna zionale.
«Coordinare gli sforzi - chiede il Pontefice per realizzare gli impegni per lo sviluppo indicati dal Doha round», cioè dare lo 0,7 per cento del pil delle nazioni ricche all’aiuto allo sviluppo. « Un’assistenza ancor più necessaria oggi con la tempesta finanziaria mondiale in atto», sottoli nea il Papa, che conclude: « La Chiesa, la troverete sempre accanto ai poveri di questo continente » . Cosa che qui in Africa è più che e vidente. Anche se in Euro pa molti fingono di non ac corgersene.

© Copyright Avvenire, 21 marzo 2009


Papa Ratzi Superstar









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