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31/01/2009 15:50
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Nel giorno di Don Bosco i salesiani aprono le celebrazioni per i 150 anni di fondazione

La Chiesa ricorda oggi San Giovanni Bosco proclamato nel 1988 da Giovanni Paolo II "Padre e Maestro della gioventù". A rilanciarne ieri l’attualità del messaggio, nell’attuale tessuto sociale privo di valori autentici e di saldi riferimenti morali, l’arcivescovo Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, che ha celebrato una Messa nella cappella del Governatorato in occasione dell’annuale celebrazione dedicata a Don Bosco promossa dalla comunità salesiana in Vaticano. Questo pomeriggio, invece, alle 18, a Torino, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, il rettore maggiore don Pascual Chávez Villanueva, aprirà il 150.mo anniversario di fondazione della famiglia salesiana, mentre il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone presiederà, nella cattedrale di Bologna, una celebrazione eucaristica per la famiglia Salesiana. Il servizio di Tiziana Campisi:

Una vita spesa al fianco dei giovani quella di San Giovanni Bosco, sacerdote vissuto nel XIX secolo che non risparmiò energie per assicurare agli adolescenti l’istruzione ed educarli ai valori evangelici. Prendendo coscienza del disagio sociale e spirituale insito nei giovani nel passaggio dal mondo agricolo a quello preindustriale, per avvicinarli volle imparare anche i giochi di prestigio e le acrobazie dei saltimbanchi. Incontrava i ragazzi nelle piazze, nei luoghi in cui si radunavano, nei quartieri in cui vivevano, offriva loro la sua amicizia. Insieme ad altri giovani sacerdoti capì che gli oratori potevano essere un’adeguata risposta alle esigenze delle nuove generazioni e li concepì come luoghi di aggregazione, ricreazione, evangelizzazione, catechesi e promozione sociale ed ebbe l’idea di istituire anche scuole professionali.

Analfabetismo, disoccupazione, degrado morale e mancata assistenza religiosa erano i problemi che lo preoccupavano e volle ispirarsi a San Francesco di Sales e al suo metodo educativo e apostolico per aiutare gli adolescenti in difficoltà. Per questo nel 1854 diede per la prima volta il nome di salesiani ad un gruppo di giovani desiderosi di seguire le sue orme. Il 18 dicembre del 1859 costituisce il primo Capitolo Superiore salesiano poi dà vita alla Pia Unione dei cooperatori salesiani e, insieme a Santa Maria Mazzarello, alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Nel 1875 parte per l’Argentina la prima spedizione missionaria dei salesiani e quando il 31 gennaio del 1881 Don Bosco muore lascia 773 Salesiani e 393 Figlie di Maria Ausiliatrice. Oggi la Congregazione salesiana, nei due rami maschile e femminile, conta oltre 21 mila membri.

La famiglia salesiana apre dunque oggi le celebrazioni del 150.mo anniversario di fondazione. Il rettore maggiore dei salesiani, don Pascual Chávez Villanueva, ci spiega il significato di questo evento:

R. – L’ho proposto come un cammino spirituale e pastorale che culminerà il 18 dicembre 2009. Un cammino che ho voluto tradurre in quattro atteggiamenti molto concreti. Prima di tutto prendere coscienza della nostra identità di persone consacrate, ossia persone votate al primato di Dio - alla sequela di Cristo obbediente, povero, casto - pienamente dedicati ai giovani. Secondo atteggiamento sarà l’approfondimento-meditazione-preghiera delle Costituzioni, che rappresentano la via di fedeltà sia al carisma di don Bosco che ai giovani e alla nostra vocazione. Il terzo atteggiamento è di essere coscienti che i giovani hanno svolto un ruolo importante nella fondazione della Congregazione.

D. – Ma un salesiano cosa vuole dire ai giovani?

R. – Io voglio dire ai giovani quello che direbbe Don Bosco, cioè che Dio li ama con un amore di predilezione, prima di tutto per l’età evolutiva in cui vivono, caratterizzata da un desiderio di autonomia che porta con sé anche una certa insicurezza su se stessi. E’ importante in questa fase far sentire ai giovani che noi siamo loro vicini, che Dio li ama con un amore di predilezione e che questo si traduce nel nostro essergli accanto, nella nostra amicizia. Nostra missione è aprire i giovani soprattutto all’amicizia con Gesù, l’unico che potrà garantire per sempre la gioia di servire il Signore, di servire gli altri …

www.radiovaticana.org

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