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Viaggio apostolico in Messico e Cuba...

Ultimo Aggiornamento: 02/04/2012 13:58
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PAPA A CUBA: NEL TRAMONTO DI FIDEL AFFIDA FUTURO DEMOCRATICO AI GIOVANI

(AGI) - L'Avana, 27 mar.

(dall'inviato Salvatore Izzo)

La prima liturgia della visita pastorale di Benedetto XVI, celebrata a Santiago de Cuba nello stesso luogo dove celebro' Giovanni Paolo II nel 1998, e' stata "memorabile per la compostezza e il numero di partecipanti, circa 250 mila, mentre la sera inghiottiva un'enorme immagine del leader della rivoluzione che campeggiava di fronte all'altare".
Un inciso appena, ma l'elegante sottolineatura del professor Giovanni Maria Vian, direttore dell'Osservatore Romano al seguito del Papa in questo viaggio, coglie bene il momento che sta vivendo l'isola caraibica, rimasta troppo a lungo l'ultimo baluardo del comunismo internazionalista dopo il crollo del muro di Berlino.
"Fidel Castro e' stato un grande lider, ma con suo fratello Raul stiamo meglio, possiamo comprarci la macchina con cui lavoriamo", dice il conducente del vecchio taxi - una Dodge decappottabile americana di 60 anni fa - che ci porta in albergo.
"Qui la cosa piu' bella e' la tranquillita', tanta polizia e pochi delinquenti", aggiunge con cautela, saputo che siamo giornalisti. Certo, in questi giorni soprattutto, le carceri cubane sono molto frequentate, oltre ai 150 oppositori fermati alla vigilia del viaggio papale forse ci sono finiti i tanti barboni e sbandati che all'Avana dormivano per strada e ora non si vedono in giro: poverta' da nascondere. Ma e' solo maquillage, ha poco di ideologico il regime oligarchico di Raul, 81 enne fratello giovane del lider maximo, che il Papa ha salutato ieri all'aeroporto e dopo la messa di Santiago e che vedra' stasera all'Avana, al Palacio de la Revolution, quando in Italia sara' notte inoltrata.
Se 14 anni fa il viaggio di Giovanni Paolo II aveva ottenuto importanti aperture alla Chiesa Cattolica ma anche rafforzato l'immagine di Fidel all'interno e all'estero, ora Benedetto XVI parla molto chiaro: fin sull'aereo che lo portava in Messico, giovedi', ha detto che il marxismo "non risponde piu' alla realta'" e all'aeroporto di Santiago de Cuba, ieri, ha aggiunto che "Cuba guarda gia' avanti, sta ampliando i suoi orizzonti.
E questa mattina, nella preghiera alla Vergine del Cobre, nel Santuario simbolo del cattolicesimo cubano ma dove Giovanni Paolo II non pote' recarsi nel 1998, il Papa tedesco ha affidato "alla Madre di Dio il futuro di Cuba, affinche' avanzi nel cammino di rinnovamento e di speranza, per il maggior bene di tutti i cubani".
Ed ha voluto "far sapere a tutti vicini o lontani", di aver pregato per gli esuli fuggiti dalle persecuzioni del regime e per i prigionieri politici che ancora le subiscono.
"Ho pregato - ha dichiarato Benedetto XVI - per le necessita' di coloro che soffrono, di coloro che sono privi di liberta', lontani dalle persone care o vivono gravi momenti di difficolta'". "Ho posto, allo stesso tempo, nel suo Cuore Immacolato i giovani - ha continuato Benedetto XVI - affinche' siano autentici amici di Cristo e non cedano alle proposte che lasciano tristezza dietro di se'". E il Papa non ha dimenticato di citare tra i destinatari della sua preghiera anche le forze piu' legate alla Chiesa cubana: "i molti contadini e le loro famiglie, che desiderano vivere intensamente nelle loro case il Vangelo, e offrono anche le loro case come centri di missione per la celebrazione dell'Eucaristia".
"Sull'esempio della Santissima Vergine, incoraggio tutti i figli di questa cara terra - ha scandito - a continuare a fondare la vita sulla roccia salda che e' Gesu' Cristo, a lavorare per la giustizia, ad essere servitori della carita' e perseveranti in mezzo alle prove. Che niente e nessuno vi sottragga la gioia interiore, cosi' caratteristica dell'animo cubano".
Il Pontefice, per primo, in questi giorni e' sorridente e in buona forma (non ha usato in pubblico finora il bastone da passeggio che aveva con se' alla partenza da Fiumicino) consapevole di stare scrivendo una pagina di storia.
Nei suoi primi interventi Banedetto XVI ha ben rilevato cosa manca oggi a Cuba, oltre al benessere economico.
"Quando Dio e' estromesso - ha affermato subito dopo il suo arrivo nell'isola caraibica - il mondo si trasforma in un luogo inospitale per l'uomo, frustrando, nello stesso tempo, la vera vocazione della creazione di essere lo spazio per l'alleanza". - Dando "nuovo vigore" alla loro fede, i cattolici cubani debbono impegnarsi, ha chiesto, "con le armi della pace, del perdono e della comprensione", "a costruire una societa' aperta e rinnovata, una societa' migliore, piu' degna dell'uomo, che rifletta maggiormente la bonta' di Dio". "Allontanarsi da Dio - infatti - ci allontana da noi stessi e ci precipita nel vuoto", ha ammonito esortando poi cattolici di Cuba a difendere il matrimonio e la vita nascente.
"Il Mistero dell'Incarnazione, nel quale Dio si fa vicino a noi, ci mostra - ha detto nell'omelia della messa nella plaza Antonio Maceo - la dignita' incomparabile di ogni vita umana".
"Nel suo progetto di amore, fin dalla creazione, Dio ha affidato alla famiglia fondata sul matrimonio - ha ricordato - l'altissima missione di essere cellula fondamentale della societa' e vera Chiesa domestica". "Con questa certezza, voi, cari sposi - ha chiesto alle giovani coppie presenti al rito - dovete essere, in modo speciale per i vostri figli, segno reale e visibile dell'amore di Cristo per la Chiesa". "Cuba - ha scandito - necessita della testimonianza della vostra fedelta', della vostra unita', della vostra capacita' di accogliere la vita umana, specialmente la piu' indifesa e bisognosa".
Il Papa, ha riferito il portavoce, padre Federico Lombardi, "e' rimasto sorpreso dal numero di persone che lo aspettavano qui a Cuba". "Sopporta bene le fatiche e i cambi di fuso orario: sta bene e in Messico e' apparso in gran forma. Alla messa era forse un po' stanco a causa del viaggio, ma comunque in buona salute", ha spiegato ai giornalisti.
Quanto a un possibile incontro con il presidente venezuelano Hugo Chavez, presente a Cuba per ragioni mediche, Lombardi e' stato meno netto che nei giorni scorsi: "al seguito papale - ha detto - non e' arrivata nessuna richiesta specifica per un'udienza personale del presidente Chavez col Papa.
Se poi Chavez vorra' partecipare alla messa all'Avana e' libero di farlo".
L'incontro di Benedetto XVI con Fidel Castro, invece, appare piu' che probabile (dovrebbe avvenire mercoledi').
"Il Papa - ha chiarito padre Lombardi - e' disposto a questo.
Al momento non c'e' nessuna informazione in merito ma il viaggio dura fino a mercoledi'".

© Copyright (AGI)


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