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Ultimo Aggiornamento: 24/09/2012 20:08
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08/03/2009 18:32
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Dal blog di Lella...

Il teologo

«Grande aspettativa, anche di pace»

«Si attende Ratzinger come il pastore che ci incoraggi e ci sostenga nella fede»

«C’è grandissima aspettativa e molta curiosità. È la prima volta che Bene detto XVI si reca in Africa e la gente lo attende davvero come un Pastore».

Martin Nkafu, teologo e filosofo camerunese, docente di Cultu ra, Religione e Pensiero africa ni presso le Pontificie Univer sità Lateranense e Gregoriana di Roma, ha già lavorato per il Sinodo africano nel 1994, in qualità di supervisore delle tra duzioni e dei traduttori. È ap pena rientrato dal suo Paese, dove ha potuto toccare con ma no l’entusiasmo dei suoi con cittadini alla vigilia della visita del Papa.

Che cosa si aspettano i came runesi da Benedetto XVI?

Quello del Santo Padre è in nanzitutto un viaggio pastora le. I popoli africani, rappresen tati da camerunesi e angolani, attendono di essere incorag giati, sostenuti e confermati nella fede. E si aspettano che il Pontefice li sostenga nella loro vita con la sua parola, le sue pre­ghiere e la sua benedizione. E poi sanno che verrà a promul gare l’Instrumentum laboris in vista del prossimo Sinodo e si sentono molto coinvolti.

«La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giu stizia e della pace» è il titolo del la seconda Assemblea specia le per l’Africa del Sinodo dei ve scovi. Come giudica la scelta di questo tema?

Assolutamente positiva e op portuna. Il Sinodo del 1994 è stato più pastorale e teologico. Si trattava, in un certo senso, di 'verificare' la maturità africa na nella fede cristiana. Ovvero di riflettere insieme su dove sia mo arrivati, sul volto di Cristo in Africa. Oggi, c’è bisogno di af frontare questioni più concre te: pace, riconciliazione, giusti zia, dignità dell’uomo... Ci so no ancora molte guerre in Afri ca, spesso anche per interessi economici esterni. Non ci può essere pace quando c’è sfrutta mento. E poiché l’evangelizza re in Africa coincide anche con la promozione umana, non è possibile portare il Vangelo e proclamarlo senza la pace e senza tener conto dello svilup po e di tutti quei fattori che con tribuiscono al benessere dei po poli.

Spesso però si parla della ne cessità in Africa di una evangelizzazione che vada più in profondità…

Si afferma spesso che l’evange lizzazione è il compito prima rio della Chiesa e quindi del missionario. Nella situazione a fricana, l’evangelizzazione og gi non può essere portata avanti solo dal missionario prove niente da fuori o dai religiosi, ma è compito di tutti i cristia ni. Non c’è bisogno di un nuo vo annuncio, ma ormai di una nuova testimonianza della Pa rola, Parola vissuta. Occorre presentarsi come testimoni del Regno. Per questo, ogni cristia no diventa così missionario nel suo ambiente di lavoro e nel proprio territorio e per tutte le genti. ( A.Poz.)

© Copyright Avvenire, 8 marzo 2009


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