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Discorsi, omelie, udienze, angelus e altri documenti

Ultimo Aggiornamento: 02/03/2013 17:43
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30/01/2009 16:52
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UDIENZA AI PARTECIPANTI ALLA RIUNIONE DELLA COMMISSIONE MISTA INTERNAZIONALE PER IL DIALOGO TEOLOGICO TRA LA CHIESA CATTOLICA E LE CHIESE ORIENTALI ORTODOSSE

Alle ore 12.30 di questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza i partecipanti alla Riunione della Commissione mista internazionale per il Dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Orientali Ortodosse e ha loro rivolto il discorso che riportiamo di seguito:


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Dear brothers in Christ,

I extend a warm welcome to you, the members of the Joint International Commission for Theological Dialogue between the Catholic Church and the Oriental Orthodox Churches. At the end of this week of dedicated work we can give thanks together to the Lord for your steadfast commitment to the search for reconciliation and communion in the Body of Christ which is the Church.

Indeed, each of you brings to this task not only the richness of your own tradition, but also the commitment of the Churches involved in this dialogue to overcome the divisions of the past and to strengthen the united witness of Christians in the face of the enormous challenges facing believers today.

The world needs a visible sign of the mystery of unity that binds the three divine Persons and, that two thousand years ago, with the Incarnation of the Son of God, was revealed to us. The tangibility of the Gospel message is conveyed perfectly by John, when he declares his intention to express what he has heard and his eyes have seen and his hands have touched, so that all may have fellowship with the Father and with his Son Jesus Christ (cf. 1 Jn 1:1-4). Our communion through the grace of the Holy Spirit in the life that unites the Father and the Son has a perceptible dimension within the Church, the Body of Christ, "the fullness of him who fills all in all" (Eph 1:23), and we all have a duty to work for the manifestation of that essential dimension of the Church to the world.

Your sixth meeting has taken important steps precisely in the study of the Church as communion. The very fact that the dialogue has continued over time and is hosted each year by one of the several Churches you represent is itself a sign of hope and encouragement. We need only cast our minds to the Middle East - from where many of you come - to see that true seeds of hope are urgently needed in a world wounded by the tragedy of division, conflict and immense human suffering.

The Week of Prayer for Christian Unity has just concluded with the ceremony in the Basilica dedicated to the great apostle Paul, at which many of you were present. Paul was the first great champion and theologian of the Church’s unity. His efforts and struggles were inspired by the enduring aspiration to maintain a visible, not merely external, but real and full communion among the Lord’s disciples. Therefore, through Paul’s intercession, I ask for God’s blessings on you all, and on the Churches and the peoples you represent.


Benedetto XVI alle Chiese Orientali Ortodosse: in un mondo ferito dalle divisioni è urgente lavorare per l’unità dei cristiani

L’unità dei cristiani è ancor più urgente oggi in un mondo segnato da divisioni e conflitti: così, Benedetto XVI nell’udienza ai partecipanti alla riunione della Commissione mista internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese Orientali Ortodosse. Si tratta di un gruppo di sette Chiese locali che si separarono dalla Chiesa nel 451 non accettando alcune formulazioni del Concilio di Calcedonia. Nel suo discorso, il Papa ha anche ribadito la necessità che vengano gettati semi di speranza in Medio Oriente. Il servizio di Alessandro Gisotti:

The world needs a visible sign…
“Il mondo ha bisogno di un segno visibile del mistero dell’unità”: è quanto sottolineato da Benedetto XVI che ha lodato l’impegno delle Chiese Orientali Ortodosse in favore del dialogo con la Chiesa cattolica. Un dialogo, ha rilevato, necessario a superare le divisioni del passato e a rafforzare “l’unità testimoniata dai cristiani di fronte alle enormi sfide che oggi devono affrontare i credenti”. Ed ha ribadito che è un dovere dei fedeli lavorare per la manifestazione della dimensione comunionale della Chiesa:


We need only cast our minds to the Middle East…
“Basti pensare al Medio Oriente, dal quale molti di voi provengono – ha costatato il Papa – per vedere che abbiamo urgente bisogno di semi autentici di speranza in un mondo ferito dalla tragedia delle divisioni, dei conflitti e dell’immensa sofferenza umana”. Benedetto XVI ha quindi definito un “segnale di speranza e incoraggiamento” il fatto che il dialogo tra la Chiesa cattolica e le Chiese Orientali Ortodosse sia proseguito negli anni, compiendo passi importanti in particolare, da ultimo, nello studio della Chiesa come comunione.


The Week of Prayer for Christian Unity…
“La Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani – ha proseguito – si è da poco conclusa con una cerimonia nella Basilica dedicata al grande Apostolo Paolo”. Proprio Paolo, ha sottolineato il Pontefice, “è stato il primo difensore e teologo dell’unità della Chiesa”. I suoi sforzi, il suo impegno, ha concluso, “erano ispirati da una duratura aspirazione a mantenere una visibile” e “reale comunione tra i discepoli del Signore”.





Discorso di Benedetto XVI alla Commissione mista cattolico-ortodossa



CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 23 gennaio 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il testo del discorso pronunciato da Benedetto XVI nel ricevere questo venerdì in udienza i membri della Commissione mista internazionale per il Dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese orientali ortodosse.



* * *



Cari fratelli in Cristo,

porgo un cordiale benvenuto a voi, membri della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese orientali ortodosse. Al termine di questa settimana d'intenso lavoro possiamo insieme rendere grazie al Signore per il vostro fermo impegno nella ricerca della riconciliazione e della comunione nel Corpo di Cristo, che è la Chiesa.

Certamente ognuno di voi contribuisce a questo compito non solo con la ricchezza della propria tradizione, ma anche con l'impegno delle Chiese partecipanti a questo dialogo per superare le divisioni del passato e per rafforzare la testimonianza comune dei cristiani dinanzi alle enormi sfide che i credenti devono affrontare oggi.

Il mondo ha bisogno di un segno visibile del mistero di unità che lega le tre Persone divine e che ci è stato rivelato duemila anni fa, con l'Incarnazione del Figlio di Dio. La concretezza del messaggio evangelico viene espressa in modo perfetto da Giovanni, quando dichiara la sua intenzione di annunciare ciò che ha udito, che i suoi occhi hanno visto e che le sue mani hanno toccato, affinché tutti possano essere in comunione con il Padre e con Suo Figlio Gesù. La nostra comunione attraverso la grazia dello Spirito Santo nella vita che unisce il Padre e il Figlio, ha una dimensione percepibile in seno alla Chiesa, Corpo di Cristo, «la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose» (Ef 1, 23), e tutti noi abbiamo il dovere di impegnarci perché questa dimensione fondamentale della Chiesa si manifesti al mondo.

Nel vostro sesto incontro si sono compiuti passi importanti soprattutto nello studio della Chiesa come comunione. Il fatto stesso che il dialogo sia proseguito nel tempo e venga ospitato ogni anno da una delle diverse Chiese che rappresentate è di per sé un segno di speranza e d'incoraggiamento. Dobbiamo solo volgere la nostra mente verso il Medio Oriente — da dove provengono molti di voi — per vedere che sono urgentemente necessari semi autentici di speranza in un mondo ferito dalla tragedia della divisione, del conflitto e dell'immensa sofferenza umana.

La Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani si è appena conclusa con la cerimonia nella Basilica dedicata al grande apostolo Paolo, alla quale molti di voi hanno partecipato. Paolo è stato il primo grande difensore e teologo dell'unità della Chiesa. I suoi sforzi e le sue lotte sono stati ispirati dalla costante aspirazione a mantenere una comunione visibile non solo esteriore, ma reale e piena, tra i discepoli del Signore. Pertanto, per l'intercessione di Paolo, chiedo la benedizione di Dio per tutti voi e per le Chiese e i popoli che rappresentate.

[Traduzione del testo originale in inglese de “L’Osservatore Romano”]







www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2009&videoclip=681&set...

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