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Le vacanze

Ultimo Aggiornamento: 13/07/2012 17:01
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21/07/2009 20:40
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voci e volti

La gioia di Romano Canavese «Quasi non ci sembra vero»

Gli abitanti del paese si sono moltiplicati per dieci. Tanti ragazzi ma anche anziani e famiglie intere. Una gerbera da Andrea e Giorgia sposi da meno di un giorno

DAL NOSTRO INVIATO A ROMANO CANAVESE (TORINO)

NELLO SCAVO

«Non si vedeva tanta gente dai tempi dei soldati dell’impe ro».
Il signor Osvaldo scherza gio cando sulle origini di Romano Ca navese: tremila anime che dome nica si sono moltiplicate per die ci. « Me ne andrò in pace » , sospira l’anziano. « Posso dire di aver visto il Papa » , ripete in una allegra can tilena.
L’Italia che non ti aspetti è tra i vi coli di questo antico borgo. A mi gliaia, di domenica, per stare accanto a Benedetto XVI.
Niente lustrini, niente eccessi. Fa miglie allegramen te insieme, anziani tenuti per mano dai nipoti, pellegri ni che all’alba sbar cano dai bus parti ti da tutta la dioce si di Ivrea, dal Pie monte, dalla Liguria come dalla Lombardia e dalla vicina Val d’Ao sta.
In paese c’è posto per poche mi gliaia di fedeli. Per tutti gli altri so no stati allestiti maxischermi ed a ree assistite dalla Protezione civi le. Di pass per varcare le transen ne che consentono l’ingresso nel le vie adiacenti alla magnifica chie sa dei Santi Pietro e Solutore ne so no stati emessi tremila. Due li a spettavano anche Andrea e Gior gia, sposi da meno di un giorno. Andrea Montrucchio, geologo trentunenne di Romano Canavese e Giorgia Riva, 28 anni, commer cialista praticante di Collegno, non si sono neanche cambiati d’abito. Lui di scuro, lei nell’inconfondibi le bianco nuziale. Raccontano che in Comune avevano ricevuto la promessa dei due lasciapassare per accedere al sagrato della chie sa da dove Benedetto XVI avrebbe recitato l’Angelus. «Quei due ticket però non sono mai arrivati » , han no spiegato domenica.
Sarà perché, come ricordava il vec chio Osvaldo, i romani fondarono Romano Canavese nel 25 avanti Cristo istallandovi un accampa mento militare (per secoli il centro abitato sarà una fortezza inespu gnabile in cui fece base perfino u na guarnigione di Carlo Magno), insomma qualcosa di quell’antica pugnacità si tramanda ancora, se Andrea e Giorgia non hanno fatto un solo passo indietro. « Dobbia mo andare dal Papa, dobbiamo fa re benedire le nostre nozze» .
Una trattativa andata avanti a lungo, con le forze dell’ordine che alla fi ne hanno scortato i due sposi a po chi passi dal Pontefice. Andrea e Giorgia hanno incontrato il Papa sotto il porticato d’ingresso della famiglia Bertone, gli hanno con segnato una gerbera rossa a cui e ra arrotolato un bi gliettino con i loro nomi. « È stata una splendida occasio ne, di più non ci potevamo aspetta re, è stato tutto molto bello » .
I più entusiasti so no però i ragazzi del paese. Da setti mane aspettavano l’incontro con il Santo Padre. « Quasi non sembra vero – esclama Matteo Piras, 17 an ni –. Il Papa che viene da noi, in un piccolo centro. Il Papa che ci par la con parole semplici ad essere al legri e coerenti. Tra di noi certa mente ne parleremo a lungo » . Matteo l’anno scorso era Sydney per la Giornata mondiale della Gioventù. Chi non riuscì a partire per l’Australia adesso prende in gi ro chi c’è stato: « Avete fatto tutto quel viaggio quando poi il Papa è venuto direttamente a casa no stra».
La maggioranza però è sor presa: «In televisione Benedetto X VI – osserva Federica, arrivata da Torino con marito e due bambini che ingurgitano una focaccina do po l’altra –, sembra sempre serio, mette quasi soggezione, invece vi sto da vicino mi sembra quasi ti mido, si comporta come se avesse bisogno di noi » .
Anche il vecchio Osvaldo è con tento. Prima di riportare in casa i suoi novant’anni si stropiccia gli occhi per leggere una targa appe na scoperta. Si ricorda « con im mensa gioia e profonda gratitudi ne » l’Angelus recitato dal Papa. « Me ne andrò in pace – ripete –, posso dire di aver visto il Papa » .

© Copyright Avvenire, 21 luglio 2009


Papa Ratzi Superstar









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