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Viaggio apostolico in Camerun e Angola

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2009 17:13
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20/03/2009 12:28
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LA CHIESA SOTTO ATTACCO

Gli attacchi concentrici a un Papa «scomodo»

Elio Maraone

«The pope is wrong» (il Papa sbaglia) nel riferirsi criticamente all’uso dei preservativi, sentenziano New York Times e Washington Post, in un singolare e significativo sincronismo che li porta a ribadi re la «consistente» efficacia del profilattico nella lotta all’Aids, specialmente in Africa. Abbiamo detto «singolare e significativo sincro nismo» perché è rara la coincidenza di giudizio fra le due maggiori testate statunitensi, due co razzate della comunicazione che sparano, a suon di editoriali, sulla navicella di San Pietro, e sul Pa pa in persona.
Lasciamo ai margini la questione della discutibile e discussa efficacia del preservativo, soprattutto se presentato come strumento principe, per non dire unico, di prevenzione, e osserviamo invece, con preoccupazione crescente, come a ritmo cre scente i media internazionali e gli stessi governi (ieri è stata la volta del primo ministro lussem burghese, il popolare Jean-Claude Juncker che si è detto «allarmato» dalle dichiarazioni del Pon tefice) e potentati, dei quali sono spesso espres sione, letteralmente si impegnino nell’aggres sione di Benedetto XVI, quasi mai argomentan dola razionalmente, ma per il semplice motivo che egli è emblema della Chiesa cattolica e av­ventura incarnata di quell’emblema.
Per dirla in altre parole, che egli fa il suo mestie re, quello del Papa, memore, come ha detto il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, che «ciascuno svolge la sua missione ed è coe rente con il suo ruolo». Scherzoso,l’'a parte' del leader della Lega Umberto Bossi, che dice: «Cer to, se tutti facessero come me, che mi tengo mia moglie... l’Aids non si diffonderebbe».

Tuttavia, l’aggressione mediatica e politica delle scorse settimane e di queste ore impressiona per inedita virulenza ed estensione, tanto da far so spettare una strategia comune, concertata da par te dei centri di potere e, parallelamente, di for mazione del consenso laicisti, secolaristi, nichi listi.

La Francia, e non è una sorpresa, guida l’ag gressione, tanto che il suo ministro degli Esteri, Bernard Kouchner, non ha esitato a dire che il Pa pa «rivela poca comprensione della reale situa zione dell’Africa», mentre Le Monde, il paludato Le Monde, ha pubblicato una vignetta blasfema che vede la barca della Chiesa solcare un mare di africani, con a bordo Gesù che «dopo la molti plicazione dei pani» realizza «quella dei preservativi», ac compagnato da un rassegnato Benedet to XVI. La volgarità, in quella che è diventata u na vera battaglia mediatica, non è più un tabù, è anzi un must, come direbbero a Londra dove si stampa quel Times, un tempo signorile, che ora pubblica una vignetta raffigurante un Papa ghi gnante con in capo un preservativo al posto del la tiara. La satira deve essere libera, ma dovrebbe, cre diamo, conoscere un limite nelle sensibilità altrui, tanto più quando questa satira, come, e più in generale, la libertà di espressione, si esercitano in un Paese-isola e in un continente che formal mente avevano fatto del rispetto delle fedi un ob bligo, come insegnano le (peraltro giustificate) levate di scudi ufficiali e ufficiose contro opere an tisemite o anti-islamiche.
Per la Chiesa cattolica e il suo Pontefice questo obbligo al rispetto evi dentemente non vale più, come hanno dimo strato in questi giorni non soltanto molti media europei, ma anche burocrati tedeschi, belgi e spa gnoli.

Abbiamo insomma un panorama intellettual mente, umanamente devastato e devastante, do ve molti media e potentati (segnaliamo, tra i re centi critici del Papa, il Fondo monetario inter nazionale) si esibiscono in una sorta di tiro al pic cione cattolico, avendo sostituito la legittima pra tica del dissenso con quella dell’intimidazione, quasi che si volesse (e forse è proprio così) che la Chiesa tacesse la verità, abdicando alla propria missione di salvezza.

Con qualche eccezione (è il caso del Daily Tele graph, che dà ragione al Papa) questa infame pra tica si allarga, anche in Italia, accusando tra l’al tro il Papa, di «attentato alla vita». Peccato che la predica venga dal pulpito dei sostenitori dell’a borto inteso anche come forma di pianificazio ne familiare, e di coloro che stanno riducendo a un solo aspetto, per giunta stravolgendolo, il viag gio del Papa in Africa, ossia quello dei modi per combattere la diffusione dell’Aids. Chissà se l’Oc cidente, quell’Occidente sazio ed egoista, anche stasera, invece di pensare alle sue gravi respon sabilità nei confronti dell’Africa, andrà a letto con un solo pensiero, un solo sogno: il preservativo.

© Copyright Avvenire, 20 marzo 2009


Sono fortunati, i figli del diavolo, che noi cattolici non siamo musulmani fanatici...
[SM=g7934] Sì, immaginatevi!!!! [SM=g7707] [SM=g7707] [SM=g7707] [SM=g7707] [SM=g7707] [SM=g7707] [SM=g7707] [SM=g7707] [SM=g7707] [SM=g7707] [SM=g7707] [SM=g7707] [SM=g7707]

Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
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